Il Gold rimane formalmente in un trend al rialzo ma perde slancio con la perdita di area 2.100 USD


L'andamento dell'oro ha subito una settimana di ribassi, con parecchia volatilità nella giornata di venerdì, influenzato dai dati occupazionali USA, dalle tensioni nel Mar Rosso e dalle aspettative sull'inflazione. Nonostante il rafforzamento del dollaro e le incertezze, l'oro mantiene ancora una tendenza rialzista anche se, in questo momento, appare indebolita.


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L'oro ha vissuto una settimana di buona volatilità, influenzato da una serie di dati economici ed eventi chiave.

Al momento, il mercato dell'oro sta negoziando in prossimità di livelli tecnici importanti, in anticipo rispetto ai dati sull'inflazione degli Stati Uniti previsti per mercoledì. Gli analisti prevedono un leggero aumento dell'inflazione annuale dal 3,1% al 3,2%. Questo potrebbe alimentare le speculazioni sulla FED in chiave di mantenimento dei tassi attuali, supportando il dollaro e mettendo sotto pressione l'oro. La domanda che sorge è se il mercato dell'oro abbia già anticipato o meno l'atteso aumento dell'inflazione.

Le tensioni geopolitiche nel Mar Rosso hanno contribuito a mantenere elevata l'attenzione sull'oro, nonostante dati economici contrastanti. La sospensione delle spedizioni da parte di società come Cosco e la decisione della Maersk di evitare le rotte del Mar Rosso a causa degli attacchi degli Houthi hanno avuto impatti limitati sui prezzi dell'oro.

Al termine della scorsa settimana, il prezzo dell'oro è stato influenzato negativamente dai dati occupazionali statunitensi più forti del previsto. Nonostante il rafforzamento del dollaro, che tendenzialmente influisce negativamente sull'oro, il metallo prezioso ha continuato a ricevere slancio positivo dalle tensioni geopolitiche globali e dagli acquisti delle banche centrali. La stabilità sopra la resistenza psicologica di 2.000 USD per oncia dal dicembre scorso è un segnale interessante, soprattutto considerando il contesto di aspettative di allentamento dei tassi e di dati che indicano una robusta economia americana.

Attenzione però alla FED: un mercato del lavoro forte come quello attuale potrebbe spingere l’inflazione all’insù, complici, ovviamente, i maggiori salari che i lavoratori potrebbero chiedere per prestare lavoro. Questa possibilità alimenterebbe la percezione che la Banca Centrale americana possa mantenere i tassi alti più a lungo del previsto (ricordando infatti che Powell ha mantenuto la posizione “tassi alti a lungo” nonostante i mercati si attendessero un ribasso a breve).

Un’aspettativa di taglio dei tassi alimenterebbe l’apertura di posizioni al rialzo ma se i mercati cominciassero ad abbandonare l’idea di una politica monetaria dovish, il metallo giallo potrebbe risentirne.

Graficamente la struttura al rialzo è mantenuta da area 1.950 USD. Il recupero della trendline di lungo periodo e della resistenza in area 2.060 USD porterebbe i compratori a testare nuovamente area 2.100 USD ed i massimi relativi. La perdita di area 2.000 USD porterebbe al test di area 1.950 USD.

I prezzi sono sopra la media esponenziale a 200 periodi.

Su timeframe giornaliero: 6 indicatori tecnici su 18 sono rialzisti, 5 neutrali e 7 ribassisti.

L’oro rimane inserito in un canale ribassista di brevissimo termine

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