Il rialzo dei tassi, una manna per le banche. Il certificate su Intesa e Unicredit che offre protezione e rendimento

Comunicazione Pubblicitaria Certificati

Il rialzo dei tassi deprime le borse ma premia il settore bancario. Intesa e Unicredit promettono miliardi in dividendi e piani di buy back mentre sullo sfondo c’è chi punta già al risiko bancario europeo sostenuto dalla Bce. Il certificate Athena di Vontobel con Isin DE000VX6UY86, oggi si compra sotto la pari a 980 euro e stacca cedole trimestrali del 3,688% (14,75% annuo) con i sottostanti sopra il valore iniziale. Durata due anni, premi con memoria e barriera di protezione sul capitale del 30%.


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Tassi, il tempo stringe

Rialzo dei tassi inevitabile, i mercati scendono ma il settore bancario brinda. Il tema non è più se, ma quando e di quanto le banche centrali alzeranno i tassi di interesse per contrastare l’inflazione, che ormai corre come un cavallo a briglie sciolte.

Falchi e colombe si affrontano quotidianamente. Venerdì, in Usa, James Bullard, presidente della Fed di St Louis, ha ammonito che è necessario intervenire subito “o la situazione andrà fuori controllo" e chiede "un rialzo di 100 punti già a luglio”. Il board è intervenuto spiegando che questa visione non è condivisa con gli altri membri della Fed. Ma sul tavolo l’opzione è se partire con un aumento di 25 basis point o direttamente 50.

Dall’altra parte dell’Oceano, in un'intervista concessa a Bloomberg, il governatore della banca centrale slovacca e membro Bce, Peter Kazimir ha dichiarato che l'Asset Purchase Programme (App) potrebbe concludersi ad agosto, in anticipo di 4 mesi, anche se ciò non dovrebbe essere interpretato come una manovra di preparazione in attesa di un immediato aumento dei tassi d'interesse. La sua opinione è in linea con le dichiarazioni del governatore francese Francois Villeroy de Galhau, secondo cui gli acquisti di bond potrebbero terminare tra luglio e settembre. Anche Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo Bce, ha riconosciuto i fattori a favore del termine dell'App.

Prima finisce il programma App e prima si può iniziare ad alzare i tassi, sarebbe infatti incongruo acquistare asset che, con il rialzo di tassi, perderebbero valore.

Come sempre il mercato ha già gettato la sua fiche, premiando il settore bancario. Da inizio anno il comparto è uno dei migliori in Europa con un + 8,1% contro il -6,2% dell’indice Euro Stoxx 600 e perdite di oltre l’11% per Industriali, Retail e Tecnologici (-19%).

Sotto il grafico delle performance dei singoli settori che compongono l'Euro Stoxx 600

L’aumento dei tassi ha sempre fatto bene ai conti degli istituti bancari perché gli permette di alzare i margini. Settimana scorsa, la tedesca Commerzbank ha dichiarato di aspettarsi un margine di interesse in aumento di 1 miliardo di euro al 2024, grazie al rialzo dei tassi.

Una montagna di dividendi e buy back

A richiamare gli acquisti sul comparto, ci sono altri due fattori.

Il primo è legato alla montagna di dividendi e risorse per il buy back (riacquisto di azioni proprie) che gli istituti di credito hanno annunciato, dopo la dieta imposta dalla Bce. In Italia, nell’ambito del piano quinquennale 2021-2025, Intesa SanPaolo ha messo sul piatto 21 miliardi di euro da distribuire tra dividendi e buy back, ovvero risorse pari al 40% dell’intera capitalizzazione del gruppo.

Nel 2020 il 70% dell’utile dovrebbe essere utilizzato per forgiare la generosa politica dei dividendi e a questi si aggiungeranno 3,4 miliardi per l’acquisto di azioni proprie.

