La Fed passa il testimone alle altre banche centrali, oggi la BCE

La borsa di Francoforte dovrebbe aprire in calo dello 0,4%. Ieri Jerome Powell ha messo uno stop al rialzo di Wall Street: l’S&P500 ha chiuso in ribasso dello 0,6%, dato +2% di avvio seduta. Borse della Cina in ribasso, frenano produzione industriale e consumi. Tesla scende sui minimi degli ultimi due anni.
“Non è il taglio tassi”, l’obiettivo primario del momento della Federal Reserve, il governatore Jerome Powell lo ha chiarito più volte nel corso dei trenta e passa minuti di domande arrivate dai giornalisti ed il messaggio è arrivato a destinazione. L’S&P, in rialzo di oltre il 2% in avvio di seduta, è franato all’ingiù nelle ultime due ore, chiudendo in ribasso dello 0,6%.
I future di Wall Street sono poco mossi, mentre la borsa di Francoforte dovrebbe aprire in calo dello 0,3%. Non si è quasi mosso il mercato delle obbligazioni, con il decennale degli Stati Uniti intorno ai livelli di rendimento del giorno prima, 3,50%. Movimenti più importanti per le opzioni, perché fino a poche ore fa il mercato puntava ad una discesa dei tassi di interesse nella seconda parte dell’anno prossimo.
Powell ha spiegato che la banca centrale non ha altro obiettivo se non quello della stretta monetaria, “Pensiamo di dover mantenere questa impostazione restrittiva per qualche tempo ancora, l’esperienza ci sconsiglia fortemente un allentamento della policy”. Si potrà prendere in considerazione una riduzione del costo del denaro quando il board avrà la “piena convinzione” della traiettoria verso il basso dell’inflazione. “E’ questo il test”, ha detto il governatore. In altre parole, la banca centrale ha detto che il cambio di politica monetaria non sarà quando l’inflazione sarà tornata sotto al 2%, ma quando gli indicatori macroeconomici mostreranno in modo chiaro che il percorso dei prezzi al consumo è tracciato. “Non siamo ancora fuori dalle secche, ha detto al Wall Street Journal, Viraj Patel, global macro strategist a Vanda Research. “Siamo ancora in un ambiente di inflazione sopra la media”.
La Federal Reserve ha alzato, come da previsioni, i tassi di riferimento a 4,25%-4,50%, + 50 punti base. I membri del board si aspettano che il picco dei tassi sia alla fine dell’anno prossimo, a 5,1%, mentre a settembre stimava no +4,6%.
CINA
Tutte giù le borse dell’area Asia Pacifico, depresse anche dai dati macroeconomici cinesi. La produzione industriale è salita in novembre del 2,2%, in rallentamento dal +5% di dicembre: il consensus era +3,5%. Le vendite al dettaglio sono scese di quasi il sei per cento anno su anno il mese scorso, in forte peggioramento dal -0,5% di ottobre. La disoccupazione sale al 5,7%, massimo degli ultimi sette mesi. Raymond Yeung, il chief economist China della banca Australia&New Zealand Banking Group ha detto in un report che dicembre non sarà tanto meglio, anche perché ci potrebbero essere gli effetti dell’aumento dei contagi dovuto al cambio della policy sanitaria. La borsa di Hong Kong perde l’1%, quella di Shanghai lo 0,3%. Nikkei di Tokyo -0,4%.
TESLA
Il titolo ha perso oltre il 2% a 156 dollari, prezzo che non si vedeva da due anni. Elon Musk, che per effetto del calo delle quotazioni del suo principale asset non è più l’uomo più ricco del mondo, ha fatto sapere stanotte alla SEC di aver venduto a inizio settimana 22 milioni di azioni Tesla, pari a 3,58 miliardi di dollari. Da inizio anno il titolo del produttore di auto elettriche perde il 55%, Musk ha venduto azioni quattro volte.
COMMODITIES
Il petrolio Brent torna giù dopo tre sedute consecutive di rialzo, stamattina il greggio del Mare del Nord tratta a 82,3 dollari il barile, -0,5%. I dati di novembre sulla produzione di acciaio in Cina anticipano il secondo anno consecutivo con il segno meno. Si sentono gli effetti dell’entrata in vigore delle norme sull’inquinamento atmosferico e della crisi dell’edilizia. Nuovi record invece per la produzione di carbone.
