Equinor, risultati molto forti a supporto della nostra tesi
Equinor ha pubblicato i risultati del primo trimestre dell'anno con un impressionante flusso di cassa netto, ma per Citigroup è ancora da vendere. Ecco perché non concordiamo con la view della banca d'affari Usa.
Analisti ancora troppo negativi
La società energetica norvegese Equinor ha guadagnato circa il 33% da quando l’avevamo segnalata per la prima volta il 18 gennaio. Come allora, riteniamo che l’azione sia sottovalutata in un'ottica di medio periodo, per cui non concordiamo con la view di alcuni analisti, tra cui Citigroup, che sostengono sia il momento di vendere. Chiaramente, possono esserci alcune prese di profitto ma che rappresentano solo movimenti tecnici di breve termine che non intaccano la visione fondamentale di medio della società.
Su 29 analisti che coprono il titolo, solo 9 hanno un giudizio positivo o di acquisto con un prezzo obiettivo medio di 328 nok, rispetto alla chiusura di ieri a 335.
I risultati del primo trimestre
Equinor ha chiuso i conti del primo trimestre con ricavi in crescita del 123% su base annua a 36,05 miliardi di dollari, oltrepassando di 3,88 miliardi il consensus. Gli utili lordi (prima delle tasse) si sono attestati a 18 miliardi di dollari (superiori di 4,5 volte ai 4,09 miliardi dell’anno scorso), anche qui ssuperando i 17 miliardi di dollari stimati dal consensus.
La decisione di uscire completamente dalla Russia ha fatto registrare un costo di circa 1 miliardo di dollari.
Impressionante il flusso di cassa netto pari a 12,7 miliardi di dollari.
Nuove richieste di forniture a lungo termine
Nel corso di un’intervista al Wall Street Journal, l’ad Anders Opedal ha affermato che la società norvegese è alla ricerca di "ogni opportunità" per aumentare la produzione di gas, e che stanno arrivando “nuove richieste di forniture a lungo termine”.
Il 16 maggio Equinor darà il via alla seconda parte del piano di riacquisto di azioni proprie, che prevede un ammontare di 1,33 miliardi di dollari, per un totale di 5 miliardi, che si concluderà entro il 26 luglio.
L’azione tratta a 6,7 volte gli utili attesi nel 2022, con dividend yield del 4,2% (ordinario e straordinario) più buyback.
Il dato che più impressiona è il free cash flow yield: come detto, questo trimestre il flusso di cassa è stato di 12,7 miliardi di dollari. Anche se assumiamo in modo conservativo che il flusso di cassa dell’intero anno si assesti intorno ai 20 miliardi, otteniamo comunque un elevato free cash flow yield del 17%.
Se consideriamo infine che la società non ha debito, vi è ampio spazio per l’aumento di dividendi e buyback, ovvero la remunerazione per l'azionista, che già agli attuali livelli è tra le più alte a livello globale nel settore.
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