In Asia Borse ancora giù. In Cina si acuisce la crisi Evergrande

Il colosso immobiliare di Guangzhou in crisi di liquidità si avvia verso la ristrutturazione del debito: si temono contraccolpi per le banche. Prosegue il rialzo del petrolio, salito al massimo delle ultime sei settimane. Oggi in Usa i dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione
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Il listino di Hong Kong perde l’1,5%, Shanghai -0,5%, Tokio -0,6%.
Il brusco rallentamento dell’economia cinese, segnalata ieri dalla frenata dei consumi e della produzione industriale, si fa sentire anche stamattina sulle Borse dell’Asia, tutte in ribasso. Il listino di Hong Kong perde l’1,5%, Shanghai -0,5%, in calo anche Tokio -0,6% e Seul -0,7%.
Al contrario, ieri sera la Borsa americana ha chiuso con significativi rialzi, grazie soprattutto ai guadagni dei titoli del settore energetico. L’indice S&P500 ha guadagnato lo 0,8%, Nasdaq +0,8%.
In Cina aumenta la preoccupazione per il destino del colosso immobiliare super-indebitato Evergrande, alle prese con una drammatica crisi di liquidità. Stamattina il titolo a Hong Kong segna un nuovo ribasso dell’8%, dopo che la controllata Hengda Real Estate ha bloccato gli scambi delle sue obbligazioni in seguito al downgrade di Standard & Poor’s e di un’agenzia di rating locale. Secondo fonti locali, Evergrande, che ha sede a Guagzhou, si avvierebbe a una ristrutturazione del debito. La notizia sta trascinando al ribasso l’intero settore immobiliare cinese con ripercussioni pesanti anche sui titoli delle banche.
Sul listino di Hong Kong non si ferma la discesa dei titoli delle case da gioco di Macao, finite nel mirino delle autorità di Pechino che stanno studiando nuove regole per il settore.
Venendo all’America, il quesito principale degli investitori è il solito ormai da mesi: quando la Fed avvierà il cosiddetto tapering, ovvero la riduzione degli stimoli monetari messi in campo per sostenere l’economia ai tempi del coronavirus. Il dato sull’inflazione di agosto, inferiore alle attese, sta spingendo gli economisti a pensare che la banca centrale potrebbe prendere ancora tempo. Insieme all’inflazione, l’altro indicatore perennemente sotto l’osservazione della Fed è l’occupazione. Oggi sarà reso noto l’andamento delle richieste di sussidi di disoccupazione della settimana scorsa: gli economisti si aspettano 320mila richieste.
Prosegue il rialzo del petrolio, salito al massimo delle ultime sei settimane. Il Brent è scambiato a 75,6 dollari al barile (+0,2%), Wti a 72,7 dollari (+0,2%).
Il dollaro è stabile a 1,180 nei confronti dell’euro.
Oro in lieve calo a 1.792 dollari l’oncia.
Ancora un rialzo per il Bitcoin, scambiato stamattina a 48.330 dollari, da 47.100 di ieri.
Fra i titoli di Piazza Affari segnaliamo:
Unicredit – Jefferies ha alzato il target price a 13,4 euro da 12,25 euro.
Intesa Sanpaolo – Jefferies ha alzato il target price a 2,60 euro da 2,50 euro.
Cnh Industrial - Iveco spinge sull'elettrico per prepararsi allo spin-off da Cnh Industrial. "Stiamo elettrificando su tutta la linea. Non siamo indietro", ha detto a Reuters l'Ad designato Gerrit Marx, in occasione dell'inaugurazione dell'impianto di produzione di Ulm, in Germania, dove Iveco e l'americana Nikola realizzeranno congiuntamente il camion elettrico Nikola Tre a partire dalla fine dell'anno.
Saras - Ha annunciato la firma di un accordo preliminare con la francese Air Liquide volto a esplorare le opportunità per la riduzione dell'impronta di carbonio della raffineria di Sarroch in Sardegna, una delle maggiori d'Europa.
Italgas - Il Cda ha deliberato il rinnovo del programma obbligazionario Emtn fino a massimi 6,5 miliardi di euro.
Bioera – Ha chiuso il primo semestre del 2020 con un utile di 19,3 milioni di euro, a fronte di una perdita di 7,1 milioni nello stesso periodo di un anno fa.
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