Dopo due giorni di rialzo, è in lieve calo il franco svizzero su dollaro. Stamattina la banca centrale della Svizzera dovrebbe annunciare un rialzo dei tassi da 0,5% a 1%: gli economisti concordano sull’incremento ma sono molti divisi sulle indicazioni che SNB fornirà sul contrasto all’inflazione. Nel corso della giornata arrivano gli annunci delle banche centrali delle Filippine, del Messico e dell’Inghilterra.
L’euro dollaro è in lieve calo a 1,065. Alle 14.15 esce il comunicato della banca centrale dell’Unione Europea.
BCE
“Lo scenario di base prevede un rialzo di 50 pb, ma il rischio di un rialzo di 75 pb non è trascurabile”, scriveva due giorni fa Annalisa Piazza, Fixed Income Research Analyst di MFS Investment Management. Bisogna infatti tener conto “di tutti i messaggi a sostegno di una politica ancora restrittiva lanciati da gran parte dei membri del Consiglio Direttivo della BCE nelle ultime settimane” e del fatto che “anche i membri più prudenti della BCE vedono ora la necessità di un'ulteriore normalizzazione per evitare che la spirale negativa dell'inflazione si materializzi nel medio termine”.
Piazza segnala che “le pressioni inflazionistiche sottostanti non hanno ancora raggiunto il loro picco” ed aggiunge che “l'attuale tendenza si arresterà all'inizio del 2023”. Secondo MFS, Il rialzo tassi dovrebbe rallentare nei prossimi mesi, per poi arrestarsi intorno al 3%. Oggi siamo al 2%.
François Rimeu, Senior Strategist di La Française AM si dice convinto di un aumento di 50 punti base, con tasso sui depositi che arrivano al 2%. Christine Lagarde dovrebbe ribadire che la sequenza dei prossimi rialzi sarà stabilita passo dopo passo, senza fornire indicazioni sul livello del tasso finale. Per quanto riguarda la riduzione dei bond in portafoglio, si dovrebbe iniziare, in modo graduale, nel marzo 2023. Infine, “sul fronte economico, ci aspettiamo che le proiezioni della BCE sull'inflazione vengano riviste al rialzo nel 2022 (dall'8,1% all'8,5%) e nel 2023 (dal 5,5% al 6,1%)”. Per quanto riguarda la crescita, Rimeu si aspetta una revisione al ribasso del PIL 2023 (a +0,3%, da +0,9%) e del Pil 2024, dall'1,9% all’1,5%.
2023
Dopo la “grande moderazione” del 2021 e la guerra all’inflazione del 2022, il 2023 sarà l’anno della nuova normalità, “un contesto caratterizzato da una volatilità più elevata che dovrebbe ancora offrire opportunità per gli investitori azionari, ma probabilmente sarà anche caratterizzata da ribassi più marcati e periodi di ripresa meno veloci”. Altaf Kassam, Head of Investment Strategy and Research per l’area EMEA di State Street Global Advisors, la divisione di asset management di State Street Corporation. Il 2023 non dovrebbe essere l'anno delle borse, chi decide di procedere su questa via dovrebbe scegliere le società più solide e con gli utili più stabili, ma comunque dovrebbe coprirsi in modo efficace dai rischi di ribasso.
TITOLI
Telecom Italia punta a ridurre il debito della società attraverso la vendita di asset. A dirlo è l'AD della società di tlc, Pietro Labriola. Secondo una fonte vicina alla situazione, la società ha avuto un incontro con i rappresentanti di Global Infrastructure Partners (Gip) per discutere di un eventuale investimento da parte del fondo infrastrutturale nella rete della società telefonica.
Saipem ha annunciato di aver firmato contratti del valore complessivo di 1,2 miliardi.
Enel. Il Cda ha autorizzato l'emissione, entro il 31 dicembre 2023, di uno o più prestiti obbligazionari non convertibili, sotto forma di titoli subordinati ibridi, anche di natura perpetua, per un importo massimo complessivo pari al controvalore di 2 miliardi di euro. La società è entrata in una fase avanzata delle trattativa con la greca PPC, oggetto del negoziato sono le attività in Romania.
Italgas ha approvato il piano di creazione di valore sostenibile 2022-2028, che si inserisce nella traiettoria già tracciata dal piano strategico 2022-2028 da 8,6 miliardi di euro di investimenti e approfondisce il rapporto tra il business del gruppo Italgas e gli impatti legati al cambiamento climatico.
Aedes. Dopo il perfezionamento oggi dell'acquisto da parte di Domus Srl del 54,86% del capitale di Aedes il veicolo - partecipato da Hines, Apollo Asset Management e VI-BA - lancerà un'Opa obbligatoria totalitaria finalizzata al delisting sul restante 45,14%.
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