Focus su Intesa Sanpaolo in attesa della trimestrale
Gli analisti hanno analizzato la situazione del settore bancario italiano alla luce della loro esposizione in Russia, dove Intesa Sanpaolo continua a essere tra le più coinvolte.
Equita sceglie ancora Intesa
Focus degli analisti su Intesa Sanpaolo e sul settore bancario italiano. La banca torinese riceve ancora un ‘buy’ dagli analisti di Equita Sim, oltre che su Banco Bpm, Unicredit e Mediobanca, mentre Credem resta il “nome preferito tra le mid-cap” per la sim.
Sul settore bancario Equita continua a “mantenere una visione complessivamente positiva” nonostante le incertezze dovute al conflitto in Ucraina soprattutto per gli istituti con particolare esposizione in Russia.
Per questo motivo, spiegano dalla sim milanese, il focus dei risultati trimestrali delle banche sarà “sulle indicazioni forniranno sia sui segnali di deterioramento economico che sul fronte dei tassi di interesse”.
Pertanto, sul settore gli analisti di Equita hanno rivisto le “stime aggregate 2022-2023-2024 sull’utile netto rispettivamente del -31%, -13%, -4% per renderle più coerenti con il mutato contesto macro”.
Se da un lato questo “derating sconta già a nostro avviso uno scenario molto negativo, dall’altro lato le banche italiane stanno approcciando la crisi in buono stato sotto il profilo del capitale e della qualità dell'attivo e, a differenza del passato, il contesto dei tassi d’interesse potrebbe essere finalmente di supporto”, spiegano dalla sim.
Le previsioni sulla trimestrale di Intesa
Il prossimo vedrà molti istituti bancari sostenere ‘l’esame dei conti’ e per Intesa Sanpaolo la data segnata in rosso è quella di giovedì 6 maggio.
Gli analisti di Banca Akros prevedono un utile dimezzato per Intesa nel primo trimestre 2022, per via di una forte crescita degli accantonamenti, riconducibili principalmente alla presenza del gruppo in Russia.
Il trimestre dovrebbe vedere un aumento fino a 723 milioni di euro delle coperture per la banca torinese rispetto ai 402 milioni del 2021, mentre il profitto netto dovrebbe scendere a 740 milioni contro gli 1,5 dei primi tre mesi dello scorso anno.
Intesa Sanpaolo affronterà “anticipatamente, in linea con la sua tradizionale prudenza” la questione dell’esposizione alla Russia, che influirà con 300 milioni di euro alla svalutazione dei prestiti (+80 per cento, per 723 milioni), spiegano dall’istituto.
Per l’intero 2022, Banca Akros prevede ricavi in calo dell’11% su base annua (4,89 miliardi), costi operativi di 2,5 miliardi, margine operativo lordo di 2,3 miliardi (un crollo del 20,5%), mentre il profitto netto sarà dimezzato.
Pertanto, da Banca Akros hanno rivisto il target price sul titolo Intesa Sanpaolo a 2,5 euro dai precedenti 2,9 euro, migliorando però il rating da ‘add’ a ‘buy’.
La revisione, spiegano dall’istituto, è stata decisa alla luce di stime più contenute sull’eps adjusted 2022-2023, considerando anche in questo caso maggiori accantonamenti e minori ricavi.
In particolare, l’utile per azione dovrebbe scendere a 0,23 alla precedente previsione di 0,26, mentre nel 2023 dovrebbe essere di 0,27 euro rispetto a 0,29 stimato in precedenza.
Il report di Barclays
Anche da Barclays hanno analizzato lo stato delle banche italiane e di Intesa Sanpaolo in particolare, fissando un target price sul titolo a 2,7 euro dai precedenti 3,3 euro, classificandolo come ‘overweight’.
Tra le ragioni alla base della raccomandazione, gli analisti dell’istituto britannico citano la diversificazione delle entrate che dovrebbe portare ad una crescita superiore, il ritorno di capitale derivante da un bilancio solido, le attività a bassa intensità di capitale e le recenti fusioni e acquisizioni quale motivo del miglioramento dell’efficienza.
Il rapporto di Barclays valuta Intesa Sanpaolo come la seconda banca italiana per esposizione in Russia dopo Unicredit e per il primo trimestre si attendono un “trasferimento dei prestiti russi alla fase 2 ed effetti molto marginali dalle revisioni del modello sul resto del portafoglio”.
Tuttavia, aggiungono “pensiamo che le banche potrebbero recuperare nel secondo trimestre, quando potremmo avere più visibilità sulla situazione geopolitica”.
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