Dollaro Usa, i rischi al ribasso sono aumentati dopo Jackson Hole

26/08/2025 11:00
Dollaro Usa, i rischi al ribasso sono aumentati dopo Jackson Hole

Il dollaro Usa si indebolisce dopo Jackson Hole, tra le prospettive di un imminente taglio dei tassi da parte della Federal Reserve e l’attacco politico del presidente Trump all’indipendenza della banca centrale. Ecco i rischi al ribasso per il biglietto verde e l’impatto delle tensioni in Europa.

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La Fed tra tagli e minacce

Il dollaro Usa ha mostrato di recente un indebolimento moderato, con l’indice tornato verso quota 98. Alla base del movimento non solo le prospettive di politica monetaria, ma anche una lettera pubblicata su Truth Social dal presidente Trump, in cui ha sostenuto di avere “sufficienti motivi” per licenziare la governatrice della Fed Lisa Cook per presunta frode ipotecaria.

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Come osserva Lee Hardman, Senior Currency Analyst di MUFG Bank, la rimozione di Cook consentirebbe a Trump di rafforzare la propria influenza sulla politica monetaria, avendo già nominato Christopher Waller e Michelle Bowman, e avendo proposto Stephen Miran per sostituire Adriana Kugler, in attesa di conferma al Senato. Se riuscisse nel suo intento, Trump potrebbe nominare un quarto governatore su sette, avvicinandosi di fatto a una maggioranza nel board della Fed, con un potere senza precedenti nella storia recente della banca centrale.

L’influenza politica sarebbe ancora più marcata nel 2026, quando terminerà il mandato di Jerome Powell, che potrebbe lasciare anche il consiglio di amministrazione.

La battaglia legale di Lisa Cook

Lisa Cook ha però ribadito la sua determinazione a resistere. La governatrice della Fed ha dichiarato che Trump non ha l’autorità di licenziarla e che non si dimetterà, proseguendo nel proprio mandato iniziato nel 2022. Il suo avvocato, Abbe Lowell, ha promesso di intraprendere “qualsiasi azione necessaria” contro quella che ha definito un’“azione illegale” del presidente.

Secondo Bloomberg, Cook potrebbe chiedere un’ingiunzione immediata per essere reintegrata durante il procedimento legale. Per ora, il mercato ha reagito con una vendita relativamente modesta del dollaro, riflettendo l’incertezza sulla validità legale della decisione di Trump. Tuttavia, Hardman sottolinea che questo passo segna un attacco diretto all’indipendenza della Fed, con il potenziale di innescare un sell-off ben più consistente sul biglietto verde.

Powell verso il taglio di settembre

Parallelamente, le dichiarazioni di Powell a Jackson Hole hanno confermato che la Fed si avvicina a un nuovo ciclo di tagli, forse già a settembre. Il presidente ha affermato che “con la politica in territorio restrittivo, le prospettive di base e il mutare dell’equilibrio dei rischi possono giustificare un aggiustamento della nostra posizione”.

Powell ha aggiunto che i rischi per l’occupazione sono in aumento, con la possibilità di licenziamenti e crescita della disoccupazione. Questi segnali rafforzano le aspettative di un taglio di 25 punti base, soprattutto se i dati sull’occupazione di agosto continueranno a mostrare debolezza.

Il presidente della Fed ha però riconosciuto la “situazione complessa”, con rischi inflazionistici ancora presenti. Questo potrebbe portare a una strategia di tagli graduali, a meno che il mercato del lavoro non peggiori rapidamente. Secondo MUFG, le pressioni al ribasso sui rendimenti a breve e le tensioni sull’indipendenza della Fed creano un contesto sfavorevole per il dollaro, a supporto della previsione di un ulteriore indebolimento entro fine anno.

Francia, cresce l’incertezza politica

Sul fronte europeo, un ulteriore fattore che influenza i mercati valutari è la situazione politica in Francia. Il primo ministro François Bayrou ha annunciato, d’intesa con Emmanuel Macron, il richiamo anticipato del parlamento per presentare il piano di bilancio e sottoporlo a un voto di fiducia.

Bayrou ha ammesso il rischio politico, affermando che “il rischio più grande è non fare nulla”. Il piano prevede tagli alla spesa e aumenti delle tasse per 44 miliardi di euro, compresa l’abolizione di due festività nazionali. Le opposizioni – dalla sinistra di France Insoumise, ai Verdi, fino al Rassemblement National – hanno annunciato voto contrario, e anche i Socialisti hanno negato il sostegno. Secondo Bloomberg, se l’opposizione manterrà la linea, l’8 settembre il governo sarà costretto alle dimissioni.

Gli sviluppi hanno già avuto impatto sui mercati obbligazionari: lo spread tra i rendimenti decennali francesi e tedeschi si è ampliato verso gli 80 punti base, dopo aver oscillato intorno ai 65 a inizio agosto. Nel novembre scorso, in pieno dibattito sul bilancio, lo spread aveva toccato un massimo appena sotto i 90 punti base. Anche l’euro, in quelle settimane, si era indebolito sotto quota 1,05, spinto però anche dalla vittoria elettorale di Trump negli Stati Uniti che rafforzava il dollaro.

Questa volta, conclude Hardman, l’incertezza politica francese da sola non appare sufficiente a spingere ulteriormente al ribasso l’EUR/USD, soprattutto se il dollaro dovesse continuare a indebolirsi per effetto della politica monetaria americana e della crescente minaccia all’indipendenza della Fed.

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