Kering, scivolone a Parigi del 5%, pesa il lockdown in Cina

Deludenti i conti della multinazionale del lusso Kering, che passa di mano in perdita del 5%. A non soddisfare sono i numeri del marchio di punta Gucci, che conta per oltre la metà del giro d'affari del gruppo parigino, i cui ricavi sono cresciuti solo del 13,4%, rispetto alle aspettative ben più rosee degli analisti intorno al 18%. Gucci non ha sorpreso al rialzo come nel trimestre precedente, in particolare a causa dei lockdown in Cina cominciati nel mese di marzo. Il marchio di moda italiano, il più esposto all'Asia tra i marchi del gruppo della famiglia Pinault con circa il 45% delle vendite concentrate in questa regione, rappresenta anche la divisione che genera gran parte dei flussi di cassa.

Particolarmente presenti in Cina, anche le società del lusso Burberry e Swatch.

I ricavi totali del gigante del lusso francese sono cresciuti del 21% anno su anno a 4,96 miliardi di euro, battendo le attese degli analisti a 4,69 miliardi.

Tra gli altri marchi del gruppo, bene Yves Saint Laurent con ricavi in crescita del 37,2% su base annua dopo anni di investimenti in nuovi negozi e marketing. Il marchio ha un’esposizione all'Asia intorno al 27%.

A non piacere, neanche i commenti del direttore finanziario Jean-Marc Duplaix secondo cui “è un po' presto per commentare le aspettative sui profitti per Gucci, rilevando molte incertezze”, citando il lockdown in Cina, dove attualmente quasi un terzo della rete di negozi del gruppo si trova in città interessate dalle restrizioni, e la guerra in Ucraina. Duplaix aggiunge che “i fondamentali del mercato del lusso in Cina rimangono immutati”.

La valutazione dell'azione rimane a sconto rispetto al settore trattando ora a 16 volte gli utili attesi sul 2022 e con dividend yield del 2%.