Eni debole tra warning Shell e calo del petrolio

La multinazionale britannica ha annunciato svalutazioni tra i 2,5 e i 4,5 miliardi di dollari per il quarto trimestre 2023 alla luce delle difficoltà rilevate dal polo chimico e di raffinazione di Singapore.
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Eni in rosso
Eni e tutto il settore petrolifero europeo in difficoltà nel giorno del warning di Shell e con il petrolio in calo.
Le azioni della compagnia italiana cedono oltre il 2% dopo circa due ore di contrattazioni e scendono ad un minimo di 15,18 euro, ai minimi dal 21 dicembre.
Se anche Shell cede più del 2% a Londra, scendono del 3% Saipem, Galp ed Equinor, mentre restano in difficoltà Maire Tecnimont (-2%), TotalEnergies (-1,5%), Repsol (-1,5%) e Saras.
Perdite dell’1% per i prezzi del greggio, con i future WTI scambiati sotto i 73 dollari e il Brent venduto a 77,80 dollari al barile.
Il recente aumento della produzione OPEC (+70 mila barili al giorno da dicembre), con i conseguenti ribassi dei prezzi del petrolio da parte dell’Arabia Saudita hanno compensato i timori per un’escalation delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente.
Warning Shell
Dopo quanto comunicato da Exxon, anche Shell ha segnalato nell’update operativo svalutazioni tra circa 2,5 e 4,5 miliardi di dollari per il quarto trimestre del 2023, legate principalmente al polo chimico e di raffinazione di Singapore (che sta cercando di vendere). La multinazionale comunicherà i suoi risultati completi il prossimo primo di febbraio.
La società prevede una produzione di gas integrato pari a 880-920.000 boe/giorno con opex di 1,1-1,3 miliardi di dollari, con Trading & Optimisation che sarà significativamente più elevato rispetto al terzo trimestre del 2023 a causa della stagionalità e delle maggiori opportunità di ottimizzazione. La produzione Upstream è prevista a 1,83-1,93 milioni di boe/giorno con opex 2,2-2,6 miliardi di dollari. I risultati del Marketing sono attesi essere in linea con quelli del trimestre precedente. Nel settore Chemicals & Products, dove c'è un opex sottostante di 2,8-3,2 miliardi di dollari, si ritiene che Trading & Optimisation sarà significativamente inferiore a quello del terzo trimestre il segmento Chemicals & Products registrerà una perdita rettificata nel quarto trimestre.
Il nuovo bond
Questa mattina Eni ha annunciato in una nota una nuova emissione obbligazionaria a tasso fisso con durata di 10 anni, compresa nell'ambito del proprio programma di Euro Medium Term Note.
L'operazione, prevista per oggi, è destinata agli investitori istituzionali e il bond sarà collocato compatibilmente con le condizioni di mercato e successivamente quotato alla Borsa di Lussemburgo.
L'emissione del prestito obbligazionario, riporta il comunicato, avviene in esecuzione di quanto deliberato dal consiglio di amministrazione il 7 aprile 2022 ed è volto a finanziare i futuri fabbisogni di Eni ed a mantenere una struttura finanziaria equilibrata. Eni ha rating Baa1 da Moody's, A- da S&P e A- da Fitch.
Nell'operazione è impegnato un sindacato di banche composto da Credit Agricole CIB, Deutsche Bank, HSBC, Intesa Sanpaolo (IMI CIB Division), Mediobanca, MUFG, Natixis, SMBC, Societe Generale Corporate & Investment Banking, Standard Chartered Bank e UniCredit che agiranno come joint bookrunner.
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