Il certificate che rende fino al 14% sulle banche italiane a un prezzo davvero interessante

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Sottostanti ampiamente sopra il livello iniziale e prezzo interessante. Il certificate sulle banche italiane di Vontobel rende fino al 14% l’anno. Sottostanti: Intesa, Unicredit e Bpm, barriere distanti quasi il 50%, cedole con memoria e autocall.


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Rendimento potenziale annuo vicino al 14%

Spigolando sul mercato dei certificate, capita di trovare delle occasioni ghiotte, come il nuovo Cash Collect di Vontobel con Isin DE000VM955F4. Passato poco più di un mese dall’emissione, questo prodotto è acquistabile sul mercato secondario a 1.021 euro, cioè al 2% in più del valore nominale (1.000 euro), anche se nel frattempo tutti e tre i sottostanti sono saliti in Borsa fra il 14% e il 18%. Che cosa vuole dire? Sostanzialmente che è possibile acquistare un prodotto che protegge il capitale fino a un ribasso massimo del 47,7% allo stesso prezzo di un prodotto che protegge fino a un ribasso del 40%. E non è una differenza da poco. O, se volete leggerla da un altro punto di vista, è lecito dire che il certificate tratta a sconto sulla performance lineare dei sottostanti che sono saliti sopra il livello iniziale senza far correre il prezzo del certificate stesso.

Di seguito una tabella che ne mostra i livelli di riferimento:

Vediamo i dettagli. Il certificate con Isin DE000VM955F4 investe su un paniere composto dalle tre principali banche italiane, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco BPM. Il rendimento offerto è molto interessante, perché il prodotto paga premi trimestrali con memoria del 3,5%, pari a un rendimento potenziale annuo del 14%, calcolato su 1021 il rendimento potenziale è del 13,7%.

Oggi la distanza dalla barriera è il 49% (ma si paga per il 40%)

Le cedole sono condizionate al rispetto di una barriera collocata al 60% del Valore iniziale: significa che i premi saranno corrisposti se alle date di osservazione nessuno dei tre sottostanti sarà sceso di oltre il 40% dai fixing iniziali, che sono i prezzi di chiusura dello scorso 13 febbraio.

Quello che è successo, però, è che da metà febbraio a oggi le azioni Unicredit sono salite del 14,8%, le Intesa del 18,2% e le Banco BPM del 18,3%. Quindi, per finire sotto la barriera Banco BPM adesso non dovrà perdere il 40%, ma il 49,3%, Unicredit il 47,7% e Intesa il 49,3%.

In conclusione, per un prezzo che è vicinissimo al prezzo di emissione, si compra un prodotto che continua a offrire un rendimento molto interessante, appena sotto il 14%, ma offre una protezione al capitale ben più alta di quanto annunciato al momento dell’emissione.

Alta probabilità di rimborso anticipato

Il Certificate DE000VM955F4 ha una durata di tre anni (scadenza a febbraio 2027), ma potrebbe venire rimborsato in anticipo. A partire da agosto 2024, se a una delle date di osservazione tutti e tre i sottostanti quoteranno al di sopra dei Valori iniziali (o allo stesso prezzo) il prodotto verrà ritirato e gli investitori saranno rimborsati con il 100% del valore nominale (1.000 euro), più l’ultima cedola e le cedole eventualmente non pagate e accantonate nella memoria del prodotto.

Infatti, i premi trimestrali godono dell’effetto memoria, che fa sì che se a una data di osservazione non dovessero esserci le condizioni per pagare la cedola, il premio non sarà pagato e sarà congelato, per venire corrisposto alla prima scadenza successiva in cui di nuovo tutti e tre i sottostanti avranno quotazioni superiori (o pari) alla barriera.

