Fedex -5/6%: inflazione sui costi e conference call "confusa"

Raffica di tagli dei target price per la società statunitense di consegna pacchi, che ieri ha pubblicato i conti trimestrali.
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Risultati in linea col consensus
Il colosso delle spedizioni di Memphis ha pubblicato i risultati relativi al trimestre appena concluso. Gli utili per azione si sono attestati a 4,59 dollari (+33% anno su anno), solo 0,06 dollari sotto le stime. Fedex ha comunicato ricavi pari a 23,6 miliardi di dollari (9,8% anno su anno), 270 milioni sopra al consensus. Più o meno in linea con il consensus anche la guidance.
Ma a non essere piaciuta è stata la conference call del management, definita da qualcuno “un po' confusa”. Il management ha affermato che il boom del commercio elettronico nel periodo pandemia sembra essersi esaurito tornando a livelli più normalizzati. Le risposte alle domande su questo tema sembra non siano state all'altezza dello stimato management. Quanto detto sul commercio elettronico contraddice inoltre alcune dichiarazioni precedenti in cui si faceva riferimento a una crescita strutturale sostenibile a certi livelli anche a fine pandemia.
Costi dei trasporti e salari sono in aumento
Sulla questione costi è emersa la presenza di componenti favorevoli che hanno limitando il loro incremento, componenti che però non sembrano ripetibili: i timori quindi sono che l'inflazione sui costi possa continuare e accelerare più di quanto atteso dal management.
L’azione tratta a 11 volte gli utili per azione a maggio 2022 (anno fiscale) e 9,8 volte sul 2023.
Il punto è che la stima di consensus maggio 2023 di utili per azione di 23 dollari (rispetto a 20,7 dollari sul 2022) può essere a rischio di significativa revisione al ribasso.
Il giudizio degli analisti
Bank of America rimane positiva sul titolo, essenzialmente per la valutazione bassa, ma riduce il prezzo obiettivo da 297 a 280 dollari.
Ravi Shanker di Morgan Stanley mantiene un giudizio neutrale sull'azione e riduce il prezzo obiettivo a 250 dollari dai precedenti 260, affermando che a questo punto sarà molto importante l'Analyst Day del 28 Giugno. Citigroup rimane positiva ma riduce il prezzo obiettivo a 270 dollari dai precedenti 300, mentre J.P. Morgan da 297 scende a 282 dollari. In ultimo, Wellington Fargo, che sul titolo aveva il prezzo obiettivo più elevato, da 315 dollari lo abbassa a 277.
In conclusione, riteniamo che la valutazione appaia attraente ma vi è anche un rischio piuttosto alto di revisione significativa delle stime al ribasso (earnings momentum negativo).
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