Fed verso un taglio dei tassi domani ma incertezza sul 2025

Domani la Federal Reserve è vista tagliare i tassi di 25 punti base ma i rischi inflazionistici potrebbero rallentare la corsa alla riduzione del costo del denaro nel corso del prossimo anno.
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Vigilia Fed
Arriverà domani la decisione della Federal Reserve, attesa come sempre alle ore 20 italiane e seguita dalla consueta conferenza stampa del Presidente Jerome Powell.
La stragrande maggioranza degli osservatori dà praticamente per certo un taglio die tassi di 25 punti base, che porterebbe il tasso dei Fed Funds al 4,25-4,50%. I future FedWatch, quotati al CME segnalano una riduzione di un quarto di punto con un margine d'errore davvero minimo: il 95,4% sconta una riduzione di un quarto di punto e solo una piccola minoranza del 4,6% indica una politica invariata.
Anche Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud Asset Management, ritiene che la Fed taglierà di 25 punti base il suo tasso di riferimento domani: “infatti, riteniamo che il processo di disinflazione stia proseguendo e la lettura dell’inflazione dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) di ottobre non cambia questo scenario”.
Prospettive per il 2025
Con il taglio certo per domani, molti degli interrogativi si spostano sulle previsioni per il prossimo anno. A settembre, il dot-plot, ovvero la rappresentazione grafica a puntini in cui si sintetizzano le previsioni dei vari membri del FOMC sui futuri tassi di interesse, indicava che la maggioranza dei banchieri si aspettava un tasso finale sui Fed Fund al 3,4% alla fine del 2025 ed al 2,9% alla fine del 2026. Tuttavia, con il miglioramento delle previsioni sull'economia, anche le aspettative sui tassi potrebbero essere mutate ed in particolare ci si aspetta un rallentamento del ritmo di adeguamento al tasso neutrale e quindi un minor numero di tagli nel 2025.A questo proposito, sempre il FedWatch Tool di CME Group indica per gennaio un'altissima probabilità di una pausa (il 79,9% vede un tasso fermo al 4,25-4,50%), mentre su marzo c'è un maggior bilanciamento delle aspettative, con un 49,4% che attende una riduzione di altri 25 punti ed un 40,3% che propende per un tasso invariato.
Pausa a gennaio?
Una pausa per gennaio è prevista anche dall’analista Michael Krautzberger, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors, secondo il quale "la Fed applicherà maggiore cautela nell'avvicinare la politica monetaria a un livello neutrale, evitando probabilmente un ulteriore taglio a gennaio intanto che valuta i dati in arrivo”.
Per Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, ci si attende "un cambio di atteggiamento da parte dei membri del FOMC nel processo di riduzione dei tassi" ed un taglio da "falco" in quanto precederà un periodo di stabilità dei tassi.
"A nostro avviso il presidente della Fed utilizzerà proprio le proiezioni economiche per anticipare una possibile pausa a gennaio e una maggiore cautela per tagliare nuovamente il costo del denaro in vista anche delle prossime politiche economiche del nuovo presidente Donald Trump che si insedierà a Washington il prossimo 20 gennaio", afferma l'esperto, aggiungendo: "riteniamo che il grafico dot-plot possa evidenziare un approccio meno dovish da parte dei banchieri centrali con una mediana di membri del FOMC che possa spostarsi a soli 3 riduzioni dei tassi nel 2025 (range 3,50%-3,75%). Nell'ultimo grafico dotplot di settembre erano 6 i membri che si aspettavano 4 tagli nel 2025, altri 6 membri ne prevedevano 5 e due banchieri ne stimavano 6".
Paolo Zanghieri, Senior Economist di Generali Investments, prevede un taglio di 25 punti base domani e ritiene che Powell sottolineerà che ulteriori allentamenti saranno più lenti e dipendenti dai dati. L'esperto si attende per il 2025 una crescita ancora stabile e un graduale allentamento dell'inflazione, ricordando che i membri del FOMC hanno suggerito che l'attuale politica si trova ora in una fase in cui ulteriori riduzioni potrebbero avvenire più lentamente.
Pertanto, Zanghieri si aspetta per il 2025 un ulteriore taglio di 75 punti base, che porterebbe il tasso di politica monetaria nella fascia del 3,5%-3,75%. "I rischi sono orientati verso un ulteriore minore accomodamento, poiché l'inflazione potrebbe sorprendere al rialzo. Inoltre, le stime dei partecipanti al FOMC riguardo al tasso dei fondi federali a lungo termine sono aumentate nel corso dell'ultimo anno e dovrebbero continuare a farlo, con la mediana del dot plot a lungo termine che salirà al 3%" sostiene l'esperto.
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