Continua la discesa per il petrolio dopo il rilascio delle riserve strategiche cinesi

I prezzi del petrolio scendono ai minimi delle ultime sei settimane dopo che la richiesta fatta da parte di Joe Biden ai paesi consumatori di rilasciare le riserve strategiche sembra essere stata accolta dalla Cina.
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Nuovo calo del greggio
Continua la discesa dei prezzi del petrolio tra i timori dell’inflazione e il ritorno del coronavirus in molti paesi.
Il greggio WTI scende a 76,60 dollari (-1%), ai minimi delle ultime sei settimane, dopo che a ottobre aveva raggiunto i livelli massimi degli ultimi sette anni, mentre il Brent è scambiato a 79,50 dollari al barile.
Il trend negativo del petrolio attira vendite sui titoli energetici di Piazza Affari, così come in tutto in settore europeo.
A Milano soffrono particolarmente Eni e Tenaris, in calo superiore dell’1% e tra i peggiori del Ftse Mib, mentre più attenuate restano le vendite su Saipem.
La debolezza di Tenaris arriva nonostante il cambio di giudizio da parte di Morningstar, passato da sell a hold, mentre il target price viene lasciato a 9 euro.
Le riserve strategiche
Dopo aver ricevuto un rifiuto da parte dell’Opec+ sulla sua proposta di aumentare maggiormente la produzione di petrolio, l’amministrazione USA di Joe Biden avrebbe proposto ad altri paesi consumatori di greggio come la Cina, il Giappone, l’India e la Corea del Sud di considerare il rilascio coordinato di riserve strategiche.
La mossa punta alla riduzione dei prezzi dell’energia che stanno incidendo particolarmente sulla fiammata dell’inflazione, in particolare sulla benzina, ormai a livelli record negli Stati Uniti.
Poche ore dopo, il governo cinese aveva fatto sapere che inizierà a rilasciare le riserve di petrolio greggio, anche se da Pechino hanno rifiutato di commentare la richiesta partita dagli Stati Uniti.
Biden accusa le società petrolifere
L’attivismo di Biden in tema energia si è manifestato nuovamente con la richiesta alla Federal Trade Commission (Ftc) di approfondire la possibilità di una condotta anticoncorrenziale o ‘illegale’ da parte delle compagnie petrolifere statunitensi.
La richiesta di Biden segue quella già fatta ad agosto alla stessa Ftc di indagare su possibili condotte illegali che avrebbero causato l’impennata dei prezzi del gas, invocando ulteriori azioni in quanto i prezzi continuavano a salire.
“Non accetto che gli americani che lavorano duramente paghino di più per il gas a causa condotta anticoncorrenziale o altrimenti potenzialmente illegale”, scriveva Biden nella lettera alla presidente della Ftc, Lina Khan, per poi chiedere “che la Commissione esamini ulteriormente ciò che sta accadendo nei mercati del petrolio e del gas e che utilizzi tutti gli strumenti per scoprire qualsiasi illecito”.
Il calo delle scorte
Nel frattempo, sono stati diffusi i dati sulle scorte negli Stati Uniti nell’ultima settimana, rilasciati ieri dall’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano.
Secondo l’ente, gli ultimi sette giorni al 12 novembre 2021 hanno visto gli stock di greggio scendere di circa 2,1 milioni, arrivando a 433 MBG, dato superiore alle attese degli analisti, ferme a 1,4 milioni.
Le scorte di distillati sono calate di 0,8 milioni, a 123,7 MBG, mentre le attese erano per una riduzione di 1,2 milioni. Gli stock di benzina sono calati di 0,7 milioni, dato superiore a 0,5 milioni previsti, scendendo a quota 212 MBG.
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