Allo stato dei fatti attuale, sembrano consistenti le probabilità che il certificate venga ritirato anticipatamente. Nell’ipotesi che al prossimo agosto le quotazioni dei tre sottostanti siano, come sono adesso, sopra il fixing iniziale, chi compra oggi il certificate a 1.021 euro andrebbe a chiudere l’investimento avendo incassato due cedole per un totale di 70 euro, pari a un rendimento del 6,85% in cinque mesi, ovvero a un rendimento annuo del 16,45%. Ricordiamo che in parte le performance dei sottostanti subiranno lo stacco dei dividendi, 22 aprile per Unicredit e Banco Bpm e 22 maggio per Intesa.

Dopo un 2023 record, gli utili delle banche saliranno ancora

Protagoniste del rialzo di Piazza Affari del 2023, le banche continuano a trainare la crescita della Borsa italiana in un quadro in cui l’economia sembra in grado di schivare la paventata recessione e i tassi dovrebbero restare alti più del previsto, permettendo alle aziende di credito di continuare a realizzare utili record, grazie ai consistenti margini di interesse.

Nel 2023, la BCE ha portato i tassi sui depositi dal 2,5% dell’8 febbraio al 4% del 20 settembre, il tasso di riferimento è passato dal 2,5% di febbraio al 4,5% di settembre. Per il 2024, è probabile che la media dei tassi rimanga più elevata o uguale rispetto a quella del 2023.

Come ha ricordato recentemente il Sole 24 Ore, per le prime cinque grandi e medie banche italiane quotate in Borsa il 2023 è stato l’anno dei record storici per i profitti netti: 21,1 miliardi di euro (+64% rispetto ai 12,8 miliardi del 2022). A questo dato complessivo Unicredit ha contribuito con un utile di 8,6 miliardi, Intesa Sanpaolo con 7,7 miliardi e Banco BPM con 1,26 miliardi.

Oggi il consensus degli economisti continua a indicare giugno come il mese in cui la Banca centrale europea e l’americana Fed potrebbero iniziare a ridurre i tassi di interesse. In Europa al momento si prevedono tre riduzioni del tasso di riferimento della Bce entro la fine dell’anno. Ma bisognerà vedere come si evolverà l’inflazione da qui a giugno e poi nei mesi successivi, perché i banchieri centrali, e su questo Christine Lagarde è sempre stata chiara, si orienteranno passo passo secondo i dati macroeconomici. Quindi, nessuna riduzione dei tassi è scontata e, soprattutto, non è vero che il picco dei tassi di interesse coinciderà con il picco degli utili delle banche.

Le previsioni banca per banca

Un mese fa, quando era molto più consistente la previsione che i tassi europei sarebbero scesi nei prossimi mesi, tutte le principali banche italiane hanno annunciato che nel 2024 gli utili netti saranno uguali o superiori a quelli del 2023. Unicredit punta a un utile 2024 pari o superiore agli 8,5 miliardi del 2023 e Intesa Sanpaolo vede i profitti netti del biennio 2024-2025 salire da 7,7 miliardi ad almeno 8 miliardi. Per banco BPM, il Ceo Giuseppe Castagna prevede "un leggero aumento anno su anno del margine d'interesse ed una buona crescita nelle commissioni" e su queste basi ha confermato i target del 2024 e migliorato la stima sulla remunerazione degli azionisti.

Sofferenze e inadempienze sotto controllo

Sono sostanzialmente tre gli elementi che vanno a incidere sulla redditività delle banche.

Il margine di interesse, che secondo le previsioni delle banche principali quest’anno dovrebbe mantenersi sugli stessi livelli dell’intero 2023, anche se con un andamento opposto semestre su semestre: più forte nella prima metà dell’anno e inferiore nella seconda metà, dopo che la Bce avrà avviato la discesa dei tassi.

Le commissioni, che secondo i due principali banchieri italiani, Andrea Orcel di Unicredit e Carlo Messina di Intesa Sanpaolo, cresceranno quest’anno grazie alla maggior vendita di prodotti del risparmio gestito.

