Inflazione USA ancora forte e i future di Wall Street virano in negativo

Inflazione USA ancora forte e i future di Wall Street virano in negativo

I prezzi alla produzione di novembre sono risultati maggiore alle attese e a questo punto si rafforza l’idea che la Federal Reserve possa proseguire sull’attuale ritmo di stretta monetaria nel corso della prossima riunione del 14 dicembre.

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Wall Street vira in rosso

In questa settimana intervallata dalla festa dell’8 dicembre il dato più atteso era previsto per oggi, con i prezzi alla produzione di novembre sotto osservazione soprattutto in ottica meeting della Federal Reserve della prossima settimana.

I prezzi alla produzione nel mese scorso sono risultati in crescita del 7,4% rispetto al dato del novembre 2021, dato inferiore a quello precedente (+8%) ma oltre le attese degli analisti (+7,2%).

Oltre le attese anche il dato core, quello meno volatile in quanto privo di alimentari e energia, risultato a +6,20% dal precedente +6,8% (rivisto dal +6,7%), mentre gli analisti si attendevano un +5,9%.

Dopo una mattinata (italiana) passata in verde, la diffusione del dato faceva virare in rosso i future di Wall Street, con i dati che rafforzavano le previsioni del proseguire dell’attuale ritmo di strette monetarie da parte della Fed.

I future sul Nasdaq cedevano quasi l’1% al rilascio del dato, mentre quelli sul Dow Jones e sullo S&P500 perdevano mezzo punto, aprendo la strada ad un avvio in rosso a Wall Street.

Gli investitori si rifugiavano sul dollaro, in balzo rispetto all’euro e la coppia EUR/USD veniva scambiata a 1,0534 dopo pochi minuti dal dato.

Niente rally di Babbo Natale?

L’odierna lettura sui prezzi alla produzione, a cui si aggiungeranno i commenti della Fed nel corso della prossima settimana sembra poter allontanare il possibile rally di Babbo Natale.

Inoltre, “il 2023 offre abbastanza incertezze e jolly che i regali di un rally natalizio potrebbero diventare rapidamente un ricordo”, in quanto “ci sono ancora una miriade di rischi d'investimento all'orizzonte e pensiamo ancora che una posizione moderatamente difensiva sia appropriata per gli investitori sia nell'azionario che negli investimenti a reddito fisso”, secondo Daniel Berkowitz, senior strategist degli investimenti presso Prudent Management Associates.

Timore recessione

Dopo che nei giorni scorsi alcune delle principali banche USA avevano lanciato l’allarme circa un arrivo della recessione, la segretaria al Tesoro USA, Janet Yellen, si è mostrata ottimista: “Penso che siamo sulla strada giusta per rallentare l'inflazione e che la recessione possa essere evitata”.

“Se pensiamo ai prossimi 12 mesi, riteniamo che sia ancora il momento di sottopesare i rischi, perché si parla tanto di recessione ma non la vediamo ancora inclusa nei prezzi di borsa”, spiega ai microfoni della Cnbc Gabriela Santos, Global Market Strategist JP Morgan AM.

“C’è ancora la speranza di un atterraggio morbido, potremmo avere un inizio d’anno difficile”, proseguiva l’esperta, “per questo sottopesiamo ancora l’azionario e il credito ad alto rendimento”.

Doppio colpo all’economia

Un report di S&P Global Ratings individuava due principali rischi di ribasso per l’economia globale, quali le pressioni inflazionistiche persistenti e il trascinarsi della guerra Russia-Ucraina.

Se la prima richiede una risposta di politica monetaria più forte e lunga da parte delle banche centrali, la seconda “esacerba la crisi energetica in corso e l'aumento dell'avversione al rischio”, spiegano dall’istituto americano.

Lo scenario negativo individuato dalla banca si basa su una serie di proiezioni alternative per 15 economie chiave e determina gli effetti su tre variabili economiche chiave (crescita, inflazione e disoccupazione) per il 2023-2025, e, secondo le stime di S&P, questo scenario ha circa una probabilità su tre di realizzarsi.

Se in questo scenario l’Europa sarebbe la più colpita (crescita inferiore di 90 punti base nel 2023), con un’inflazione oltre il target del 2% fino al 2025, negli Stati Uniti i prezzi resterebbero elevati, spingendo la Fed a continuare con gli aumenti dei tassi in modo aggressivo.

“Un rallentamento globale più marcato, condizioni finanziarie più rigide e prezzi dell'energia più elevati renderebbero il 2023 più cupo per le economie dei mercati emergenti”, in particolare “Polonia e Messico per i loro significativi legami con USA e Europa”, concludono da S&P.

Notizie finanziarie e pre-market USA

Microsoft (-0,80%): oggi la Federal Trade Commission Usa presenterà un reclamo per bloccare l’acquisizione da 69 miliardi di dollari del produttore di videogiochi Activision Blizzard, per il timore che l'operazione danneggi il business del cloud gaming.

Broadcom (+3%): ricavi e utili oltre le attese nel quarto trimestre.

DocuSign (+10%): fatturato in crescita del 18% (645,5 milioni di dollari) nel terzo trimestre, oltre le attese di Refinitiv (626,9 milioni).

Li Auto (-3%): perdita maggiore del previsto nel terzo trimestre anche se si attende un aumento dei ricavi nel prossimo periodo.

AmerisourceBergen (-2%): il suo primo azionista Walgreens Boots Alliance ha annunciato la vendita di 1 miliardo di dollari di azioni detenute nella società, riducendo così la sua partecipazione del 3% a circa il 17%.

Lululemon Athletica (-7%): si attende ricavi e profitti inferiori alle stime nel trimestre ‘festivo’, con un fatturato compreso tra 2,61 e 2,66 miliardi di dollari rispetto ai 2,65 miliardi delle stime di Refinitiv.

ImmunoGen (+2%): annunciata una collaborazione clinica con Gilead Sciences per testare nel 2023 il trattamento sperimentale della società in combinazione con magrolimab, in pazienti affetti da leucemia mieloide acuta (AML).

Raccomandazioni analisti

Netflix

Wells Fargo: aggiorna il titolo a ‘overweight’ (sovrappeso) da "equal weight" (pari peso) e alza il target price 400 dollari dai precedenti 300: è il secondo tp più alto a Wall Street.

Microsoft

Credit Suisse: ancora ‘buy’ e target price fermo a 365 dollari.

Coca-cola

Credit Suisse: ‘buy’ e prezzo obiettivo ancora a 64 dollari.

PayPal

UBS: ‘buy’ e target price in lieve aumento a 125 USD dai precedenti 123 dollari.

Campbell Soup

Goldman Sachs: ‘sell’ e prezzo obiettivo aumentato a 47 USD dai 46 dollari anteriori.

JPMorgan Chase: ‘neutral’ e target price alzato da 51 USD a 53 dollari.

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