Eni, analisti alzano il target price

Due grandi case d’investimento alzano il loro prezzo obiettivo sul titolo del gruppo italiano che, nel frattempo, ha annunciato la cessione di una parte della quota detenuta nel progetto Baleine in Costa d’Avorio.
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Luci su Eni
Focus su Eni dopo che alcuni grandi case di investimento hanno migliorato il loro giudizio sul titolo energetico italiano riflettendo la fiducia nella solidità finanziaria del gruppo.
A Piazza Affari, intanto, il titolo apre la seduta intorno la parità, a 15,11 euro, confermando così il buon andamento di questo 2025, nel corso del quale ha guadagnato il 12% anche se con correzioni nel breve legate al prezzo del petrolio e alle dinamiche internazionali.
Goldman Sachs alza il target price
In queste ore, gli analisti di Goldman Sachs hanno aumentato il prezzo obiettivo sulle azioni Eni da 15 a 16 euro, confermando la raccomandazione buy, sottolineando la sua capacità di generare valore per gli azionisti.
L’istituto ha rivisto le stime degli utili del gruppo italiano dopo i più recenti risultati trimestrali e il continuo rafforzamento della remunerazione agli azionisti (dividendi e buyback).
Il giudizio positivo si basa su fondamentali solidi, buoni flussi di cassa e sui piani industriali confermati dal management Eni.
La banca segnala la società italiana come uno dei titoli preferiti nel settore oil & gas europeo per diversificazione geografica, esposizione a settori ‘low carbon’ e nuove strategie energetiche, segnalando solidità e visione di lungo termine.
Se Eni ha staccato la prima tranche del dividendo in questo mese, “l’impatto sulle azioni è stato contenuto ma conferma la capacità di remunerare gli azionisti anche in fasi di mercato volatili”, sottolineano da GS.
Infine, Goldman ricorda che nel periodo 8-12 settembre 2025 Eni ha acquistato circa 40 milioni di euro di azioni proprie a prezzi tra 14,7 e 15 euro.
Migliori prospettive future secondo Berenberg
Anche da Berenberg hanno incrementato il target price sul titolo Eni, portandolo da 13,50 a 15,40 euro, con raccomandazione sempre a neutral (hold). Il rialzo del target price riflette miglioramenti nelle aspettative riguardo la performance del titolo nel breve-medio termine.
L’analisi evidenzia anche una sostanziale stabilità operativa di Eni sostenuta da robusti flussi di cassa e un programma di remunerazione azionaria solido, compresi dividendi e buyback.
"L'Exploration and production rimane il principale generatore di cassa nel breve termine per Eni", che inoltre "continua a utilizzare il suo modello satellitare per ottimizzare il proprio portafoglio", spiegano gli analisti.
La cessione di Baleine
Nel frattempo, Eni ha comunicato la cessione del 30% detenuta nel progetto Baleine in Costa d’Avorio al gruppo olandese Vitol, scendendo così al 47,25%, mentre il restante 22,75% è ancora in mano alla locale Petroci.
La transazione è “in linea con la strategia di Eni volta all'ottimizzazione delle attività upstream, che prevede di anticipare la valorizzazione delle scoperte esplorative attraverso la riduzione delle partecipazioni in esse (il cosiddetto modello dual exploration)”, spiega in una nota il management del gruppo italiano.
Eni e Vitol sono già partner nei progetti OCTP e Block 4 in Ghana e questo accordo "consolida ulteriormente la collaborazione tra le due società in Africa occidentale".
Baleine è il principale progetto di sviluppo offshore nel Paese e il giacimento giant è stato scoperto nel 2021, a 20 anni dall'ultima scoperta commerciale nel Paese. La produzione è iniziata in tempi record, nel 2023: con una produzione complessiva tra Fase 1 e 2 di oltre 62.000 barili di petrolio e più di 75 milioni di piedi cubi di gas al giorno, destinata a salire fino a 150.000 barili di petrolio e 200 milioni di piedi cubi al giorno con l'avvio della Fase 3, il progetto rappresenta un pilastro fondamentale per soddisfare la domanda energetica interna.
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