Secondo il consensus Bloomberg, la corsa del titolo non sarebbe finita, il prezzo obiettivo medio è pari a 3,1 euro dai 2,74 euro di oggi con 22 analisti che consigliano di acquistare il titolo, 8 di tenerlo in portafoglio e solo uno di venderlo.

Rimanendo in Italia, anche Unicredit, dopo aver stupito il mercato con una trimestrale sopra le stime, ha presentato un piano di remunerazione per gli azionisti altrettanto generoso, 16 miliardi di euro al 2024 pari al 50% della capitalizzazione, tra buy back e dividendi.

Stiamo parlando di una montagna di soldi che ha attirato l’interesse di molti investitori alla ricerca di porti sicuri contro l’inflazione e che ritorna su un settore per anni depresso da tassi ai minimi, impegnato a smaltire miliardi di crediti deteriorati.

Ora lo scenario si è invertito. Neanche gli anni del Covid sembrano aver fatto ripartire le insolvenze, gli istituti, dopo una forte dieta dimagrante, hanno ridotto le passività ai minimi e, ora che i margini aumentano, si guardano attorno alla ricerca di possibili acquisizioni per crescere.

M&A, dall'Italia all'Europa

Nel nostro Paese, la più ambita sembra essere Banco Bpm, ma il risiko bancario in patria è agli sgoccioli: le prede rimaste sono poche mentre i predatori abbondano. Gli esperti sono convinti che siamo vicini alla fase due: dopo un M&A che si è giocato nei confini nazionali, ora i due big, Intesa e Unicredit, hanno le spalle abbastanza forti per espandersi all'estero.

I rumors dicono che Unicredit sia già pronta a guardare fuori dall'Italia e spifferano il nome di Société Générale o Commerzbank. Intesa SanPaolo, come mentalità, sarebbe più simile a un Santander, anche se nei giorni scorsi, nelle sale operative, si parlava del Crédit Suisse perché permetterebbe al gruppo di crescere nel wealth management. Non si tratterebbe solo di voci tanto che l’a.d. di Crédit Suisse ha smentito, da parte sua, qualsiasi interesse a un matrimonio ma, secondo i ben informati, il presidente del gruppo avrebbe altre mire.

A sostenere un’ondata di M&A sarebbe la stessa Bce, interessata a creare campioni europei in grado di competere con i colossi Usa. La stagione dei matrimoni sembra propizia, i margini in rialzo lo consentono e lo shopping in patria pare esaurito.

Una soluzione d'investimento

Siamo andati a cercare delle soluzioni interessanti per esporsi sul settore bancario con una protezione e un flusso cedolare elevato. Il certificate Athena studiato da Vontobel con Isin DE000VX6UY86 su Intesa SanPaolo e Unicredit stacca premi trimestrali con memoria del 3,688% (14,75% annuo), se i sottostanti quoteranno sopra il valore iniziale, alle date di valutazione.

Emesso l’8 febbraio, oggi il certificate tratta sotto la pari a 980 euro con Intesa SanPaolo appena sopra il livello iniziale e Unicredit sotto del 3%.

Dalla seconda data di valutazione, il 5 agosto, e per ogni trimestre successivo, la barriere dei premi e del rimborso anticipato coincideranno, ovvero, con tutti i sottostanti pari o sopra il livello iniziale, alle date di valutazione, il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro e staccherà tutte le cedole del 3,688% trimestrali (14,75% annuo) non distribuite in precedenza.

A scadenza, la barriera protegge il capitale fino a cali del 30% dei sottostanti dal livello iniziale, la durata del certificate è di 24 mesi.

La tabella qui sotto mostra i livelli di riferimento del certificate

Rimborso anticipato

In caso di rimborso anticipato, ovvero con tutti i sottostanti sopra il livello iniziale alle date di valutazione, il certificate verrà ritirato a 1.000 euro più tutte le cedole non distribuite. In questo caso, l’investitore registrerebbe un guadagno del 2% più il flusso cedolare del 14,75%.