Il costo del rischio di credito, che è legato all’andamento delle inadempienze e delle sofferenze (Npl). Per ora tutte le maggiori banche, sulla base delle attuali previsioni macroeconomiche, ritengono che le rettifiche su crediti si manterranno su livelli prossimi a quelli (bassi) del 2023.

A proposito dell’ultimo punto, crediamo importante riportare il parere di Giovanni Bossi, fondatore e Ceo di Cherry Bank. Bossi è il banchiere italiano che meglio di chiunque altro conosce la dinamica delle sofferenze bancarie. "Mi sembra che per le banche il clima resti positivo per il 2024 - ha detto in una recente intervista all’agenzia Teleborsa. - Non credo ci sarà particolare tensione sul fronte dei crediti deteriorati generati da sistema bancario, perché non vediamo all’orizzonte - nonostante il rallentamento economico - una forte perdita di qualità degli attivi”. Secondo Bossi, "le grandi banche oggi hanno i bilanci assolutamente a posto e anzi hanno spazio - se serve - per assorbire qualche peggioramento della qualità creditizia”.

I due scenari alla scadenza finale

Spiegato tutto questo, si sa che con l’acquisto di un certificate l’investitore assume un rischio. Nel caso del certificate DE000VM955F4 di Vontobel, il rischio è che alla scadenza finale, il 15 febbraio 2027, si verifichi lo scenario negativo, quello in cui anche solo uno dei tre sottostanti ha una quotazione inferiore alla barriera, cioè ha perso più del 40% rispetto al fixing iniziale e più del 47,7% rispetto alla quotazione attuale.

In quel caso, l’investitore non riceverà l’ultima cedola e nemmeno le cedole eventualmente non pagate e mantenute nella memoria del certificate. Il prodotto verrà rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei sottostanti. Ipotizzando che il peggiore accusi un ribasso del 45% dal fixing iniziale, l’investitore riceverà 550 euro, pari al 55% del valore nominale del prodotto.

Se invece lo scenario sarà positivo, con tutti e tre i sottostanti sopra la barriera (o allo stesso livello), il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro, l’investitore incasserà l’ultima cedola e anche le cedole eventualmente non pagate e trattenute in memoria.

I target price degli analisti

Infine segnaliamo che nonostante i forti rialzi messi a segno negli ultimi mesi, gli analisti continuano a prevedere ulteriore crescita delle quotazioni di Intesa, Unicredit e Banco BPM (dati Market Screener).

Intesa Sanpaolo. Dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 21,4% e negli ultimi 12 mesi è salita del 43%. Oggi quota 3,27 euro, e il consensus degli analisti indica un target price a 12 mesi di 3,70 euro, con un potenziale di rialzo del 14%. Per scendere sotto la barriera (1,6821 euro) Intesa dovrebbe tornare a livelli di prezzo che non tocca dall’agosto 2022.

Unicredit. Il prezzo attuale di 33,71 euro è frutto di un rialzo del 35% dall’inizio dell’anno. Gli analisti vedono in media un potenziale di crescita del 10% e indicano un target price di 36,7 euro. Negli ultimi 12 mesi il titolo è più che raddoppiato e per finire sotto la barriera (17,679 euro) dovrebbe tornare ai livelli di maggio 2023.

Banco BPM. Per finire sotto la barriera (3,087 euro) dovrebbe scendere del 48% dalla quotazione attuale (5,92 euro) e tornare a livelli che non tocca dall’ottobre 2022. Il target price medio dei 14 analisti che coprono il titolo (dato Market Screener) è 6,16 euro, più alto del 6% dell’ultimo prezzo.

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Idea di investimento
Possibile premio del 14% annuo con il certificate su Banco BPM, Intesa Sanpaolo e UniCredit
Sottostanti:
Intesa SanpaoloBanco BPMUniCredit S.p.A
Rendimento p.a.
14%
Cedole
3,5% - €35,00
Memoria
si
Barriera Cedole
60%
ISIN
DE000VM955F4
Emittente
Vontobel
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