Fincantieri ancora sostenuta dall’aumento delle spese militari
La società di cantieristica navale resta tra le più favorite dal trend dell’aumento delle spese militari attualmente in corso in diversi paesi, con gli Stati Uniti che ieri hanno incrementato del 4% i fondi per la difesa.
Rally di Fincantieri
Navigazione a Piazza Affari ancora veloce per Fincantieri, tra i titoli che più beneficiano (insieme a Leonardo) dell’aumento delle spese militari attualmente in corso in diversi paesi.
Oggi le azioni della società pubblica operante nel settore della cantieristica navale guadagnano oltre il 3%, recuperando subito le perdite di ieri (-2,60%) e tornando a quota 0,635 euro.
Dall’inizio del conflitto militare in Ucraina (24 febbraio), il titolo del più importante gruppo navale d’Europa ha guadagnato oltre il 20%, toccando il suo massimo nel 2022 lo scorso primo marzo, a 0,6495 euro.
Usa aumentano le spese militari
Mentre resta l’incertezza sui colloqui di pace nonostante l’impegno di Mosca a ridurre notevolmente le sue operazioni militari nel nord dell’Ucraina, in queste ore Joe Biden aveva annunciato il budget per l’anno fiscale 2023, pari a 5.800 miliardi di dollari, dei quali 813 destinate alla difesa.
Si tratta dell’aumento del 4% rispetto all’anno fiscale in corso, con 30 miliardi in più e 6,9 miliardi per aiutare la Nato, oltre a 1 miliardo per l’Ucraina.
Al momento di chiedere al Parlamento un maggior stanziamento per la Difesa, Biden sottolineava l’importanza di un “investimento continuo per rispondere con forza all’aggressione di Putin contro l’Ucraina”, mentre gli USA si occuperanno anche di sostenere i bisogni “economici, umanitari e di sicurezza” del paese invaso.
Si tratta, ha riconosciuto Biden, di “uno dei più grandi investimenti nella nostra sicurezza nazionale della storia, con i fondi necessari per assicurare che il nostro esercito rimanga il meglio preparato, meglio addestrato e meglio equipaggiato del mondo”.
L’impatto su Fincantieri
L’aumento delle spese militari rappresenta “un’ulteriore conferma del trend in atto e già annunciato da alcuni paesi dell'Europa occidentale come Germania e Italia”, spiegano da Equita Sim.
Secondo la sim milanese, Fincantieri è favorita da questo trend, in quanto “il business militare rappresenta circa il 25% dei volumi complessivi” e “garantisce margini migliori rispetto al settore croceristico e un miglior profilo dei pagamenti”.
Al momento della presentazione dei conti, inoltre, da Fincantieri sottolineavano che “lo scenario politico che si sta delineando può portare, nel medio termine, ad una potenziale ricaduta positiva su tutto il settore della difesa.
Con una crescita dei ricavi pari al 28,3% nel 2021, la società ipotizzava un ritorno alla “distribuzione di dividendi sostenibili a partire dal 2022”, anche se non forniva la guidance per l’anno in corso a causa dell’incertezza derivante proprio dalle “tensioni geopolitiche”.
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