Il certificate italiano con premi incondizionati del 10,2% annuo

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Cedole incondizionate del 10,2% per il cash collect di Vontobel con Isin DE000VU8N0V1 su Intesa Sanpaolo, Unicredit e Stellantis barriere profonde il 40% e livelli di autocall decrescenti dal 100% all’80%. Il certificate oggi quota sotto la pari a 98,2 euro con due sottostanti molto sopra il livello iniziale e uno poco sotto. La durata del prodotto è di tre anni e il suo obiettivo è quello di fornire uno strumento con protezione che punta a rendere più dell’inflazione.


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Piazza Affari, stella europea da inizio anno

Da inizio anno la Borsa italiana è la migliore in Europa con una performance del 16% da far invidia alle big come Francoforte +6,7%, Parigi 5,6%, Madrid 9,8%. La tassa sugli extraprofitti delle banche, settore che ha un peso maggiore nel nostro listino rispetto ai big esteri, è stata ampiamente digerita, tra modifiche e assicurazioni che si tratta di un prelievo una tantum. Sullo sfondo rimangono tassi elevati e quindi ottimi margini per il comparto finanziario e un’economia italiana con una marcia in più sulle concorrenti del Vecchio Continente. Nel secondo trimestre il Pil del Bel Paese ha fatto meglio dei cugini europei, con un +0,6% contro lo 0,3% dell’eurozona. Quest’anno, secondo il Fondo monetario internazionale, dovrebbe chiudersi con un +0,7%. Stessa crescita prevista nel 2024. Peggio si dovrebbe comportare la Germania con un -0,5% quest’anno e un +0,9% il prossimo. Mentre per la Francia ci si attende un +1% quest’anno e +1,3% il prossimo.

Si sa, la crescita porta con sé anche un po' più di inflazione: in Italia i prezzi si sono surriscaldati del 5,3% a settembre e del 5,5% ad agosto sullo stesso periodo di un anno fa, nel resto dell’eurozona la crescita è stata del 4,3% ad agosto. Il fondo monetario stima per l’Italia un’inflazione ancora calda, con una crescita del 6,3% quest'anno e del 3,5% il prossimo.

Parola d’ordine per l’investitore italiano è battere l’inflazione. Con questo obiettivo Vontobel ha pensato a un certificate con tre big cap italiane e un flusso cedolare incondizionato del 10,2%.

Premi annuali incondizionati del 10,2%

Investire in Italia, quindi, continua ad avere molto senso grazie alla tenuta del Pil e alla solidità di alcuni titoli del nostro listino, ma l’inflazione rimane la “bestia” da battere per non perdere potere d’acquisto. Nei mesi scorsi Vontobel ha lanciato un nuovo certificate molto interessante con sottostanti tre blue chip di Piazza Affari: Intesa Sanpaolo, Unicredit e Stellantis. Il prodotto quota poco sotto la parità a 98,2 euro.

La sua forza è quella di distribuire un flusso di premi trimestrali del 2,55% per un rendimento annuo del 10,2% che vengono pagati senza condizioni. Il Cedola Fissa Express con codice Isin DE000VU8N0V1 è stato emesso il 19 giugno scorso a un valore nominale di 100 euro, ha durata di tre anni nel corso dei quali il prodotto pagherà 12 premi incondizionati da 2,55 euro l’uno (i rimanenti sono 11), su un valore del certificate che è oggi pari ai 98,2 euro del prezzo di emissione ma con i sottostanti tutti sopra al livello iniziale.

Capitale protetto da una barriera al 60%

Il capitale è difeso da una barriera posizionata al 60% del valore iniziale dei sottostanti. Quindi, chi compra oggi il certificate potrà incassare nei prossimi tre anni 28,05 euro di cedole incondizionate e il capitale investito verrà rimborsato al 100% anche in caso di calo del valore dei sottostanti, fino a un calo massimo del 40% del peggiore dei tre. In caso di sfondamento della barriera, il rimborso sarà proporzionale alla performance del peggiore dei sottostanti.

Le caratteristiche difensive del prodotto sono molto forti. Se, per ipotesi, fra tre anni il peggiore dei sottostanti varrà la metà di oggi, il certificate verrà rimborsato al 50% del suo valore nominale (50 euro). Ma nel frattempo l’investitore avrà incassato 30,6 euro di cedole, che andranno a lenire la sofferenza in conto capitale: alla fine l’investimento si chiuderebbe con una perdita di poco inferiore al 20%.

