Il volo da falco della BCE spaventa ancora i mercati


Continuano i cali sui mercati, in particolare sull’azionario e sui titoli di stato, dopo le decisioni di ieri della Banca centrale europea che hanno aperto la strada alla normalizzazione della politica monetaria, mettendo a rischio la stabilità finanziaria, in particolare dell’Italia.


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Le decisioni della BCE

C’era una volta la Banca centrale europea ‘colomba’ e ora non c’è più. Al suo posto, un istituto europeo sempre più ‘falco’, impegnato ad arginare l’inflazione.

La svolta ufficiale è arrivata al termine del meeting di ieri, quando l’istituto guidato da Christine Lagarde ha confermato la fine degli acquisti netti di attività nell'ambito del PAA a partire dal primo luglio, aprendo così la strada al rialzo dei tassi di 25 punti base nel prossimo incontro.

La stretta sui tassi proseguirà a settembre, quando è previsto un ulteriore ritocco del costo del denaro, di pari entità o addirittura superiore al precedente, nel caso in cui l’inflazione dovesse mantenersi su livelli elevati.

L’Eurotower ha poi aggiornato le sue proiezioni economiche sull’eurozona, prevedendo un Pil 2022 e 2023 rispettivamente a 2,8% e 2,1%, ridotto rispetto alle precedenti previsioni di marzo di 3,7% e 2,8%, alzando anche quelle relative all’inflazione al 6,8% per quest’anno e al 3,5% per il prossimo (da 5,1% e 2,1%).

Reazione immediata

A soffrire di più la stretta monetaria in Europa è l’indice Stoxx delle banche, trascinato al ribasso soprattutto dal tonfo delle banche italiane, tra cui troviamo Bper Banca (-7%) nonostante l’annuncio del nuovo piano, seguita da Banco BPM (-4%), Unicredit (-4%), Intesa Sanpaolo (-4%), FinecoBank (-3,5%) e Monte dei Paschi di Siena (-3%).

Titoli finanziari fortemente indeboliti dalle ripercussioni negative delle decisioni prese dalla BCE sui BTP, con lo spread con il Bund oltre quota 230 punti, con il BTP decennale benchmark apriva oltre il 3,70%, livelli che non toccava dal 2014 e con un rialzo più forte dal marzo del 2020.

“La reazione dei BTP e dello spread BTP-Bund alle parole di Christine Lagarde e agli annunci della BCE è stata immediata”, spiega Hetal Mehta, Senior European Economist di LGIM, mettendo in evidenza “tutta la vulnerabilità dell’Italia e dei debiti sovrani dell’area euro”.

BCE in posizione difficile

Le decisioni da ‘falco’ arrivano in un momento in cui la Banca centrale europea si trova attualmente “in una posizione molto difficile a causa dell’elevata inflazione, del rallentamento della crescita e della contrazione del mercato del lavoro”, ragiona Mehta.

Attualmente, “noi di LGIM riteniamo che il rischio che l’area euro entri in recessione dalla seconda metà del 2023 sia del 60%. Per questi motivi, sono state prese delle misure insolite al fine di rendere più chiaro quale sarà l’andamento dei tassi d’interesse per il breve periodo, sebbene i cosiddetti ‘falchi’ stiano facendo pressione affinché l’istituto agisca in tempi più rapidi”.

Un cambiamento secolare

Su Twitter il commento di Mohammed El-Erian, responsabile consulenze per Allianz, definiva la riunione del Consiglio direttivo di ieri quella “che avrà riconosciuto in modo ufficiale un cambiamento secolare sia nell’outlook dell'economia che nel regime di politica” monetaria. “Con la BCE che apre alla possibilità di un rialzo dei tassi di 50 punti a settembre, 50 è il nuovo 25 in tutto il mondo”, aggiungeva El-Erian, mettendo in evidenza come le banche centrali, nella loro lotta all'inflazione, potrebbero inaugurare un New Normal nel processo di normalizzazione dei tassi, attraverso strette monetarie di 50 punti base più frequenti che in passato, quando di norma i rialzi dei tassi erano graduali, appunto di 25 punti base circa.

Rimanere selettivi e flessibili

Di “primo passo verso una normalizzazione della politica monetaria della BCE”, parla Nicolas Forest di Candriam, secondo il quale “la fine del quantitative easing rappresenta una chiara minaccia alla stabilità finanziaria”, con “lo spread italiano che si è notevolmente allargato”, e, “anche se i mercati stanno speculando su un quadro di controllo dello spread, non è stato ancora presentato alcuno strumento aggiuntivo”.

A questo punto, “il rischio di frammentazione del mercato è significativo e non c'è dubbio che la BCE dovrebbe fornire dettagli su un potenziale nuovo strumento nei prossimi mesi”, prosegue l’esperto, secondo il quale l’inizio dell’aumento dei tassi rappresenta l’avvio di “un percorso graduale e sostenibile”, parte “di una sfida importante per avviare il processo di normalizzazione a questo punto del ciclo”.

“Meno liquidità, meno acquisti di obbligazioni e tassi più alti sono gli ingredienti per un'estate calda”, conclude Forest, consigliando “di rimanere selettivi e flessibili”.

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