Jackson Hole, Fed verso un taglio contenuto dei tassi?

22/08/2025 09:15
Jackson Hole, Fed verso un taglio contenuto dei tassi?

Il simposio di Jackson Hole 2025 si apre in un clima di attesa e incertezza: tra il rischio inflazione, la fragilità del mercato del lavoro e il dibattito sui tassi d’interesse, la Federal Reserve si trova di fronte a scelte delicate. Le prossime mosse di Jerome Powell potrebbero delineare un percorso meno netto rispetto al passato, con un taglio contenuto dei tassi e una maggiore cautela sui segnali al mercato.

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Powell e la difficile arte del bilanciamento

Il discorso di Jerome Powell al simposio di Jackson Hole, che si terrà oggi pomeriggio, rappresenta il momento chiave della politica monetaria americana. Come evidenzia MUFG Bank, lo scenario attuale non consente alla Federal Reserve di replicare il pivot aggressivo dello scorso anno. Nel 2024, il mix di inflazione in calo e disoccupazione in crescita aveva giustificato un taglio deciso dei tassi, perfino da 50 punti base. Oggi, invece, l’inflazione minaccia di rialzare la testa a causa dei dazi e del rischio di disancoraggio delle aspettative, mentre il mercato del lavoro mostra segnali di debolezza ma non ancora di vera crisi.

Powell dovrà quindi calibrare attentamente il messaggio: se a settembre arriverà un taglio di 25 punti base, sarà verosimilmente presentato come una misura preventiva e non come l’avvio di una lunga campagna di allentamento. Un impegno maggiore rischierebbe infatti di disorientare i mercati e di rafforzare aspettative che la Fed non è pronta a soddisfare.

Il grafico sottostante mostra chiaramente come le proiezioni del FOMC indichino un orientamento a politiche più accomodanti in risposta a condizioni del lavoro deteriorate, anche a fronte di una core inflation attesa in crescita.

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Mercati in attesa tra tagli ridotti e rischi di volatilità

La reazione dei mercati è stata significativa già alla vigilia del simposio. Come sottolinea MUFG Bank, la parziale correzione del rally sui tassi a breve e il recente calo dell’azionario hanno riportato un equilibrio, ma la possibilità di una delusione resta alta. Se Powell dovesse apparire troppo cauto e non lasciar intendere alcuna apertura ai tagli, il rischio di un’ondata risk-off tornerebbe a dominare.

Gli operatori restano divisi: alcuni scontano con convinzione un taglio limitato, altri continuano a posizionarsi per un’azione più incisiva, come mostra il grafico qui sotto, dove l’impennata dei volumi di copertura segnala l’attesa, da parte di una parte del mercato, di un possibile taglio da 50 punti base.

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Un altro indicatore osservato con attenzione è il tasso dei Treasury a 3 mesi, che storicamente anticipa le mosse della Fed: il grafico sottostante suggerisce che solo un calo deciso potrebbe segnalare l’imminenza di un allentamento.

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La dinamica dei mercati attorno a Jackson Hole

La storia insegna che l’effetto del simposio sui mercati varia a seconda del ciclo monetario. Secondo MUFG Bank, quando la Fed si trova a un punto di svolta (tra rialzi e ribassi) i movimenti dei tassi diventano particolarmente marcati, come mostra il grafico qui sotto.

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In generale, le azioni tendono a beneficiare di un clima di maggiore liquidità, mentre il credito reagisce in modo più simmetrico. Il grafico sottostante evidenzia che le borse americane hanno spesso registrato un rialzo dopo il simposio, a differenza del mercato obbligazionario, più prudente e soggetto a variazioni bilanciate.

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Il contesto del 2025 è reso ancora più complesso da un quadro di volatilità contenuta ma di crescente tensione: il grafico qui sotto mette in evidenza come l’attuale andamento difensivo dei tassi possa generare una fase di turbolenza se il messaggio della Fed risultasse ambiguo o eccessivamente prudente.

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Lavoro e tecnologia tra demografia e rivoluzione AI

Il tema scelto quest’anno dal simposio, “Labor Markets in Transition”, tocca una delle sfide più profonde per l’economia americana. Secondo MUFG Bank, l’invecchiamento della popolazione sta riducendo il tasso di partecipazione al lavoro, rendendo cruciale il ruolo dell’immigrazione come fattore di compensazione. Il grafico sottostante mostra la crescita inarrestabile della quota di lavoratori over 55, con un impatto diretto sulla capacità produttiva del Paese.

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Parallelamente, l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale stanno spingendo nuovi flussi di investimento, soprattutto nei settori legati ai semiconduttori e ai data center. Come documenta il grafico qui sotto, gli investimenti in software e infrastrutture digitali hanno superato in maniera significativa quelli in altri comparti industriali.

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Il potenziale di produttività dell’AI è enorme: uno studio della Federal Reserve di St. Louis, indica che un uso intensivo di applicazioni generative può garantire un risparmio di oltre 4 ore di lavoro a settimana per un terzo degli utilizzatori. Tuttavia, il grafico sottostante pone un interrogativo centrale: senza una crescita demografica e occupazionale robusta, i guadagni tecnologici potrebbero non tradursi in un miglioramento strutturale della produttività nazionale.

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