Il ‘soldato’ Putin oscura la Fed nel giorno del rialzo dei tassi

Nella mattinata del Fed day le borse europee scambiavano in rosso a causa delle minacce del presidente russo, ma l’attenzione ora è rivolta tutta all’istituto centrale che stasera potrebbe aumentare per la terza volta consecutiva i tassi di interesse di 75 punti base.
Wall Street attende
Mercati che tornano in verde dopo un’apertura negativa, impauriti dalle minacce del Presidente Vladimir Putin di scatenare una guerra nucleare.
A circa un’ora dal suono della campanella di Wall Street, i future sugli indici principali scambiano sopra la parità, mostrando di ‘aver digerito’ in poche ore le incertezze sul futuro.
I contratti sullo S&P500 e sul Dow Jones guadagnano lo 0,30%, mentre più incerta sembra l’apertura del Nasdaq, vista l’aggiunta di solo lo 0,10%.
Le minacce di Putin
Il decreto di mobilitazione militare parziale emesso dal Presidente russo, la prima dalla seconda guerra mondiale, è già efficace dalla giornata di oggi e Putin era intervenuto sulla televisione nazionale per parlare direttamente al suo popolo.
Nel suo intervento, Putin spiegava la sua volontà di difendere i territori russi, anche arrivando a utilizzare “tutti i mezzi” a disposizione, quindi nucleare compreso, seppur se non esplicitamente nominato.
Con l’Occidente che secondo Putin intende distruggere la Russia, la sua mossa punta anche a “liberare” la regione del Donbass, nella parte orientale dell’Ucraina, dove la maggior parte della popolazione non vuole tornare sotto il “giogo” degli ucraini.
Mentre il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, chiedeva alle parti di dialogare e consultarsi per trovare un accordo, il ministro della Difesa britannica, Ben Wallace, riteneva le minacce di Putin un’ammissione del fallimento della sua invasione.
Fed day
Oggi, però, l’attenzione torna alla Federal Reserve, attesa comunicare la sua decisione in tema di politica monetaria nella serata italiana (ore 20).
Le previsioni indicano prevalentemente un rialzo dei tassi di 75 punti base, arrivando così al 3%-3,25%, mentre si attenderà le parole di Jerome Powell dopo la decisione, il quale potrebbe dare indicazioni sulla durata e la profondità di ulteriori inasprimenti delle politiche monetarie finalizzate alla lotta all’inflazione.
Prospettive economiche
Indicazioni sul futuro potranno arrivare anche dalle proiezioni economiche che la Fed dovrebbe comunicare, con possibili influenze sui mercati.
“Il fattore decisivo per stabilire se questa riunione sarà positiva o negativa per gli asset di rischio non sarà probabilmente il rialzo dei tassi in sé, ma saranno le proiezioni a medio termine”, spiega David Wagner, gestore di portafoglio presso Aptus Capital Advisors, perché “a questo punto gli investitori vogliono solo sapere quando i rialzi dei tassi si fermeranno”.
“Nelle ultime due settimane”, prosegue Wagner, “il motivo principale per cui i titoli sono scesi è stato il fatto che il mercato ha previsto un tasso terminale più alto di quanto previsto in precedenza, aumentando così le possibilità che la Fed organizzi un atterraggio duro per l'economia”.
Nell’ultimo recente report della Federal Reserve di New York le aspettative dei consumatori sull’inflazione a 12 mesi sono scese dal 6,2% registrato a luglio al 5,7% della survey di agosto. Le attese per l’inflazione a 3 anni hanno mostrato un calo dal 3,2% al 2,8% e quelle per l’inflazione a 5 anni dal 2,3% al 2%. Risultati molto simili si ritrovano anche nell’indagine sulle aspettative di inflazione redatta dall’Università del Michigan.
Pertanto, “non c’è ragione per reagire in maniera eccessiva tenendo conto che gli effetti sull’economia reale delle decisioni delle banche centrali si possono vedere dopo molti trimestri ma sui mercati finanziari l’impatto è immediato e una scelta sproporzionata rispetto all’andamento dei dati macro potrebbe portare a una certa instabilità finanziaria”, avverte Filippo Diodovich di IG.
L’ora dei bond
Intanto, timidi acquisti sul segmento delle obbligazioni hanno fatto rientrare i rendimenti dei bond governativi dai massimi di ieri.
Il Treasury Note a dieci anni (ZN) tratta a 3,54%, ai massimi del decennio, tentando i big money manager, da BlackRock ad Amundi, sull’idea che l’asset class sarà una buona copertura nella prossima recessione. “Senza dubbio ci sarà un boom del reddito fisso”, ha detto Ursula Marchioni a BlackRock, mentre secondo Vincent Mortier di Amundi le correlazioni negative stanno tornando ed “è ora di guardare di nuovo alle obbligazioni”.
Ancora super dollaro
In attesa della Fed, il dollaro balza a un nuovo massimo da venti anni a causa dell’annuncio di Putin, con l’indice del biglietto verde che ha toccato quota 110, dopo che quest’anno è aumentato di quasi il 16% e si appresta a registrare la più grande impennata annuale dal 1981.
L’aumento dei tassi potrebbe “aumentare ulteriormente il deprezzamento della coppia EUR/USD, cercando di rompere il punto più basso di questo mese toccato di 0,9865”, secondo Michele Sansone, Country Manager di iBanFirst.
Se domani sera (ora italiana) “la volatilità aumenterà su tutte le divise in coppia con il dollaro americano”, prevede Sansone, “il biglietto verde USA sarà probabilmente il principale vincitore di questo incontro”, in quanto “un tono da falco alimenterà le aspettative di un’accelerazione del ritmo della stretta della politica monetaria, aumentando così il valore netto del dollaro”.
Notizie e pre-market USA
Stitch Fix (-5%): quarto trimestre fiscale con perdite maggiori del previsto, a cui si aggiunge una guidance sulle vendite per il prossimo trimestre giudicata debole.
Alpine Immune Sciences: (+4%): ha annunciato il prezzo della sua offerta pubblica di sottoscrizione di oltre 13 milioni di azioni a 7,35 dollari per azione, per un ricavo lordo previsto di circa 100 milioni di dollari.
Cidara Therapeutics (+2,5%): ha ricevuto dalla FDA la revisione prioritaria alla sua domanda di commercializzazione del suo farmaco sperimentale rezafungin per il trattamento di infezioni fungine, come la candidemia e la candidosi invasiva.
Raccomandazioni analisti
Nike
Deutsche Bank Securities: ‘buy’ e prezzo obiettivo ridotto a 123 USD dai 130 dollari precedenti.
Stitch Fix
Telsey Advisory Group: confermato ‘neutral’ e target price diminuito da 8 a 6 dollari.
Stifel Nicolaus: conferma ‘neutral’ e riduzione del prezzo obiettivo a 6 dollari dai precedenti 7 USD.
Morgan Stanley: ribadisce il ‘neutral’ con target price sceso da 5 a 5 dollari.
Chiplote Mexican Grill
Cowen: ‘buy’ e prezzo obiettivo aumentato a 1950 USD dai precedenti 1850 dollari.
Idea di investimento
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