FinecoBank e Banca Generali resistono alle vendite con interesse dei fondi
Indiscrezioni di stampa rivelano che le due società sarebbero nel mirino di alcuni fondi di private equity, oltre che di Zurich, e attualmente sarebbero impegnate nella fase di valutazione di una possibile offerta.
FinecoBank e Banca Generali positive
Sono pochi i titoli in verde questa mattina tra le blu chip del FTSE MIB, oggi in calo di circa lo 0,80% indebolito dalle performance negative dei settori lusso, auto e materie di base.
In questo contesto negativo emergono i titoli di FinecoBank e Banca Generali, sostenuti dalle indiscrezioni di un interesse da parte di alcuni fondi diffuse dai media. Se la prima guadagna oltre il 2,30%, salendo a 15,765 euro, la seconda sale dell’1% e si porta a 39,14 euro. Si conferma la buona performance per entrambe nel corso di questo 2024, con un +14% per FinecoBank e del 16% per Banca Generali.
L’interesse dei fondi
Il Sole 24 Ore ipotizza un interesse su FinecoBank da parte dei fondi di private equity Bain, Cvc e Advent, oltre che di Zurich, ‘ingolositi’ dalla doppia anima della società, ovvero investing e brokerage, oltre che dai suoi buoni risultati riportati negli ultimi trimestri. Secondo il quotidiano sarebbe in corso uno studio per valutare la possibilità per fare un’offerta per la società italiana, ma i fondi avrebbero anche aperto un altro dossier che, secondo fonti finanziarie, potrebbe assumere forme concrete per l’acquisto di Banca Generali da sottoporre direttamente alla casa madre.
Un settore attraente secondo Equita
Gli analisti di Equita Sim ritengono che il settore del risparmio gestito abbia quotazioni attraenti, considerando anche il periodo di magra vissuto di recente. Numeri alla mano se il rapporto prezzo utili medio del comparto a inizio 2022 era attorno a 15 volte, oggi si attesta a circa 10,5 volte.
“Le speculazioni riteniamo siano amplificate anche dalle recenti offerte nei confronti della piattaforma Hargreaves Lansdown, che tuttavia, a differenza degli operatori italiani, rappresenta una storia di rifocalizzazione del business model e non ha licenza bancaria”, scrivono dalla sim, aggiungendo: “complessivamente, alla luce del derating sul settore e del momentum in progressivo miglioramento, valutiamo positivamente il crescente appeal speculativo nei confronti di alcuni operatori domestici. Dall'altro lato, alla luce dalle complessità legate alla licenza bancaria e alla vigilanza Banca centrale europea, riteniamo maggiormente probabile che l'interesse si possa manifestare in concreto da parte di operatori industriali, piuttosto che finanziari”.
Nessuna novità secondo WebSim
L’interesse per il settore “non è una novità”, scrivono da WebSim Intermonte (target price a 15 euro su FinecoBank), e “conferma l’attrattività del segmento wealth management italiano che, malgrado livelli di commissioni superiori alla media di altri paesi, ha dimostrato una elevata resilienza e capacità di crescita e generazione di cassa”.
“Va tuttavia ricordato che le società di wealth management hanno in molti casi licenza bancaria e che il regolatore non vede positivamente il controllo da parte di un private equity anche alla luce dei recenti problemi registrati da Eurovita nel comparto assicurativo”, proseguono dalla sim, ricordando che “eventuali operazioni andrebbero concordate con management e personale chiave delle reti che rappresentano una parte rilevante del valore di queste società”.
Inoltre, WebSim sottolinea che “l’articolo non menziona altre società del settore come Azimut dove è in corso un’operazione straordinaria per la parziale separazione della rete distributiva con la creazione di una nuova banca e che potrebbe coinvolgere nuovi investitori industriali e/o finanziari”.
Infine, gli analisti di Banca Akros ritengono che “la notizia aumenti l’appeal speculativo sul settore dell’asset management”, anche se “il principale ostacolo, sia per FinecoBank sia per Banca Generali, sarebbe legato alle valutazioni”.
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