L’inflazione USA non scende, Wall Street ancora indebolita da Microsoft e Meta

L’indice PCE conferma i precedenti livelli dei prezzi quando manca meno di una settimana alla prossima riunione della Federal Reserve e i future indicano che la Borsa di New York potrebbe aprire negativa dopo le trimestrali delle due big tech diffuse ieri sera.
Ferma l’inflazione USA
Tra i tanti dati previsti oggi c’era l'Indice dei prezzi per consumi personali (PCE), il parametro preferito dalla Federal Reserve per misurare l'inflazione, per capire di quanto l’istituto centrale potrebbe ridurre il costo del denaro negli ultimi due mesi del 2024.
A settembre i prezzi sono cresciuti del 2,7% su base annuale, in linea rispetto al risultato precedente ma oltre le previsioni degli analisti (+2,6%), mentre mensilmente il dato ha mostrato un aumento dello 0,3% dallo 0,1% del dato anteriore, in linea con le attese.
Arrivati oggi anche i dati sulle richieste iniziali di disoccupazione alla settimana terminata il 26 ottobre, risultate 216 mila, leggermente inferiore ai 229 mila attesi e al dato precedente (227 mila).
L’attenzione di domani si concentrerà sui dati sugli occupati non agricoli, previsti alle ore 13:30 italiane.
I dati non modificano le previsioni di un prossimo taglio dei tassi da parte della Fed, attesa alla sua due giorni di riunione la prossima settimana (6 e 7 novembre) e lo strumento FedWatch di CME Group continua a indicare il 94% di possibilità di un allentamento monetario da 25 punti base.
L’andamento di Wall Street
Se la mattinata era trascorsa in calo, dopo la diffusione dei dati i future sul Nasdaq miglioravano solo leggermente, cedendo ancora lo 0,70%, seguiti in scia dai contratti sullo S&P500 (-0,60%) e da quelli sul Dow Jones (-0,30%).
Il dollaro ha aumentato le sue perdite della mattina e la coppia EUR/USD è salita a 1,0884, mentre l’oro cedeva mezzo punto percentuale e scendeva a 2.785 dollari (future) e 2.775 dollari (spot).
In crescita i prezzi del petrolio: Brent (+1%) a 72,80 dollari al barile e greggio WTI a 69,23 dollari.
Le trimestrali di Microsoft e Meta
Stamattina il future sul Nasdaq 100 perdevano oltre l'1%, con Microsoft e Meta entrambe in calo di circa il 4% nelle negoziazioni del pre market USA. Il calo combinato dei due titoli rappresentava la metà delle perdite nei contratti sull’indice tecnologico, secondo i calcoli di Bloomberg.
La serie di “risultati deludenti di Microsoft e Meta ha danneggiato il sentiment”, spiega Marija Veitmane, stratega senior multi-asset presso State Street Global Markets, il quale ritiene che “gli investitori si stanno chiedendo se le aziende possano sostenere la crescita degli utili aumentando al contempo la spesa per l'Intelligenza Artificiale e i servizi cloud”.
"Il mercato è preoccupato per il continuo aumento degli investimenti, e questo probabilmente peserà sulle azioni nel breve termine", prevede l’esperto e, “a medio termine, tuttavia, vediamo ancora la debolezza dei titoli tecnologici come un'opportunità di acquisto. È una posizione molto affollata, quindi viene venduta a qualsiasi segno di delusione, ma vediamo sempre gli investitori tornare perché non c'è altra alternativa se si desidera qualità".
"Il mercato non perdona le aziende legate all'AI che non riescono a sovraperformare significativamente. Meta è l'ultimo titolo a risentire della collera degli investitori, nonostante abbia continuato a registrare risultati migliori delle attese degli analisti sulle principali misure finanziarie", evidenzia Dan Coatsworth, investment analyst di AJ Bell.Oggi, intanto, è il turno di due delle altre Magnifiche Sette previste per questa settimana, ovvero Amazon e Apple, attese dopo la chiusura del mercato, mentre per l’ultima del gruppo, Nvidia, bisognerà aspettare il 20 novembre.
Notizie societarie e pre market USA
Microsoft (-4%): si aspetta un rallentamento della crescita del business cloud Azure e un aumento degli investimenti nel trimestre in corso.
Meta (-3%): prevede ricavi per il quarto trimestre compreso tra 45 e 48 miliardi di dollari, superiore alle stime degli analisti di 46,31 miliardi (dati LSEG).
eBay (-9%): prevede ricavi per il quarto trimestre compresi tra 2,53 e 2,59 miliardi di dollari, contro le stime degli analisti di 2,65 miliardi (dati LSEG).
Mastercard (+2%): utile trimestrale di 3,3 miliardi di dollari, o 3,53 dollari per azione, superiore ai 3,2 miliardi, o 3,39 dollari per azione, di un anno fa.
Robinhood (-12%): utile per azione nel trimestre pari a 0,17 dollari, i ricavi a 637 milioni, numeri inferiori alle previsioni degli analisti rispettivamente di 0,18 dollari e 658 milioni.
Merck (+1%): utile nel terzo trimestre 1,57 dollari per azione, superiore alla stima media degli analisti di 1,50 dollari (dati LSEG).
Peloton Interactive (+9%): nominato l'ex dirigente di Apple, Peter Stern, nei ruoli di CEO e presidente, a partire dal 1° gennaio.
ConocoPhillips (+2%): un utile su base rettificata di 1,78 dollari per azione per i tre mesi conclusi il 30 settembre, superiore alla stima media degli analisti di 1,64 dollari (dati LSEG).
Estee Lauder (-13%): ha ritira le previsioni di vendita e di profitto per il 2025 a causa del rallentamento della domanda di prodotti di bellezza di lusso nei principali mercati come la Cina.
Raccomandazioni analisti
Microsoft
JPMorgan Chase: ‘’buy’ e prezzo obiettivo ridotto da 740 a 465 dollari.
Morgan Stanley: ‘buy’ e target price incrementato da 506 a 548 dollari.
Bernstein: ‘buy’ e prezzo obiettivo alzato da 500 a 511 dollari.
Meta
JPMorgan Chase: ‘buy’ e target price aumentato da 640 a 660 dollari.
Citigroup: ‘buy’ e prezzo obiettivo incrementato da 645 a 705 dollari.
Goldman Sachs: ‘buy’ e target price ridotto da 636 a 630 dollari.
Alphabet
Jefferies: ‘buy’ e prezzo obiettivo confermato a 225 dollari.
New Street: ‘buy’ e target price alzato da 210 a 215 dollari.
Citic Securities: ‘buy’ e prezzo obiettivo salito da 210 a 220.
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