Goldman Sachs aumenta le previsioni di recessione negli USA

Goldman Sachs aumenta le previsioni di recessione negli USA

Gli analisti della banca statunitense ritengono comunque “limitato” il rischio di recessione per il Paese nordamericano e ritengono che la Fed taglierà i tassi di interesse a settembre.

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Recessione USA più vicina?

Una maggiore possibilità di recessione negli Stati Uniti a causa del rallentamento dell’economia. Sono le previsioni di Goldman Sachs sul futuro della maggiore economia mondiale e ora la banca vede un 25% di probabilità che il gigante nordamericano possa vedere la sua crescita fermarsi nel prossimo anno. La precedente previsione era per un 15%.

“Continuiamo a vedere il rischio di recessione come limitato”, spiegano da GS, con l'economia che “continua a sembrare buona nel complesso e non ci sono grandi squilibri finanziari e la Federal Reserve ha molto spazio per tagliare i tassi di interesse e può farlo rapidamente se necessario”, si legge in un rapporto ai clienti.

Le previsioni sui tassi

La banca prevede tre riduzioni del costo del denaro da parte della Fed quest'anno: un quarto di punto in settembre, novembre e dicembre. Le stime della banca sono meno aggressive di quelle di JP Morgan e Citigroup, che prevedono una riduzione da mezzo punto a settembre.

“La premessa delle nostre previsioni è che la crescita dell'occupazione si riprenderà ad agosto e il FOMC giudicherà sufficienti i tagli di 25 punti base come risposta ai rischi al ribasso”, proseguono gli economisti di Goldman Sachs. "Se ci sbagliamo e il rapporto sull'occupazione di agosto sarà debole come quello di luglio, allora un taglio di 50 punti base sarebbe probabile a settembre”, hanno aggiunto.

In ogni modo, gli economisti restano scettici sul fatto che il mercato del lavoro sia a rischio di deterioramento rapido in parte perché le offerte di lavoro indicano che la domanda rimane solida e non ci sono stati shock evidenti a innescare un rallentamento.

Verso hard landing?

Attualmente il mercato assegna una probabilità del 100% a un taglio dei tassi a settembre da parte della Fed, con chance dell'80% che sia di 50 punti base.

Secondo Donatella Principe, director market and distribution strategy di Fidelity International, “la Fed si sta muovendo perfettamente in linea con quello che è il suo mandato, tenere sotto controllo la stabilità dei prezzi e conseguire la piena occupazione. L'economia americana è ancora in buono stato di salute, poi “in questo momento c'è una discesa da valori molto alti di occupazione”.

Ad ogni modo, conclude l'esperta, “l'economia americana ha dimostrato di essere molto solida ed è una crescita economica che si basa in maniera fortissima sullo stimolo fiscale e sulla spesa pubblica. Noi ci troveremo nella seconda parte dell'anno con la tornata elettorale” negli USA “e quindi sicuramente non ci sarà un freno a mano sulla politica fiscale e avremo anche una politica monetaria espansiva e dunque due elementi che lasciano veramente allontanare la possibilità che quello a cui stiamo assistendo sia l'inizio di un hard landing”.

Prima di settembre

Secondo Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, la Fed potrebbe intervenire prima della prossima riunione in programma per il 17-18 settembre. “Non escludiamo che un prolungato periodo di instabilità sui mercati azionari possa spingere la Fed anche a convocare il Fomc in un meeting straordinario per ridurre di 25 pb i tassi di interesse”, spiega l’analista e “in caso di mancata azione nei prossimi mesi e di deboli dati macro su inflazione e occupazione in agosto, la Fed potrebbe procedere anche con un taglio di 50 pb del costo del denaro nella riunione di settembre. Ci aspettiamo una riduzione del livello dei tassi di interesse negli Stati Uniti di 100 pb entro la fine dell'anno".

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