Generali, conto alla rovescia per l’assemblea dei soci


Alla lista presentata dal cda uscente si contrapporrà quella dell’imprenditore romano Caltagirone, il quale ha da poco presentato il suo piano per il futuro del Leone, oggi sotto la lente degli analisti.


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Generali sale ancora

Continua positivamente l’andamento di Generali a Piazza Affari, mentre si avvicina la fatidica data del 29 aprile quando si consumerà lo scontro tra i soci per il futuro della Compagnia del Leone.

Oggi le azioni Generali guadagnano oltre l’1% dopo circa due ore di contrattazioni, oramai sopra quota 20 euro e ai massimi dal 2009.

Con la crescita odierna, il titolo della società arriva a guadagnare oltre il 15% nel solo mese di marzo, mentre da inizio 2022 le azioni sono salite dell’8%.

L'ascesa delle quotazioni nelle ultime sedute secondo fonti di mercato sembra essere legata all'approssimarsi della record date (14 aprile) e quindi dell'ultimo giorno utile per costruire posizioni in vista dell'assemblea.

Inoltre, è aumentata considerevolmente l'attività di opzioni put e call, con la definizione di operazioni di collar di rilievo.

Si avvicina il 29 aprile

Tra meno di un mese, dunque, le liste di candidati dei soci si affronteranno nel corso dell’assemblea dei soci.

Accanto a quella del consiglio di amministrazione uscente, negli ultimi giorni è stato reso noto l’elenco presentato da Francesco Gaetano Caltagirone, inserita all’interno del piano alternativo denominato ‘Awakening the lion’.

La strategia dell’imprenditore romano promette “semplificazione e maggiori investimenti”, in modo da ottenere “un ritmo di crescita degli utili doppio rispetto a quanto previsto dall’ultimo piano”, un “focus sulla tecnologia, sul mix di business e la riduzione dei costi finalizzati a “costruire una Generali moderna”, oltre all’impegno a “non intaccare la remunerazione degli azionisti rispetto a quanto già previsto”.

Il sostegno di Del Vecchio

Il piano era stato definito come caratterizzato da “una visione imprenditoriale di lungo termine che non guarda ai dividendi ma anche alla necessità di crescita di compagnia”, secondo le parole di Leonardo Del Vecchio nel corso di un’intervista a Bloomberg News.

Il fondatore di Luxottica è il grande allegato di Caltagirone e ha anticipato la sua volontà di incrementare ulteriormente la sua partecipazione nelle assicurazioni triestine rispetto al suo 8% attuale, mentre l’imprenditore romano ormai viaggia oltre il 9% per complessivi 150,5 milioni di azioni, che ai valori odierni di Borsa valgono quasi 3 miliardi di euro

“Sono della vecchia scuola che pensa che gli imprenditori debbano investire le proprie risorse”, aggiungeva Del Vecchio, sottolineando come “l prezzo del titolo stia salendo e Generali si sta confermando come un buon investimento finanziario”.

La view degli analisti

“La nostra ambizione è che a fine piano Generali avrà una capitalizzazione decisamente superiore a quella attuale”, spiegava il candidato presidente Claudio Costamagna durante la presentazione del piano, aggiungendo che molto dipenderà anche da fattori esogeni.

Secondo il Sole 24 Ore, dal momento che oggi Generali tratta circa 10 volte gli utili, nel 2024 la sua capitalizzazione – con un target di profitti compreso tra 4,2 e 4,6 miliardi – dovrebbe superare i 40 miliardi. Una soglia ambiziosa, rileva il quotidiano di confindustria, che dovrebbe essere la naturale conseguenza del raggiungimento degli altri target, primo fra tutti quello di una generazione di cassa pari a 9,5-10,5 miliardi tra il 2022 e il 2024.

Gli analisti di Equita Sim ritengono il progetto di Caltagirone caratterizzato da “target ambiziosi”, ma anche da “troppi punti di domanda”.

In particolare, sottolineano dalla sim milanese, “la mancanza di dettagli e di granularità su come raggiungere questi obiettivi fa sorgere molte incertezze sulla concretezza del piano, rendendone scarsa la visibilità", mentre “il piano, con l'eccezione dell'M&A, usa le stesse leve identificate da Generali nella sua strategia, confermando all'apparenza la direzione seguita dal management attuale”.

Sulla stessa linea Intesa Sanpaolo, i cui esperti ritengono possibile “un'accelerazione della traiettoria della compagnia”, anche se “sembra difficile che, nell'attuale scenario macroeconomico di inflazione, gli investitori possano considerare una crescita media annua a doppia cifra dell'utile per azione adjusted”.

Morgan Stanley, infine, cita tra gli elementi di attenzione che il candidato a.d. Luciano Cirinà “ha menzionato che parte dell'M&A” prevista “potrebbe essere finanziata con debito, fatto che potrebbe destare la preoccupazione degli investitori”.

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