Enel pronta a cedere la quota di OpenFiber. Si scaldano i motori per la rete unica


Domani il cda di Enel potrebbe conferire al management mandato per avviare il percorso di cessione a Macquarie della quota del 50%. Il percorso non è privo di ostacoli, tra cui le contestazioni di Infratel e l’opposizione di Cdp a una quota paritaria in OF in mano a un investitore estero. Sullo sfondo le mosse di Tim per conferire gli asset nella rete unica AccessCo.


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Enel: ok alla vendita della quota in OpenFiber a Macquarie

Il cda di Enel potrebbe dare il disco verde alla vendita della quota del 50% Open Fiber al fondo Macquarie. Un passaggio centrale nel processo di definizione della rete unica italiana, in cui sono coinvolti, oltre a Enel e il fondo infrastrutturale australiano, anche altri attori centrali, come Telecom Italia e Cassa Depositi e prestiti. Quest’ultima, appunto, ha in mano il restante 50% della società. Secondo quanto scrive oggi il Sole 24Ore, è probabile che il cda di Enel di domani conferisca al management un mandato per avviare il percorso di cessione a Macquarie della quota.

Secondo Fidentiis, la notizia «sarebbe positiva per Telecom Italia in quanto potrebbe rappresentare un primo passo verso la creazione della rete unica e potrebbe rimuovere parte dello stallo cui abbiamo assistito negli ultimi mesi».

Cessione OF, un percorso a ostacoli

Esistono però una serie di ostacoli sul percorso di cessione di OpenFiber. Da un lato l’autorità di controllo Infratel contesta ritardi nel raggiungimento degli obiettivi di OF, e questo potrebbe spingere Macquarie a chiedere uno sconto rispetto al prezzo pattuito di 7,5-8 miliardi di euro per il 100% dell’EV (Enterprise Value). Dall’altro Cdp spinge per aumentare la propria quota oltre il 50% di OF e, secondo indiscrezioni, non sarebbe a conoscenza dei contenuti dell’offerta di Macquarie, nonostante ne abbia fatto più volte richiesta (e, in definitiva, non è detto accetti lo stesso prezzo offerto dal fondo australiano).

Il nodo Telecom Italia

Sul fronte rete unica, poi, si dipana la matassa Tim. La società di telecomunicazioni avrebbe avviato gli accordi per definire gli asset da conferire nella rete unica AccessCo. Il processo potrebbe essere completato nei primi mesi del 2021, ma a oggi non è noto quanto tempo ci vorrà per vendere la quota di Enel. La Lettera di Intenti firmata da Tim e Cdp prevede il completamento del processo di valorizzazione degli asset relativi alla futura rete unica entro la fine dell’anno, ed entro marzo 2021 la firma del merger.

Nonostante le fibrillazioni e i dubbi sul deal, le società coinvolte reagiscono positivamente. Boom di Enel a piazza affari, dove guida il Ftse Mib in rialzo del 2,44% scambiato a 8,24 euro. Tim sale dello 0,91% a 0,39 euro, per Equita Sim il titolo è buy con target price di 0,47 euro. Intanto l'autorità per le garanzie della comunicazioni Agcom ha deciso l'avvio di un'istruttoria per valutare gli effetti sul pluralismo dei media della contemporanea presenza di Vivendi in Mediaset e in Tim.

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