Dramma Intel: peggio anche delle nostre previsioni già catastrofiche

Intel ha archiviato il quarto trimestre con ricavi in calo del 28% e deludenti previsioni per il trimestre in corso. Ma il vero incubo per Intel sarebbe se altri produttori di PC seguissero l’esempio di Apple e iniziassero a sviluppare i System on a Chip.

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Intel ha mancato le aspettative sui conti del quarto trimestre 2022, deludendo anche le previsioni per il trimestre in corso. Già lo scorso anno a commento dei risultati del quarto trimestre 2021 sottolineavamo che Intel era per noi da evitare, nonostante a prima vista i risultati potessero sembrare buoni e sopra le attese, e nonostante la valutazione apparisse decisamente attraente a livello assoluto e con un significativo sconto rispetto al settore. L'azione si trovava intorno ai $50.

Anche a commento dei risultati del secondo trimestre 2022, il primo agosto, avevamo sottolineato che per noi il disastro era davvero grosso.

Il terzo trimestre 2022 abbiamo evitato di commentarlo.

Ieri, dopo la pubblicazione dei risultati del quarto trimestre, l'azione ha chiuso a $30 dopo un rimbalzo di oltre il 10% da inizio anno, after market indicata a quasi -10%.

Trimestrale e guidance

Per questo trimestre i numeri di consensus erano già stati tagliati ferocemente dagli analisti, ma Intel non è comunque riuscita a raggiungerli.

La società ha archiviato il trimestre con ricavi in calo del 28% su base annua a $14 miliardi, $490 milioni sotto consensus, e utili per azione a $0,10, la metà rispetto al consensus atteso di $0,20.

Ma il vero dramma sono le previsioni per il trimestre in corso: il management si aspetta ricavi tra $10,5 e $11 miliardi rispetto al consensus di $14 miliardi. Gli utili per azione sono attesi negativi a $ -0,15 rispetto alle troppo rosee aspettative a +$0,25. I margini lordi attesi sono inferiori al 40% (39%) rispetto al consensus di 45%. Ricavi trimestrali intorno ai $10 miliardi non si vedevano dal 2010.

A gennaio 2021 quando l’azione si trovava intorno ai $50 trattava a circa 11 volte gli utili realizzati nel 2021 e più o meno lo stesso livello su quelli attesi per il 2022, con un dividend yield di quasi il 3% che secondo alcuni doveva costituire una sorta di supporto per l'azione oltre alla bassa valutazione.

A $30 tratta a 20 volte utili attesi sul 2023 che sono circa di $2,00: le stime degli analisti sono quindi ancora totalmente fuori dalla realtà come lo erano 12 mesi fa.

Il problema non è solo legato all'attuale forte debolezza delle vendite di PC, poiché anche la divisione Data Centers - considerata a maggiore crescita e profittabilità - ha registrato un declino dei ricavi del 41% su base annua a $4,3 miliardi, mentre la parte legata ai PC è in calo del 34,7% anno su anno con ricavi pari a $6,6 miliardi.

E se tutti facessero come Apple?

Tutto ciò senza considerare il vero incubo, che anche se non si materializzerà costituisce un rischio esistenziale per la società. Nel 2021 Apple ha effettuato un salto tecnologico estremamente significativo nel settore PC arrivando a produrre un Soc (system on a chip, un mini computer su un semiconduttore) dove ha “fuso insieme” memoria, processore e scheda video. Questo comporta significativi vantaggi per la società di Cupertino sia in termini di prestazioni che di efficienza energetica.

Se anche altri produttori di PC seguissero questa strada sarebbe un incubo per Intel, che si troverebbe a rifare da capo tutta l'architettura (ormai vecchia e "molto chiusa" dal punto di vista tecnologico) dei propri processori. Un problema che non toccherebbe in misura così estesa, ad esempio, Nvidia, la cui architettura è molto più aperta, in sostanza più simile a quella di Arm.

Intel dovrebbe investire molto e assumere, se ci riuscisse, molti ingegneri esperti specializzati nell'architettura Arm. In ogni caso vi sarebbero notevoli incertezze sul successo dell'operazione e i tempi sarebbero comunque lunghi.

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