Inflazione Usa, lo spettro che fa scendere le Borse

12/05/2021 06:30
Inflazione Usa, lo spettro che fa scendere le Borse

Oggi sarà diffuso il dato sull’andamento dei prezzi al consumo negli Stati Uniti ad aprile. Il timore di un aumento dei tassi ha alimentato nuovi ribassi a Wall Street e nelle Borse asiatiche. I mercati europei si preparano a un avvio debole: in calo il future sull’EuroStoxx50. Dollaro stabile nei confronti dell’euro e soprattutto è stabile il rendimento del Treasury bond decennale.

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La Borsa di Tokio perde l’1,4%, Shanghai -0,4%, precipita l’indice di Taiwan (-8%).

L’ondata ribassista continua a colpire le Borse di tutto il mondo, a causa del crescente timore che la pressione inflazionistica negli Stati Uniti si traduca in aumenti anticipati dei tassi e dei rendimenti obbligazionari a livello globale.

Stamattina tutte le Borse dell’Asia sono in calo con l’indice complessivo della regione sceso al minimo delle ultime sette settimane. La Borsa di Tokio perde l’1,4%, Shanghai –0,4%, Hong Kong è in parità, Seul -2,1%. Pesante caduta della Borsa di Taiwan (2.000 miliardi di dollari di capitalizzazione), con l’indice locale in ribasso dell’8%: i timori di un incremento del contagio da Covid nell’isola sono stati amplificati dalla richiesta di integrare i margini nei confronti di tantissimi investitori retail che negli ultimi mesi hanno operato a leva.

Per le Borse europee si profila un avvio di giornata debole: il future sull’EuroStoxx50 scende dello 0,3%, quello sull’S&P500 arretra dello 0,4%.

Ieri sera a New York il ribasso non è stato più solo dei tech, ma si è esteso a tutti i settori, con le perdite più forti nel comparto dell’Energia. Tanto è vero che l’indice più penalizzato a fine giornata è stato il Dow Jones (-1,3%). S&P500 è sceso dello 0,8% e il Nasdaq ha chiuso in calo dello 0,1%, dopo un iniziale tonfo del 2%.

Rigidità nel mercato del lavoro Usa: le aziende fanno fatica ad assumere.

Ad alimentare il timore dell’inflazione in Usa non è solo il diffuso rincaro delle materie prime, ma anche la rigidità di un mercato del lavoro in cui molte aziende dicono di non riuscire a trovare manodopera. Dice un operatore: “Il mercato non crede alla Fed quando dice che non alzerà i tassi fino a dopo il 2023”.

Il dibattito sul fatto che le pressioni sui prezzi saranno abbastanza persistenti da costringere la Federal Reserve a modificare la sua politica monetaria influenza gli investitori, che fino ad oggi hanno beneficiato di un rally delle azioni a livello globale alimentato dai forti stimoli monetari.

Da qui nasce la fortissima tensione con cui gli investitori attendono oggi il dato sull’inflazione Usa di aprile. Secondo le stime di Dow Jones, l'indice dei prezzi al consumo di aprile negli Stati Uniti dovrebbe crescere dello 0,2% rispetto al mese precedente, rappresentando un salto del 3,6% dall'anno scorso. Questo salto nell'indice dei prezzi al consumo sarebbe il più grande dal settembre 2011. I dati saranno diffusi alle 14,30 italiane.

In Europa giornata segnata dai risultati di alcune grande aziende.

In Europa oggi sono attesi i risultati di alcune grandi aziende: Edf, Allianz, Bayer, Commerzbank, Tui e Rwe.

Il dollaro è stabile nei confronti dell’euro a 1,212 (-0,1%) e soprattutto è stabile il rendimento del Treasury bond decennale a 1,62%.

Torna a salire il Bitcoin, scambiato a 57.400 dollari, da 55.150 di ieri.

Poco mosso il petrolio con il Brent a 68,5 dollari al barile e il Wti a 65,3 dollari.

Dopo i recenti rialzi fa marcia indietro l’oro a 1.830 dollari l’oncia (-0,2%).

Nuovo record per le quotazioni del rame, in rialzo dello 0,9%.

Fra i titoli di Piazza Affari segnaliamo:

Poste italiane – Buoni risultati del primo trimestre dell’area recapito pacchi, l’utile netto sale del 46% anno su anno a 620 milioni di euro, più del previsto. I ricavi sono 1,93 miliardi di euro, +6,5% anno su anno.

Leonardo - Airbus ha avvisato i fornitori, fra i quali Leonardo, di tenersi pronti ad una richiesta di aumento della produzione. Banca Generali – Ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 135,4 milioni, +71% rispetto allo stesso periodo del 2020 e meglio delle attese degli analisti, per effetto di minori costi e maggiori introiti da commissioni.

Atlantia - Il traffico autostradale della controllata Autostrade è sceso del 10% nel primo trimestre sull’anno.

Exor – La controllata Partner Re, compagnia di riassicurazione, chiude il trimestre con una perdita di 66 milioni di dollari. Snam - Chiude il trimestre con 559 milioni di euro di EBITDA: +0,7% rispetto al primo trimestre 2020 pro-forma. Utile netto: 313 milioni di euro (+8,3% rispetto al primo trimestre 2020 pro-forma, per effetto dei maggiori proventi da partecipazioni e delle azioni di ottimizzazione della struttura finanziaria). 

Ferragamo - Grazie ad un incisivo taglio costi, chiude il primo trimestre con un utile operativo di 7,8 milioni di euro, in forte recupero dal rosso di 36 milioni di euro dello stesso periodo del 2020. Gli analisti si aspettavano un altro trimestre in perdita. I ricavi sono saliti del 10% a 244 milioni di euro. Nel corso della conferenza con gli analisti, il management ha detto che in Asia e negli Stati Uniti la ripresa è molto forte.  Safilo - Chiude il primo trimestre con ricavi a 251 milioni di euro, in rialzo del 13,7% a cambi costanti. L’Ebitda rettificato si posiziona a 25,8 milioni di euro, con un margine di oltre il 10%. I dati sono superiori alle aspettative del consensus.

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