La lente di Morgan Stanley sulle banche italiane

La banca statunitense analizza tre importanti istituti finanziari italiani quali Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca, rivedendo il suo giudizio.

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Le raccomandazioni di Morgan Stanley

Banche italiane al centro dell’attenzione degli analisti di Morgan Stanley, sotto osservazione in particolare Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca.

L’istituto statunitense ha migliorato la raccomandazione su Intesa Sanpaolo da ‘Equal Weight’ a ‘Overweight’, alzando il target price da 3,60 euro a 4,10 euro, mentre questa mattina la banca italiana quota 3,057 euro (+2%).

Prezzo obiettivo a 37,70 euro su Unicredit, rispetto a 31,255 euro di inizio seduta, con un rating ridotto a ‘Equal Weight’ da ‘overweight’. Oggi Piazza Gae Aulenti inizia la seduta di Piazza Affari in leggero calo (-0,30%) a 31,20 euro.

Terza banca italiana sotto esame è Mediobanca, sulla quale Morgan Stanley ha avviato la copertura con raccomandazione ‘Overweight’ e un target price di 16,4 euro per azione rispetto ai 12,765 euro di oggi.

Focus su commissioni e ricavi assicurativi di Intesa Sanpaolo

Gli analisti di Morgan Stanley si dicono maggiormente costruttivi sulla crescita di commissioni e ricavi assicurativi di Intesa Sanpaolo, aspetti che a loro parere sono al momento sottovalutati dal consenso.

Nel dettaglio, l’utile da commissioni è visto crescere del 9% nel 2025 e del 7% nel 2026 (+4% e +8% le stime del consenso).

Inoltre, “vediamo maggiori tassi di risparmio e una minor concorrenza dai Btp trainare al rialzo la domanda di prodotti Vita, in un contesto di potenziali tagli dei tassi”, spiegano da MS, stimando un utile da assicurazione in crescita del 5%/7% per il 2025 e il 2026, previsione che si confronta con il +2% e il +7% previsti dal consenso.

Nel complesso, le stime di utile netto su Intesa Sanpaolo vengono aumentate del 9-16% per il 2025-2026 e il RotE è visto al 13,7% (dal precedente 12%).

La generazione organica di Unicredit

Da Morgan Stanley prevedono per Unicredit una generazione organica di capitale “raggiungere circa 580 punti base nel 2024-2026” e stimano una distribuzione di almeno circa 7 miliardi euro l’anno, per un totale sui tre anni di circa 21,3 miliardi.

Ad ogni modo, spiega MS, “troviamo che Unicredit sia la banca tra quelle italiane su cui abbiamo copertura più dipendente dal net interest income e, nonostante buffer di eccesso di capitale molto significativi, la nostra stima di free cash flow agli azionisti entro il 2026 risulta inferiore rispetto ai peer. Vediamo maggior margine di rialzo sulla valutazione altrove nel settore”.

Nel frattempo, oggi Unicredit ha comunicato l’acquisizione tra il 26 febbraio e il primo marzo di 5.887.131 azioni proprie a un prezzo ponderato di 30,99 euro. Alla data del 1° marzo scorso, a partire dall’avvio della prima tranche del programma di buy-back 2023, Unicredit ha acquistato un totale di 91.158.574 azioni per un controvalore complessivo pari a 2.348.234.785,52 euro. Alla stessa data, a seguito dell’annullamento delle azioni proprie avvenuto in data 16 gennaio 2024, la banca milanese detiene 32.978.738 azioni proprie pari all’1,92% del capitale sociale.

La diversificazione dei ricavi di Mediobanca

Positivo il giudizio su Mediobanca, secondo Morgan Stanley “la più resiliente agli ostacoli sul net interest income nell’ambito dei bancari italiani su cui abbiamo copertura”.

Inoltre, da MS credono “che la banca sia anche capace di offrire una diversificazione dei ricavi creatrice di valore in un mondo di tassi neutrali”.

Per Morgan Stanley, Mediobanca “potrebbe generare circa 670 punti base di capitale nel 2024-2026, implicando un rendimento del free cash flow cumulato di circa il 30%”.

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