La variante Omicron affossa il petrolio. Goldman Sachs rimane rialzista

Torna la paura per la nuova variante del coronavirus che ha portato alcuni paesi a nuove misure restrittive, trascinando verso il basso i prezzi del petrolio.
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La paura per Omicron affossa il petrolio
Inizio di settimana natalizia caratterizzato da un forte calo dei prezzi del petrolio causato dal timore per i nuovi lockdown che stanno caratterizzando le decisioni dei vari governi per arginare la diffusione della variante Omicron.
I future sul greggio WTI cedono quasi il 4% e scendono a quota 68 dollari, mentre il Brent viene scambiato a 71,20 dollari al barile.
La debolezza del petrolio sta attirando le vendite sui titoli azionari del settore e a Milano risultano particolarmente in calo Saipem, Saras ed Eni, tutte in flessione di oltre il 3%, mentre Tenaris scende del 2%.
La variante si diffonde
Dall’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno avvisato che il numero della nuova variante del coronavirus ha accelerato la sua diffusione, raddoppiando in soli tre giorni all’interno di quelle aree particolarmente colpite.
Tra i primi paesi a ripristinare il lockdown c’è Olanda dove è entrato in vigore ieri e durerà fino al prossimo 14 gennaio, mentre il governo britannico ha annunciato una riflessione su nuove misure restrittive per Natale e il governo italiano potrebbe annunciare una nuova stretta.
Negli Stati Uniti, il Dott. Anthony Fauci ha affermato che Omicron sta dimostrando una forte capacità di diffusione ed è stato identificato in 43 stati USA e 89 paesi.
Goldman Sachs resta bullish
Nonostante il nuovo dilagare della variante Omicron, gli analisti di Goldman Sachs continuano a prevedere un 2022 ad alti livelli del petrolio, addirittura a 100 dollari nel corso del prossimo anno.
Secondo Damien Courvalin, responsabile della divisione di ricerca sull’energia della banca americana, la domanda di petrolio testerà nuovi massimi nel 2022 e nel 2023, mantenendo la pressione sulle quotazioni della materia prima.
“Abbiamo già assistito a una domanda record prima di questa ultima variante”, spiega Courvalin, aggiungendo che “a questo si deve aggiungere la richiesta più alta di carburanti e il fatto che l'economia mondiale sta ancora crescendo. Vedrete come la domanda testerà un nuovo record storico nel 2022 e, ancora, nel 2023".
Ripresa che potrebbe essere guidata dal settore viaggi, attualmente tra i più colpiti dalla pandemia. Anche se “dovremo aspettare che passi questa ondata”, continua l’esperto, “le previsioni sono di un’ulteriore ripresa dei viaggi internazionali per l’anno prossimo”.
Alla luce di queste previsioni, l'outlook per i prezzi del petrolio resta in media di 85 dollari al barile nel 2022, con un rischio al rialzo sui prezzi di 5-10 dollari in più, anche se GS non esclude picchi a quota 100 dollari, “piuttosto concepibile” secondo Courvalin.Tra i fattori da monitorare ci sono un possibile aumento per le società petrolifere al momento dell’aumento della loro produzione e la possibilità che l’outlook non riesca a sopperire alla crescita della domanda.
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