Livelli attuali del certificato

Ad oggi il certificate è interessante perché quota appena sotto la parità a 98,20 euro con tutti e tre i sottostanti che hanno guadagnato terreno dal livello iniziale, aumentando la loro distanza dalla barriera. Di seguito una tabella che mostra i livelli di riferimento del certificato.

Da evidenziare come il +12,5% di Stellantis dal livello iniziale e il +15% di Unicredit portano i due titoli a una distanza della barriera di poco meno del 50%. Intesa SanPaolo è sotto al livello iniziale dell’1,65%. Questo scenario, oltre a rendere il certificate più protetto, perché aumenta le distanze dalla barriera, avvicina anche le possibilità di rimborso anticipato il prossimo 18 dicembre.

Possibile il rimborso anticipato

Una buona occasione per aumentare il rendimento di periodo è quella di centrare il rimborso anticipato. A partire dal 18 dicembre 2023 (prima data di osservazione), così come ogni trimestre successivo, verrà fotografata la situazione dei sottostanti, e se a una data di valutazione tutte e tre le azioni, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Stellantis, dovessero quotare sopra il livello trigger stabilito (o allo stesso livello), scatterà il richiamo anticipato. All’investitore verrà rimborsato il 100% del valore nominale (100 euro), verrà pagata l’ultima cedola, e l’investimento finisce lì: non saranno pagati altri bonus.

Il livello trigger è decrescente: si partirà a dicembre 2023 con il 100% dei valori iniziali e ogni sei mesi si scenderà di cinque punti percentuali, arrivando nei primi mesi del 2026 a un trigger dell’80%.

Oggi il certificate quota 98,2 euro e in caso di rimborso anticipato il prossimo 18 dicembre l’investitore vedrà il prodotto rimborsato a 102,55 euro (100 euro di rimborso + un premio da 2,55 euro) con un guadagno di 2,55 euro a cui si aggiungono altri 1,8 euro perché lo si acquista a 98,2 euro, in tutto 4,35 euro in due mesi, annualizzando il rendimento si arriva a un rendimento di circa il 26,1% annuo.

Il livello di autocall discendente ha la forza di tentare di mantenere il valore di certificate a 100 euro a fronte di cali dei sottostanti in linea con il calo del livello di autocall (5% ogni sei mesi a partire dal 100% di dicembre di quest’anno) e di offrire la possibilità di rimborso anticipato anche quando i sottostanti perdono terreno e si assottiglia la distanza della barriera.

Se non dovesse andare in porto il rimborso anticipato l’investitore si assicurerà comunque il ricco flusso cedolare incondizionato.

Alla scadenza finale, due possibili scenari

Alla data di valutazione finale del 19 giugno 2026, se il certificate non sarà stato rimborsato anticipatamente, si potranno verificare due ipotesi.

  • Tutti e tre i sottostanti quotano sopra la barriera (o allo stesso livello). Il certificate viene rimborsato a 100 euro (100% del Valore nominale) e l’investitore riceve l’ultimo premio.
  • Anche solo uno dei sottostanti accusa un ribasso superiore al 40% rispetto al Valore iniziale, quindi è stata perforata la barriera al 60%. L’investitore riceve comunque l’ultimo premio e il certificate viene rimborsato in proporzione alla performance del peggiore dei tre sottostanti. Ipotizziamo che il peggiore sia Unicredit con una discesa del 45% dal Valore iniziale: il certificate verrà rimborsato al 55% del Valore iniziale, cioè a 55 euro.
    Nei tre anni l’investitore avrà comunque incassato premi per 30,6 euro.

Una scommessa semplice con una buona protezione

La scommessa del certificate DE000VU8N0V1 è semplice con un rischio controllato dalla protezione della barriera.

Le due banche sono reduci da performance molto forti sostenute da consistenti aumenti dei profitti. La tassa sugli extraprofitti è stata ampiamente digerita (Unicredit dall’annuncio dell’imposta guadagna il 5,38%, Intesa lo 0,3%)Da inizio anno l’azione Intesa Sanpaolo è salita del 12,82% e Unicredit addirittura del 68,21%.

Grazie all’aumento del margine di interesse, lievitato in seguito al rialzo dei tassi, Intesa andrà a chiudere il 2023 con un utile di 6,9 miliardi di euro, in rialzo del 60% sull’anno precedente (consensus Market Screener).

