Il patto di Turnebrry non convince le borse

Il Dax di Francoforte ha chiuso in ribasso dell’1%. L’euro è precipitato, registrando il peggior calo su dollaro degli ultimi tre mesi. Le obbligazioni si sono rafforzate e lo spread Italia - Germania si è ulteriormente ridotto a 82 punti base, sui minimi di lunghissimo periodo.
Gli esportatori americani potrebbero avere difficoltà a soddisfare la domanda di 750 miliardi di energia in tre anni da vendere alla Ue, come previsto dall' accordo commerciale sui dazi tra Usa e Ue. Lo riporta il Wall Street Journal.
Per rispettare l'impegno, l'Ue dovrebbe acquistare più del doppio dell'energia americana rispetto all'anno scorso, mentre gli Stati Uniti dovrebbero aumentare significativamente le loro esportazioni di energia.
In Giappone, il partito al governo discuterà a breve del destino del primo ministro Shigeru Ishiba. Hiroshi Moriyama, il segretario generale del Partito Liberale Democratico, ha dichiarato stanotte che una riunione plenaria si terrà nel prossimo futuro.
Algebris Investments sta acquistando titoli di Stato a lunga scadenza in quanto si aspetta che le banche centrali contrasteranno l'impatto economico dei dazi statunitensi con tagli più aggressivi dei tassi di interesse.
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Gli sviluppi della guerra commerciale scatenata in aprile da Donald Trump hanno segnato la prima seduta della settimana, ma nei prossimi giorni l’attenzione si sposterà sulle banche centrali e sui conti del trimestre delle società.
Ieri le borse dell’Europa hanno festeggiato con moderazione solo nel corso della mattinata, già nel pomeriggio si è cominciato a vedere un cambio di tono. Il Dax di Francoforte ha chiuso in ribasso dell’1%. L’euro è precipitato, registrando il peggior calo su dollaro degli ultimi tre mesi. Le obbligazioni si sono rafforzate e lo spread Italia - Germania si è ulteriormente ridotto a 82 punti base, sui minimi di lunghissimo periodo.
PATTO DI TURNBERRY SGRADITO IN EUROPA
"Voi ieri non c'eravate in quella sala, è stato il miglior accordo possibile". Ad un certo punto della sua conferenza stampa Maros Sefcovic, l'uomo del negoziato, ha provato a fotografare a modo suo il patto di Turnberry. Lo ha fatto rivolgendosi ai giornalisti europei ma, implicitamente, soprattutto ai tanti che inquadrano l'intesa sui dazi come la capitolazione dell'Europa nei confronti di Donald Trump. L'accordo siglato da Ursula von der Leyen piace a pochi. I più hanno scelto la linea della cautela ma chi non lo ha fatto, come la Francia, ha parlato di "giorno più buio" e di "sottomissione" agli Usa. I dati, per ora, descrivono un patto fortemente asimmetrico che, se da un lato ha evitato il 30% minacciato da Trump, dall'altro ha incluso diverse concessioni rimaste nei giorni scorsi nei cassetti di Palazzo Berlaymont. E su alcuni settori chiave, come quello dei vini o quello dei farmaci, il bicchiere appare ai più mezzo vuoto. Non ha destato sorprese la posizione di Viktor Orban, anti-Ue anche quando Bruxelles fa felice il suo miglior alleato, Trump. "L'intesa è peggiore di quella siglata tra Usa e Regno Unito. Trump si è mangiato Ursula a colazione", ha attaccato il premier ungherese. Meno scontata è stata la mezza giravolta di Friedrich Merz. Pochi minuti dopo l'intesa il cancelliere tedesco celebrava il blitz in Scozia della sua connazionale. Meno di 24 ore dopo ha ammesso di "non essere soddisfatto", prevedendo “un danno considerevole all'economia". Donald Tusk, pilastro del Ppe come von der Leyen, ha scelto di tacere. In tanti lo hanno imitato. Pedro Sanchez, non certo il miglior amico di Trump, ha detto di "sostenere l'accordo, ma senza entusiasmo". Giorgia Meloni ha ribadito la sopportabilità del 15% per le imprese italiane ma ha rimandato il suo giudizio definitivo. La stretta di mano di Turnberry deve essere ancora tradotta in un testo scritto e concordato, punto per punto, dalle due sponde dell'Atlantico. Il testo finale dovrebbe arrivare entro il 1 agosto. Fino ad allora si ballerà. E la Casa Bianca, che ha definito l'intesa “colossale", difficilmente farà concessioni.
I Rappresentanti Permanenti dei 27 torneranno a vedersi sul dossier nelle prossime ore.
GLI IMPEGNI TRA USA E UE SONO FICTION
Gli esportatori americani potrebbero avere difficoltà a soddisfare la domanda di 750 miliardi di energia in tre anni da vendere alla Ue, come previsto dall' accordo commerciale sui dazi tra Usa e Ue. Lo riporta il Wall Street Journal.
