L’oro torna a correre: speranze per un taglio dei tassi

La fine dello shutdown delle attività governative USA e i deboli dati macro diffusi in questi giorni hanno diffuso speranze per un nuovo allentamento monetario alla prossima riunione della Federal Reserve.
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Oro di nuovo in cattedra
Torna a correre l’oro grazie alle attese di un nuovo taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve a dicembre dopo che una serie di dati economici deboli negli Stati Uniti hanno alimentato i timori di un rallentamento dell’economia.
Questa mattina le quotazioni del metallo giallo guadagnano il 2%, toccando i massimi di due settimane: il prezzo spot torna a 4.080 dollari e il future con scadenza a dicembre sale a 4.088 dollari l’oncia. Cresce (+3%) anche l’argento, portandosi sulla soglia dei 50 dollari l’oncia.
Le cause del rally
Venerdì scorso i dati macro avevano mostrato una fiducia dei consumatori indebolita a ottobre, ai livelli più bassi da quasi tre anni e mezzo, dopo che i maggiori tagli ai posti di lavoro del mese scorso comunicati il giorno prima avevano già diffuso incertezze sull’economia a stelle e strisce.
“I segnali di debolezza del mercato del lavoro statunitense hanno rafforzato le aspettative di un possibile taglio dei tassi da parte della Fed il mese prossimo”, spiega Riya Singh, analista presso Emkay Global Financial Services.
Quando i tassi di interesse scendono, infatti, il prezzo dell'oro tende a salire, e viceversa: questo accade principalmente perché un calo dei tassi rende meno attraenti gli investimenti a reddito fisso, riducendo il costo opportunità di detenere oro, che non produce interessi o dividendi.
Verso la fine dello shutdown
“Tuttavia, l’ottimismo riguardo a una possibile risoluzione del prolungato shutdown del governo statunitense potrebbe smorzare la spinta rialzista dell’oro”, avvisa Singh.
Ieri, infatti, il Senato USA ha approvato la prima fase di un accordo che potrebbe porre fine al blocco delle attività governative iniziato il 1° ottobre e diventato il più lungo della storia del Paese. Il voto positivo è arrivato grazie a 60 voti favorevoli, tra cui otto senatori democratici che si sono espressi diversamente rispetto al loro partito. L’accordo sarà valido fino al 30 gennaio.
“Sembra che ci stiamo avvicinando molto alla fine dello shutdown”, ha dichiarato ai giornalisti il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Questo shutdown ha portato alla messa in congedo di circa 1,4 milioni di dipendenti federali e lo stop di viaggi aerei e dei sussidi alimentari per 41 milioni di americani a basso reddito.
“Quando il rischio di shutdown svanisce, gli investitori tendono spesso a spostare nuovamente l’attenzione sulle prospettive di politica monetaria della Fed”, sottolinea Vasu Menon, stratega d’investimento presso Oversea-Chinese Banking Corp. “Se la fine dello shutdown permetterà al governo di pubblicare i dati economici ritardati, la Fed potrebbe avere spazio per allentare la politica monetaria più rapidamente, qualora i dati mostrassero un rallentamento della crescita”, ha aggiunto l’esperto.
Proseguono gli acquisti della Cina
Intanto, anche gli acquisti delle banche centrali continuano a sostenere i prezzi dell’oro. Il mese scorso, la Banca Popolare Cinese (PBOC) ha incrementato le sue riserve aree, segnando così il dodicesimo mese consecutivo di incrementi.
Nel dettaglio, le riserve auree della banca centrale cinese sono salite a 74,09 milioni di once troy alla fine di ottobre, in aumento rispetto ai 74,06 milioni di once di settembre: si tratta di una crescita dell’1,8% rispetto ai 72,8 milioni di once detenute nello stesso periodo dell’anno scorso.
Pertanto, il valore delle riserve auree della Cina ha raggiunto i 297,21 miliardi di dollari alla fine di ottobre, in aumento rispetto ai 283,29 miliardi di dollari di settembre.
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