Economia di guerra, come posizionare il proprio portafoglio?

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Per Warren Buffet l’ultima cosa da avere in portafoglio durante la guerra sono i soldi liquidi, al contrario bisogna investire in beni reali e azioni del comparto energetico, nell’oro e materie prime, società energetiche e aziende con forte con pricing power. Jp Morgan è arrivata a ipotizzare un greggio a 380 dollari al barile. Il certificate di Ubs con Isin DE000UK0EP66 su Eni, Total e Bp, quota sotto la pari a 922 euro stacca cedole trimestrali fino al 7,7% annuo con gli analisti ottimisti sul settore. Livello interessante dopo la correzione del settore. Oggi data di valutazione della cedola con stacco venerdì.


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Portafoglio in un’economia di guerra

Lo stop alle forniture di gas russo, il prezzo del greggio sui massimi, la ritorsione sul grano, il superdollaro. Se l’Europa sta facendo di tutto per delimitare territorialmente la guerra, le sanzioni e la strategia Russa ne globalizzano gli effetti sui mercati.

Le interruzioni di forniture di gas dalla Russia che, fino a ieri apparivano solo minacce, oggi sono una realtà. A patirne le maggiori conseguenze sarà l’Europa, tanto che Citigroup stima, nonostante gli stoccaggi, che lo stop peserà al Pil Europeo lo 0,7% di crescita in meno. I consumi verranno razionalizzati. Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco prevede due anni di recessione in caso di taglio totale del gas russo.

Ci siamo chiesti cosa fare in una situazione simile. O meglio abbiamo riletto i consigli di Warren Buffett che sull’argomento sembra avere le idee chiare e con il greggio ai massimi ha continuato ad arrotondare la sua posizione su Occidental Petroleum portandosi al 17,4%.

Buffett non sembra spaventarsi di fronte ad una economia, uno dei suoi suggerimenti nel corso della guerra di Crimea del 2014 è stato: “l’unica cosa di cui puoi essere abbastanza sicuro è che se entrassimo in una guerra molto grande, il valore del denaro diminuirebbe, visto che è successo praticamente in ogni guerra di cui sono a conoscenza. L’ultima cosa da fare è detenere denaro durante una guerra”. In altre parole, secondo Buffett è meglio privilegiare gli investimenti in beni reali e azioni del comparto energetico, nell’oro e materie prime.

Il suo ragionamento si basa su questa analisi: durante la Seconda Guerra Mondiale, il mercato azionario è avanzato e il mercato azionario avanzerà nel tempo. Le aziende americane varranno più soldi, i dollari varranno meno, quindi sarà molto meglio possedere risorse produttive nei prossimi 50 anni, piuttosto che possedere pezzi di carta.

Buffett suggerisce di investire in aziende che hanno un vantaggio competitivo stimato per un lasso di tempo ragionevolmente ampio. Il suo segreto, se così si può chiamare, è la grande capacità di fare analisi sul lungo periodo. Perché guardare al lungo periodo equivale a concentrarsi sull’acquisto di società ben gestite, con forti vantaggi competitivi e a prezzi ragionevoli. E credetemi ce ne sono diverse.

Ora il greggio ha ritracciato dai massimi e il settore petrolifero ha registrato una netta correzione. Eni dai prezzi dell’8 giugno, ha perso il 23%, Bp il 15%, Total il 14,4%.

Avrà ragione Buffett o il mercato? Il rintracciamento dell’ultimo periodo segue la paura di una recessione in arrivo. A vederla però in maniera diversa è Jp Morgan che, nonostante i timori di una recessione, ha scritto che in caso di shock petrolifero, con lo stop dell’export russo il greggio potrebbe volare a 380 dollari al barile. In questo caso Buffett avrebbe decisamente ragione.

Non sappiamo dove andrà il prezzo del greggio anche se le compagnie petroliferi sembrano aver pagato una correzione forse troppo ampia. Il prezzo del petrolio per ora è stabile a 100 dollari al barile e a questi livelli, le prossime trimestrali delle oil company saranno da record e le compagnie petrolifere potrebbero ben presto recuperare il terreno perso in Borsa.

Crediamo che una buona via per esporsi su questo settore sia quella di mantenere una buona protezione in maniera da strappare un buon guadagno anche in casi di cali, fino a un certo livello dei sottostanti.

