Italia, l’economia italiana ristagna nel terzo trimestre

L’Italia resta ferma nel terzo trimestre 2025, con un Pil invariato su base congiunturale e una crescita annua limitata allo 0,4%, secondo le stime preliminari diffuse da Istat. Un quadro di stagnazione economica, dove l’assenza di un sostegno costante dalla domanda interna impedisce un ritorno a un ritmo di crescita sostenibile.
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Pil fermo, export instabile e domanda interna debole
Dopo la lieve contrazione dello 0,1% registrata nel secondo trimestre, il prodotto interno lordo italiano è rimasto invariato nei tre mesi successivi, contro attese di un +0,1%. Su base annua, l’espansione si ferma dunque allo 0,4%. Come spiega Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING, l'Istat non ha ancora fornito la scomposizione dettagliata della domanda, ma ha segnalato che la domanda interna (al lordo delle scorte) ha rappresentato un fattore frenante, mentre le esportazioni nette hanno offerto un contributo positivo alla crescita. Dal lato dell’offerta, si registra un aumento del valore aggiunto agricolo, stabilità nei servizi e una contrazione nell’industria, in linea con i dati di fiducia estivi.
Consumi prudenti e impatto dei dazi
I dati odierni, secondo Pizzoli, confermano uno scenario di stagnazione, in cui l’impatto dei dazi statunitensi sui flussi commerciali non si è ancora stabilizzato. Gli analisti si attendevano una ripresa della componente estera, che nel secondo trimestre aveva sottratto lo 0,7% alla crescita del Pil, accompagnata da un minore contributo negativo delle scorte. Alla base del risultato piatto potrebbero esserci anche un nuovo trimestre di consumi privati stagnanti e una leggera contrazione degli investimenti.
Nonostante i solidi flussi turistici internazionali, la stagione estiva non ha generato i risultati sperati, complice la prudenza dei consumatori italiani, che avrebbero mantenuto un tasso di risparmio elevato. Sul fronte degli investimenti, spiega Pizzoli, l’incertezza legata ai dazi potrebbe aver pesato sulle decisioni nel settore dei macchinari, lasciando come motore principale la spesa infrastrutturale, ancora alimentata dai progetti del PNRR.
Segnali di fiducia e resilienza del lavoro
Il Pil invariato conferma che l’economia italiana è in fase di stagnazione. Tuttavia, osserva Pizzoli, gli indicatori di fiducia di ottobre mostrano un miglioramento sia per consumatori che per imprese, con l’unica eccezione dei servizi, suggerendo un discreto avvio del quarto trimestre.
Un segnale positivo arriva anche dal mercato del lavoro: a settembre, l’occupazione è aumentata e il tasso di disoccupazione, al 6,1%, resta vicino ai minimi storici. Per Pizzoli, i fondamentali dell’economia italiana restano coerenti con un leggero miglioramento dei consumi, favorito da una bassa inflazione e da un mercato del lavoro stabile.
Prospettive di lieve crescita nel quarto trimestre
Alla luce di questi elementi, ING conferma la previsione di una crescita del Pil marginalmente positiva nel quarto trimestre, che porterebbe la media annuale 2025 attorno allo 0,5%. Una ripresa graduale ma non ancora strutturale che, sottolinea Pizzoli, potrà concretizzarsi solo con un contributo più stabile della domanda interna e con il progressivo assorbimento degli effetti dei dazi sulle esportazioni.
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