Intesa Sanpaolo, avanti tutta con il de-risking

Intesa Sanpaolo, avanti tutta con il de-risking

La realizzazione del piano industriale al 2025 della banca non si ferma e sono state vendute già oltre 9 miliardi di posizioni legate a crediti deteriorati.

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La cessione di crediti

Prosegue a pieno ritmo la realizzazione del piano industriale al 2025 di Intesa Sanpaolo, in particolare per quanto riguarda la parte relativa alla cessione di crediti deteriorati, nonostante un contesto di aumento delle aspettative di rendimento da parte degli investitori e la conseguente discesa dei prezzi medi degli stock.

Da MF indicato un valore nominale di 9,3 miliardi di posizioni vendute nel corso periodo del piano, portando così a oltre 58 miliardi l’importo complessivo di dismissioni dal 2015 a oggi.

Nel dettaglio, l’istituto guidato da Carlo Messina ha realizzato una cartolarizzazione garantita (Gacs) da quattro miliardi, a cui si è aggiunta la cessione degli Npl residui rimasti alla controllata Provis e la dismissione di 1,7 miliardi di posizioni di leasing in sofferenza.

La view di WebSim

Il processo di de-risking dovrebbe continuare nei prossimi mesi, focalizzandosi su ulteriori cessioni di crediti deteriorati.

Già nel secondo trimestre 2022 la banca torinese “aveva diminuito il proprio stock di crediti deteriorati di 4,1 miliardi, ovvero 4,9 miliardi considerando la cessione di 0.8 miliardi già finanziata rispetto al dato di fine 2021”, ricordano da WebSim.

Inoltre, “il Gross NPE ratio era pari al 2,3% o 2,2% a livello PF (tali valori escludono 4,1 miliardi di crediti deteriorati contabilizzati nelle attività in via di dismissione)”, aggiungono dalla sim.

La cessione di un ulteriore 1 miliardi dovrebbe consentire alla banca di “ridurre il proprio Gross NPE ratio in area 2%”, corrispondente a “1,5%/1,6% secondo la definizione EBA”, calcolano questi esperti.

Se “la società ha come target di gross NPE ratio al 2025 pari al 1,6%”, ricordano dalla sim, “nel primo semestre 2022 la società ha registrato un costo del rischio di 61 bps che tiene conto di accantonamenti straordinari legati a Russia/Ucraina (27 bps il costo del rischio normalizzato).

Previsioni e tp

Per quanto riguarda l’intero anno, “abbiamo una stima di costo del rischio di 78 bps in quanto riteniamo che la società continuerà l’attività di de-risking, incrementerà le coperture sulla Russia e cercherà di anticipare il peggioramento dell’asset quality atteso per il 2023”, concludono da WebSim, mantenendo la raccomandazione ‘interessante’ sul titolo Intesa Sanpaolo, con target price di 2,30 euro rispetto ai 1,84 euro (+0,20%) odierni.

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