Buon rapporto rischio rendimento

Qualche mese fa Ubs ha emesso un interessante certificato sul settore con una buona protezione su tre titoli ben correlati fra loro. Il cash collect con Isin DE000UK0EP66 su Eni, Total e BP oggi quota ampiamente sotto la pari a 922,8 euro, non è di quelli con premi stratosferici perché offre un buon rapporto rischio rendimento.

I premi trimestrali con memoria sono 17,75 euro, 71 euro l’anno (ovvero il 7,7% l’anno) se nessun titolo sottostante, alle date di valutazione, sarà crollato del 40% dal livello iniziale. Le cedole godono dell’Effetto memoria per recuperare eventuali premi trimestrali non staccati. Oggi data di valutazione per la cedola trimestrale con stacco venerdì. Rimborso anticipato a 1000 euro al 100% del livello iniziale dopo il primo anno. Durata 5 anni.

A scadenza la protezione del capitale fino a cali del 40% del peggior sottostante dal livello iniziale.

Il certificate quota sotto la pari a causa del calo dei sottostanti dal livello iniziale, come mostra la tabella qui sotto.

In particolare, su tre sottostanti Total guadagna terreno dal livello iniziale (+5,6%) portando la distanza dalla barriera finale al 43,2%, Bp è circa invariata -2,7% mentre la peggiore è Eni -19,2% con una distanza sulla barriera finale del 25,8%.

La barriera finale per Eni è fissata a 8,32 euro, un livello che, a guardare le stime degli analisti appare abbastanza profondo. Il consensus Bloomberg sul titolo ha un target price doppio a 16,45 euro con 21 consigli Buy (acquistare il titolo) 8 Hold (tenerlo in portafoglio) e nessun sell.

Punti di forza

Confrontando quotazioni e barriere con i target price degli analisti emerge che i sottostanti offrano una buona protezione. Il consensus Bloomberg su Bp vede un target a 503 pound il titolo tratta a 385 pound, gli analisti si dividono con 18 consigli Buy (acquistare il titolo) 8 Hold (tenerlo in portafoglio), nessun consiglio di cedere il titolo. Per Total lo scenario non è diverso con un target price a 61,73 euro sui 49 di oggi, 21 Buy e 8 Hold e nessun consiglio di vendita.

L’altro punto di forza è il fatto che il certificate quota sotto la pari. Dal 12 aprile del prossimo anno, quindi dopo aver staccato 71 euro di cedole, se solo Eni si riportasse ai valori del 10 giugno e Bp sopra la barriera il certificate verrebbe rimborsato a 1.000 euro con un capital gain di 73 euro a cui si aggiunge il flusso cedolare di 71 euro. Arriviamo così a 141 euro ovvero con un rendimento del 15,27% su un settore che potrebbe continuare a fare bene nonostante un mercato in calo.

Altro punto di forza è la solidità dell’emittente, Ubs vanta un rating Aa3 da parte di Moody’s, A+ da S&P e AA- da Fitch.

Oggi data di valutazione della cedola trimestrale, con stacco venerdì, quindi acquistando oggi ci sono elevate possibilità di incassare il premio.

Punti di debolezza

Il punto di debolezza rimane Eni, la distanza della barriera non è più profonda come prima ma crediamo che con il greggio su questi livelli ci siano ampie possibilità di recupero, anche solo per vendere il certificato prima della scadenza.

Scenari alla scadenza

Se non sarà intervenuto il rimborso anticipato alla scadenza (data di valutazione il 12 aprile 2027) avremo il classico doppio scenario, ovvero positivo con rimborso a 1.000 euro dai 922 di acquisto e stacco di tutte le cedole non distribuite per l’effetto memoria.

Lo scenario negativo lo avremo se, anche solo uno dei sottostanti si è portato alla data di valutazione finale, sotto il livello di barriera. Se ad esempio, Eni registrerà a scadenza una performance negativa del 41% dal livello iniziale il certificate verrebbe rimborsato a 690 euro dai 922 di acquisto. La performance finale dovrà tenere conto delle cedole staccate.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento. Ubs vanta un rating Aa3 da parte di Moody’s, A+ da S&P e AA- da Fitch. I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione. Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.


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Idea di investimento
Possibile rendimento annuo del 7,10% con il certificate su Eni, Total e BP
Sottostanti:
Eni S.p.ATOTAL SEBP p.l.c
Rendimento p.a.
7,1%
Cedole
1,775% - €17,75
Memoria
si
Barriera Cedole
60%
ISIN
DE000UK0EP66
Emittente
UBS
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Isin: IT0003132476
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