Se, ad esempio, già alla prima data di rimborso anticipato del 5 agosto i due sottostanti si dovessero trovare sopra il livello iniziale, l'investitore incasserebbe due cedole del 3,668%, più un 2% di capital gain perché compra il certificate sotto la pari, in totale 9,376% lordo in poco meno di sei mesi.

Il certificate ha la struttura di un classico Athena, ad eccezione per la prima cedola, ovvero in caso di rimborso si ottengono anche tutti i premi. L’obiettivo è quello di offrire una soluzione per chi ha una visione positiva/neutrale sul settore, moltiplicando il flusso cedolare e aggiungendo una protezione.

Scenari alla scadenza

Gli scenari all’ultima data di valutazione, il 5 febbraio 2024, sono tre.

1. Con tutti i sottostanti sopra il livello iniziale, il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro più tutte le cedole. L’investitore, dunque, incassa un piccolo capital gain del 2% più il flusso delle cedole del 14,75% lordo annuo.

2. Il caso intermedio è quello con uno o due sottostanti tra il livello iniziale e una performance negativa ma non oltre il -30% del livello iniziale. In questo caso il certificate proteggerà il capitale investito e verrà rimborsato a 1.000 euro senza alcuna perdita per l’investitore nonostante il calo del sottostante dal livello iniziale.

3. L’ultimo caso, il peggiore è quello che vede uno o due sottostanti sotto al livello di barriera. Il rimborso del certificate rispecchierà la performance del peggiore dei due sottostanti. Ad esempio, a fronte di un -35% dal livello iniziale di Unicredit, il certificate sarà rimborsato a 750 euro.

Punti di forza

I punti di forza di questo prodotto sono quello di amplificare il ricco flusso dei dividendi dei due sottostanti, in caso di stabilità o rialzo delle loro quotazioni dal livello iniziale, offrendo comunque una valida protezione in caso di cali contenuti al -30%.

In particolare, ipotizzando un flusso di dividendi per Intesa SanPaolo del 6% annuo (dividend yield), il certificate riesce a offrire più del doppio.

E’ vero che, investendo direttamente sul titolo il flusso cedolare rimane anche in caso di cali del sottostante, ma si è appunto esposti alla perdita del capitale senza una protezione.

Secondo punto di forza è la scelta di avere solo due sottostanti, e non i classici tre o quattro, e, soprattutto, entrambi esposti allo stesso settore, scelta che aiuta l’investitore nella diversificazione di portafoglio.

I punti di debolezza

I punti di debolezza sono legati alla struttura worst of, ovvero se un sottostante dovesse performare molto bene, la performance finale non è data dalla media dei due sottostanti ma dal peggiore. Per questo si sono scelti sottostanti che, sulla carta, dovrebbero muoversi con una buona correlazione.

Altro fattore, poco citato, è che la protezione offerta dai certificati si basa in buona parte sul flusso dei dividendi dei sottostanti, che non viene elargito agli investitori ma viene utilizzato dalla struttura. In questo caso il certificate amplifica il flusso cedolare in maniera significativa, ma titoli con elevati dividendi, distribuendo le risorse agli azionisti non le capitalizzano sui prezzi. In questo caso, la profittabilità vista in crescita grazie all’aumento dei tassi, i piani di buy back, le attese di risiko del settore e la ricerca di titoli che offrano riparo dall’inflazione potrebbero comunque sostenere le quotazioni.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento. Vontobel gode di un buon rating: Aa3 da parte di Moody’s. I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione. Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente

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Idea di investimento
Possibile rendimento annuo del 14,75% con il certificate su Intesa SanPaolo e UniCredit
Sottostanti:
UniCredit S.p.AIntesa Sanpaolo
Rendimento p.a.
14,75%
Cedole
3,688% - €36,88
Memoria
si
Barriera Cedole
100%
ISIN
DE000VX6UY86
Emittente
Vontobel
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