Per rispettare l'impegno, l'Ue dovrebbe acquistare più del doppio dell'energia americana rispetto all'anno scorso, mentre gli Stati Uniti dovrebbero aumentare significativamente le loro esportazioni di energia. “L'impegno appare più ambizioso che realistico", affermano gli analisti contattati dal Wsj. "Acquisti dell'entità concordata - spiegano - richiederebbero una radicale riorganizzazione dei flussi energetici e non è chiaro se le aziende statunitensi riusciranno a esportare una quantità così elevata. Anche le aziende private, che costituiscono la maggioranza degli importatori di energia in Europa, dovrebbero essere convinte a dare priorità a una direttiva politica rispetto alle tendenze del mercato". "È un numero interessante, ma non è realistico", ha affermato Warren Patterson, responsabile della strategia per le materie prime di Ing Bank. "In sostanza, bisognerebbe deviare tutto il commercio di energia. Semplicemente non è possibile", ha aggiunto. Funzionari europei hanno dichiarato oggi che il piano per aumentare gli acquisti di energia non è giuridicamente vincolante e si basa su importi che l'Unione ritiene di poter sostenere.
Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in lieve rialzo, future del Dax di Francoforte +0,2%.
L’indice MSCI Asia Pacific è in calo dello 0,8%, terza seduta consecutiva di ribasso. Sono in ribasso le borse di Tokyo e di Hong Kong. In Giappone, il partito al governo discuterà a breve del destino del primo ministro Shigeru Ishiba. Hiroshi Moriyama, il segretario generale del Partito Liberale Democratico, ha dichiarato stanotte che una riunione plenaria si terrà nel prossimo futuro.
CINA
Stati Uniti e Cina hanno avviato il terzo round di colloqui commerciali "ad alto livello" della durata di due giorni, durante i quali dovrebbero concordare di estendere la tregua tariffaria oltre il 12 agosto, per altri 90 giorni, in modo da proseguire il processo negoziale. Nel corso dell’incontro si dovrebbe parlare anche del summit tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping da tenere entro l’anno.
A Stoccolma, il segretario al Tesoro Scott Bessent, a capo della delegazione americana, è arrivato dopo aver espresso ottimismo sugli scenari, convinto che siano “in buona posizione" da poter consentire il passaggio alla fase successiva dedicata a vicende più ampie. Ad esempio, la sovraccapacità industriale di Pechino e il suo modello di crescita sbilanciato sugli investimenti governativi e sul manifatturiero orientato all’export. Tutti temi che hanno creato una reazione nella controparte cinese che punta "al mutuo rispetto e alla reciprocità" nei colloqui commerciali, ha riferito il ministero degli Esteri. Mentre i media statali, pur rilevando che "non c'è bisogno di tornare alla guerra commerciale" congelata a maggio, hanno messo in guardia da una eccessiva "spinta in avanti" che farebbe saltare "il meccanismo bilaterale economico e commerciale di consultazione". La Cina, ha ammonito ad esempio il tabloid Global Times, "continuerà a inviare un chiaro segnale a Usa e comunità internazionale durante i negoziati", notando che entrambe le parti "dovrebbero impegnarsi nel dialogo e nella cooperazione su base paritaria, evitando l'unilateralismo che mina la stabilità economica globale”.
BOND A LUNGA SCADENZA
Algebris Investments sta acquistando titoli di Stato a lunga scadenza in quanto si aspetta che le banche centrali contrasteranno l'impatto economico dei dazi statunitensi con tagli più aggressivi dei tassi di interesse. Nelle ultime settimane, la società di gestione ha acquistato obbligazioni governative con scadenze comprese tra 10 e 30 anni, emesse nel Regno Unito, in Europa, in alcuni mercati emergenti e negli Stati Uniti. A riferire di queste scelte è Gabriele Foa, co-gestore del Global Credit Opportunities Fund da 2,8 miliardi di euro (3,3 miliardi di dollari). La duration media del fondo ha così superato i quattro anni, avvicinandosi a un massimo storico di sei anni. Algebris si aspetta anche una discesa dell’indebitamento degli stati emittenti, scommessa controcorrente, in quanto sale la preoccupazione sulla tenuta dei conti pubblici. Il calcolo di Foa è che le obbligazioni più sensibili alle variazioni dei tassi di interesse, rimbalzeranno nel momento in cui, il progressivo indebolimento dell’economia, costringerà i responsabili politici a proseguire con le riduzioni dei tassi. "Abbiamo aggiunto piccole tranche di obbligazioni a lunghissima scadenza", ha dichiarato Foa in un'intervista. "Non ci vorrà molto perché il mercato riprezzi la possibilità di un rallentamento nella seconda metà dell’anno”.
TITOLI
Webuild. I lavori per la costruzione del Ponte sullo Street dovrebbero ricevere il via libera del governo la prossima settimana.
Escono i conti di Stellantis, Terna, Amplifon, Recordati , Brembo ed altre.
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