Hugo Boss taglia ancora le previsioni di vendita per il 2024

La debolezza della domanda in Cina continua a condizionare le vendite nel settore del lusso e ieri il gruppo tedesco ha annunciato il taglio della sua guidance per l’anno in corso dopo aver registrato un calo delle vendite nel secondo trimestre.

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Hugo Boss riduce le previsioni

Settore del lusso ancora in difficoltà e oggi i fari sono puntati su Hugo Boss, con il gruppo tedesco ultimo operatore del settore moda di fascia alta a mettere in guardia sui livelli di spesa dei consumatori dopo che ieri Burberry e Swatch avevano lanciato un segnale di cautela sull’attuale andamento delle vendite.

Ieri sera Hugo Boss ha comunicato di attendersi vendite tra i 4,2 e 4,35 miliardi di euro, inferiori alla precedente guidance di 4,3-4,45 miliardi, a seguito di un calo dell’1% a 1,02 miliardi registrato nel secondo trimestre. Il dato risulta inferiore alle previsioni degli analisti interpellati da FactSet di 4,37 miliardi per il 2024 e di 1,04 miliardi nel trimestre. Ridotte anche le stime anche per l’utile operativo (Ebit), ora compreso in un range tra 350 e 430 milioni di euro, quando le previsioni precedenti erano di circa 430-475 milioni.

Per il gruppo tedesco si tratta del secondo taglio della guidance nel corso di quest’anno, anche se si attende di superare “significativamente” i livelli di ricavi del 2019 di oltre il 50% nel secondo trimestre.

I numeri

Il secondo trimestre 2024 di Hugo Boss si è chiuso con vendite currency-adjusted inferiori dell'1% rispetto al livello dello stesso periodo dell'anno precedente e nella Group currency sono diminuite dell'1%, attestandosi a 1.015 milioni di euro (2° trimestre 2023: 1.026 milioni di euro). L'utile operativo (EBIT) nel periodo è calato a 70 milioni rispetto allo stesso trimestre del 2023 (121 milioni).

Alle tendenze complessivamente più deboli delle vendite, si sono aggiunti ulteriori investimenti di marketing (+21% a 82 milioni; secondo trimestre 2023: 68 milioni) e costi di vendita al dettaglio più elevati (+12% a 238 milioni; secondo trimestre 2023: 213 milioni) che hanno contribuito anche al calo dell'EBIT.

Questi fattori sono stati parzialmente compensati da un robusto miglioramento del margine lordo (+50 punti base al livello del 62,9%), poiché Hugo Boss continua a promuovere l'efficienza nelle sue attività di approvvigionamento globale.

Il prossimo appuntamento è fissato per il primo di agosto 2024 quando il gruppo tedesco pubblicherà i risultati completi del secondo trimestre dell’anno.

Le cause della debolezza

In queste ore è emerso che in Cina le vendite al dettaglio hanno registrato un progresso del +2% su base annua nel mese di giugno: si tratta del ritmo più lento dal dicembre 2022 per uno dei mercati di sbocco più importanti per i prodotti di lusso.

“Stiamo operando in un periodo di significativa incertezza macroeconomica globale, che ha influito anche sulla nostra performance nel secondo trimestre”, spiega il CEO Daniel Grieder. “Sebbene i tempi di un'eventuale ripresa macroeconomica rimangano incerti, la nostra strategia di costante investire nei nostri marchi forti ci dà fiducia nella nostra capacità di continuare a promuovere una crescita superiore al trend e a conquistare ulteriori quote di mercato.

Trasferendo questa performance di vendita e concentrandoci ancora di più sull'efficacia operativa, abbiamo la capacità di tornare a una crescita redditizia nella seconda metà”, ha aggiunto il manager.

Il crollo in borsa

Il taglio della guidance ha provocato lo scatenarsi delle vendite alla Borsa di Francoforte per il titolo Hugo Boss, in crollo di oltre il 10% nella prima mezz’ora di scambi, scendendo a 37,415 euro, ai minimi dall’aprile 2021.

Così come avvenuto ieri, anche il resto del settore del lusso ha subìto le conseguenze del warning dei tedeschi e a farne le spese è stato soprattutto il titolo Prada (-4%), seguito da EssilorLuxottica (-2%), Burberry (-2%), Moncler (-1,30%), Kering (-1,20%), Louis Vuitton (-0,90%) e Brunello Cucinelli (-0,70%). Resiste intorno la parità Richemont grazie ad un fatturato nel trimestre solo leggermente inferiore alle previsioni.

La view degli analisti

Oggi la banca canadese RBC ha abbassato il suo prezzo obiettivo su Hugo Boss da 60 a 59 euro, ma ha lasciato il suo rating a ‘outperform’. “C'è il rischio di una valutazione inferiore delle scorte per il gruppo di moda nel terzo trimestre”, ha scritto l'analista Manjari Dhar in uno studio pubblicato ieri. Pertanto, l’esperto ha ridotto leggermente le stime degli utili per azione per il 2024 e il 2025, anche se ritiene che Hugo Boss continui a guadagnare quote di mercato e la valutazione attuale gli sembra molto poco esigente.

Più netti gli analisti di UBS, secondo i quali “è tempo di gioielli e di lasciare le borsette”, consigliando cautela sul comparto del lusso, sebbene le valutazioni, dopo la recente debolezza, trattino con un premio di circa il 54% sull’indice Msci Europe, livello inferiore a quello medio degli ultimi 5 anni attorno all’80%.

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