Intesa Sanpaolo, cresce l’utile 2021 e buyback da 3,4 miliardi


La banca torinese ha pubblicato i risultati finanziari relativi allo scorso anno e il piano al 2025, caratterizzato su una “solida e sostenibile” creazione e distribuzione del valore per gli azionisti.


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Il 2021 di Intesa Sanpaolo

Si conclude positivamente il 2021 di Intesa Sanpaolo, caratterizzato da un utile netto di 4,18 miliardi di euro corrispondente ad una crescita del 19,4% rispetto ai 3,05 miliardi del 2020 e in linea con le previsioni degli analisti di Equita Sim.

Sul risultato ha inciso l’acquisizione di Ubi Banca, senza la quale la crescita sarebbe arrivata al 27,7%.

Inoltre, l’aumento dei profitti è stato ottenuto nonostante “stanziamenti pari a 2,2 miliardi, di cui 1,7 miliardi nel quarto trimestre, per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo”.

Nel dettaglio, sono stati effettuati 1,6 miliardi di rettifiche sui crediti, di cui 1,2 nel quarto trimestre, caratterizzato da un utile di 179 milioni rispetto alla perdita di 3,1 miliardi relativa allo stesso periodo del 2020.

I proventi operativi netti del 2021 sono arrivati a 20,8 miliardi, segnando una crescita dell’1,9%, con interessi netti a 7,9 miliardi (-4,6%) e commissioni nette di 9,5 miliardi (+9,3%).

Migliorano i costi operativi, scesi a 10,9 miliardi e in calo dell’1,1%, per un rapporto cost/income in calo al 52,5%, avvicinandosi così alla media del settore del 51,5%.

Infine, il coefficiente Cet1 risulta pari al 15,2% deducendo i dividendi e al 14,2% considerando anche il buyback proposto.

Dalla banca spiegano che i risultati dell’anno passato “confermano la capacità di Intesa Sanpaolo di affrontare efficacemente la complessità del contesto pandemico e di creare valore per tutti gli stakeholder, con un utile netto pari a 4,2 miliardi di euro (circa), a fronte di stanziamenti, allocati a valere sull’utile ante imposte, pari a 2,2 miliardi nell’anno, di cui 1,7 miliardi nel quarto trimestre, per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del Gruppo”.

Il dividendo 2021

Il consiglio di amministrazione ha proposto un ritorno al cash per gli azionisti della banca torinese, pari complessivamente a 4,9 miliardi di euro, dei quali 1,5 miliardi a titolo di saldo dividendo 2021, a cui si aggiunge 1,4 miliardi di acconto dividendi 2021 pagato a novembre 2021, mentre dal buyback la distribuzione sarà di 3,4 miliardi di euro.

La distribuzione decisa dal cda, dunque, sarà di 7,89 centesimi di euro per azione come saldo dividendi e, rapportando l’importo unitario al prezzo di riferimento dell’azione alla chiusura di ieri 3 febbraio, risulterebbe un rendimento (dividend yield) pari al 2,9%.

Il piano 2022-2025

La banca ha alzato il velo anche sul piano al 2025, imperniato sulla “solida e sostenibile” creazione e distribuzione del valore, un’elevata patrimonializzazione e una “marcata connotazione” sotto il profilo Esg.

Gli obiettivi sul dividendo prevedono la distribuzione di oltre 22 miliardi cash, con un payout ratio del 70% per ogni anno e un buyback di 3,4 miliardi nel corso del 2022. A partire dal 2023, la banca valuterà ulteriori distribuzioni anno per anno.

Previsioni

Da Intesa Sanpaolo prevedono una crescita dei ricavi con un conseguente aumento del risultato della gestione operativa nel 2022, grazie ad una forte riduzione del costo del rischio, del risultato corrente lordo e un utile netto di oltre 5 miliardi di euro.

L’utile netto è visto a 5 miliardi nel 2022 e a 6,5 miliardi al 2025, in crescita rispetto ai 4,2 miliardi del 2021, mentre il Rote è previsto a circa il 14% a fine piano.

Il profilo di rischio dovrebbe vedere una “significativa” riduzione, prevedono da Intesa Sanpaolo, con un’incidenza dei crediti deteriorati rispetto ai totali pari allo 0,8% nel 2025 (al netto di rettifiche) e un costo del rischio di circa 40 punti base.

Intesa si pone l’obiettivo di diventare “una banca a zero Npl e senza impatto dal calendar provisioning” e prevede un calo a 9,3 miliardi dei crediti deteriorati lordi nel 2025 dai 15,2 del 2021. Pertanto, l’incidenza degli Npl lordi sul totale dei crediti è vista in diminuzione all’1,6% dal 2,4%.

I proventi operativi netti sono attesi a 22,8 miliardi, in crescita dai 20,8 miliardi del 2021, segnando un aumento medio annuo ponderato (Cagr) del 2,3%.

La crescita annua è vista al 3,9% per le commissioni e del 3,3% per il risultato dell’attività assicurativa grazie al forte sviluppo del ramo Danni e l’incidenza di queste due componenti sui proventi operativi netti passerà dal 54% al 57% nel 2025.

L’andamento in borsa e la posizione degli analisti

A Piazza Affari, intanto, il titolo Intesa Sanpaolo aveva aperto con una crescita dell’1%, con un massimo toccato a 2,778 euro, per poi virare in negativo a circa un’ora dall’inizio delle contrattazioni, in linea con il peggiorare del trend del Ftse Mib, anche questo tintosi di rosso dopo un’apertura positiva.

A seguito della diffusione odierna dei risultati, l’analista di Jefferies Benjie Creelan-Sandford non cambia opinione sul titolo Intesa Sanpaolo e mantiene la raccomandazione ‘Neutral’, con target price a 2,70 euro.

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