CRESCITA DEI RICAVI DELLE PRIME 5 BANCHE ITALIANE

Unicredit il balzo dell’utile lo ha fatto nel 2022 passando da 1,5 miliardi di euro a 6,4 miliardi. Per il 2023 gli analisti si attendono un ulteriore incremento del 3% a 6,6 miliardi. Il margine netto salirà così al livello record del 30,5% dei ricavi. Quello di Intesa si attesterà a un ottimo 28,3%.

Visto che i tassi di interesse non scenderanno tanto presto, quasi certamente non quest’anno e forse neanche nel primo semestre 2024, la redditività delle banche italiane dovrebbe restare alta. Ci può essere preoccupazione nel caso di rallentamento dell’economia, o addirittura recessione, che potrebbe portare a un incremento dei crediti deteriorati.

Ma a questo proposito appare rassicurante l’analisi di Dbrs Morningstar sulle prime cinque banche italiane. “Se i tassi d'interesse più elevati si manterranno a lungo e la pressione inflazionistica persiste, è probabile che si verifichi un aumento dei crediti deteriorati nei prossimi trimestri, poiché le famiglie e le imprese avranno progressivamente una minore flessibilità nel servizio del debito. Tuttavia – si legge in un report di metà maggio - i profili di rischio delle banche italiane sono migliorati significativamente negli ultimi anni e notiamo che in alcune banche è stato o sta per essere completato un ulteriore de-risking dopo la fine del primo trimestre del 2023”. Dbrs Morningstar segnala poi che la consistenza patrimoniale delle banche rimane solida. Il CET1 ratio medio, a pieno carico, era pari al 14,3% a fine marzo 2023, circa 540 punti base al di sopra dei minimi regolamentari.

Coperta da 25 analisti (dati Refinitiv), Intesa Sanpaolo conta 22 raccomandazioni di acquisto (Buy o Strong Buy) e due giudizi hold (mantenere il titolo in portafoglio) e uno strong sell (vendere con decisione). La media dei target price raccolta dal consensus di Refinitiv è 3,38 euro (+44,14% sul prezzo attuale).

Simile la situazione di Unicredit con 20 raccomandazioni di acquisto su 22 analisti che seguono il titolo e due hold. La media dei target price è 31 euro (upside del 36,65%).

Stellantis sottovalutata

Alla quotazione attuale di 17,76 euro, Stellantis capitalizza 57,16 miliardi di euro, vale a dire solo 3,27 volte gli utili attesi nel 2024. E’ un multiplo leggermente inferiore a quello di Volkswagen (3,6 volte), ma decisamente più basso rispetto a Ford (capitalizza 6,24 volte gli utili 2024) e a General Motors (4,38 volte). A pesare non sono certo le diverse prospettive di crescita fra le aziende: il consensus degli analisti stima che gli utili per azione di Stellantis saliranno scenderanno del 6,3% nel 2024 arrivando a 16,784 miliardi di euro. Anche per Ford e GM è previsto un calo degli utili per azione nell’ordine del 7,63% per Gm e del 10,4% per GM, a pesare però sono soprattutto le svalutazioni, non le vendite e nemmeno i margini.

Stellantis, a differenza dei concorrenti, vanta una cospicua posizione finanziaria netta positiva, stiamo parlando di oltre 24,4 miliardi di euro. Togliendo dai 57,16 di capitalizzazione i 24,4 miliardi di posizione finanziaria netta si arriva a meno di 30 miliardi pari a meno di 2 volte l’utile previsto per il prossimo anno.

Stellantis è quindi in una situazione di riconosciuta sottovalutazione, in parte dovuta a un retaggio della reputazione non brillante dei due gruppi, Fiat-Chrysler e Psa, che fondendosi hanno dato vita al terzo produttore mondiale di auto. E’ uno di quei casi in cui gli investitori sono più prudenti degli analisti, i quali sono unanimemente positivi sul titolo con 20 raccomandazioni di acquisto su un totale di 24 esperti che coprono la società, 4 hold e nessun sell. La media dei target price è 23,66 euro (upside del 33,52%).



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Idea di investimento
Premi incondizionati del 10,20% annui con il certificate su Intesa Sanpaolo, Stellantis e UniCredit
Sottostanti:
Stellantis NVUniCredit S.p.AIntesa Sanpaolo
Rendimento p.a.
10,2%
Cedole
2,55% - €2,55
Memoria
no
ISIN
DE000VU8N0V1
Emittente
Vontobel
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