Eni punta Edison: decisione del governo francese entro metà 2023?


L’esecutivo di Macron potrebbe cedere la società per finanziare parte dei nuovi investimenti sul nucleare, mentre gli analisti apprezzano il processo di decarbonizzazione attualmente intrapreso da Eni.


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Eni punta Edison

Eni guarda verso la Francia, mettendo nel mirino in particolare Edison, detenuta al 97% dalla multinazionale transalpina Électricité de France (Edf).

Le indiscrezioni di un potenziale interesse sono state diffuse da un articolo de Il Sole 24 Ore, nel quale si parla di segnali ancora contraddittori, mentre non ci sarebbe alcuna manifestazione d’interesse o candidatura concreta.

Oltre a Eni, i nomi ‘caldi’ per acquisire Edison sarebbero diversi, da A2A fino al fondo infrastrutturale F2i.

I tempi, spiega il quotidiano finanziario, potrebbero essere lunghi, in quanto Edf ancora non ha avviato procedure formali e non ha ancora nominato un advisor, mentre lo scorso agosto aveva anche negato qualsiasi intenzione di vendita di Edison.

Segnali finalizzati a distrarre, secondo il Sole, in quanto tra gli addetti ai lavori del settore “c’è la convinzione crescente che Edf prenderà una decisione di cessione di Edison entro la metà dell’anno”.

Le ragioni della vendita

Mentre il governo francese è impegnato ad acquisire tutte le azioni del gruppo Edf ancora non possedute, vista l’offerta di 12 euro ognuna e una spesa totale di circa 10 miliardi di euro, la vendita di Edison potrebbe portare nuove risorse per raggiungere gli obiettivi dell’esecutivo.

In particolare, vendere Edison permetterebbe di rilanciare gli investimenti sulle centrali nucleari esistenti e sostenere la costruzione di nuovi reattori, con un conto da pagare da 50 miliardi di euro.

La valutazione di Edison si fermerebbe ad una valutazione tra i 7 e gli 8 miliardi, ma rappresenterebbe comunque una spinta importante per le casse di Edf e quindi per i piani del governo Macron.

Conseguenze su Edison

Se Edf potrebbe cedere solo alcune attività di Edison, la vendita rappresenterebbe anche un’occasione per la stessa società, visto che Edf non si occupa più di esplorazione e produzione di idrocarburi.

Inoltre, potrebbe portare ad alleanze con fondi di investimento infrastrutturali, soprattutto se il tema diventasse ‘caldo’ nel corso di quest’anno.

Focus su Edison

Equita Sim mantiene la raccomandazione ‘buy’ sul titolo Eni, con target price di 19 euro rispetto ai 13,50 euro di questa mattina (-2%).

Gli analisti della sim ricordano un Mol di 989 milioni per Edison nel 2021, un risultato operativo di 466 milioni e uno netto di 413 milioni.

Gli altri dati operativi del 2021 vedono una produzione netta di elettricità di 17,4 TWh (6,3% di produzione in Italia, terzo produttore dopo Enel ed Eni), contratti di approvvigionamento di gas per 12,7 bcm/anno (18% quota sull’import in Italia, secondo importatore dopo Eni) e un’energia elettrica venduta ai clienti finali di 15,5 TWh (6% quota di vendite sul mercato libero, seconda dopo Enel), con una potenza netta installata pari a 6,5 GW (terzo in Italia).

Piace la decarbonizzazione

Analisti focalizzati anche sulla nascita della newco Eni Sustainable Mobility (ESM), annunciata a inizio 2023 e coerente con il percorso di decarbonizzazione della società italiana.

Secondo il Messaggero, il ramo d’azienda scorporato avrebbe un valore di 5 miliardi di euro e “in previsione di un flusso di cassa negativo per due anni di ESM per investimenti e ipotesi di acquisizioni, il passaggio delle partecipazioni sarà coperto per il 50% del valore attraverso un aumento di capitale di ESM da parte di Eni e l’altro 50% un finanziamento erogato da Eni”.

Il percorso di decarbonizzazione piace agli analisti, in particolare agli esperti di Bernstein che decidono la promozione del titolo da ‘market perform’ a ‘outperform’.

Eni Sustainable Mobility, “insieme a Plenitude, rappresenta la seconda leva strategica per la decarbonizzazione”, sottolineano gli esperti di Equita Sim, ricordando che “la nuova società includerà le attività di bioraffinazione, biometano e la vendita di prodotti, servizi e soluzioni per la mobilità (Italia/estero), che la vedrà evolvere verso una società multiservice e multi-energy”.

“Il target di Ebitda della mobilità sostenibile è pari a oltre 0,9 miliardi di euro entro il 2025. Riteniamo che la creazione della business unit di mobilità sostenibile possa valorizzare gli investimenti in attività low carbon che invece sarebbero diluiti all’interno degli investimenti di una energy company. Circa il 25% delle spese per investimenti di piano 2022-2025 è destinato a investimenti low carbon”, sottolineano dalla sim milanese.

Secondo Banca Akros (‘buy’ e target price di 18,59 euro), “Eni Sustainable Mobility sosterrà il percorso di transizione energetica di Eni”, mentre da Intesa Sanpaolo (‘buy’ e tp di 16,6 euro) ritengono che non sia è da escludere che Eni Sustainable Mobility possa anche arrivare in Borsa, tanto da parlare di un “potenziale listing della nuova società nel medio termine”.

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