Le banche virano in rosso, Governo studia nuova proroga delle Dta

L’esecutivo starebbe valutando possibili forme di contribuzione da richiedere al settore finanziario ma sul tema continuano i contrasti tra i partiti della maggioranza e le banche si dicono subito contrarie.
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Settore bancario in rosso
Azionario legato al settore bancario di nuovo protagonista in negativo a Piazza Affari, dopo i cali arrivati ieri a seguito delle prime voci di un intervento del Governo sul comparto, trascinando al ribasso il FTSE MIB (-0,80%).
Dopo un’ora di scambi, i titoli peggiori sono quelli di Bper Banca (-3,50%) e Banca Monte dei Paschi di Siena (-3,50%), seguiti da Intesa Sanpaolo (-2,80%), Banca Mediolanum (-2,80%), Banca Popolare di Sondrio (-2,70%), Mediobanca (-2,50%), Banco Bpm (-2,50%) e FinecoBank (-2,40%). In difficoltà anche Unipol (-1,46%) e UniCredit (-1%).
Proroga per le Dta?
Il tema delle banche torna in evidenzia su diversi articoli di stampa, in particolare per quanto riguarda la prossima legge di bilancio e sulle possibili forme di contribuzione richieste al comparto.
Le ipotesi circolate in queste ore riguardano le tempistiche di utilizzo delle Dta, con una proroga della sospensione già prevista dalla manovra dello scorso anno per il biennio 2025-2026. Estensione, di uno o due anni secondo le ipotesi, che garantirebbe allo Stato un gettito stimato tra 1 e 1,5 miliardi di euro l’anno.
Al momento, tuttavia, si tratta soltanto di ipotesi in quanto non sarebbero ancora stati fissati incontri con il settore per valutare soluzioni condivise. Il Corriere della Sera scrive invece che non c’è una nuova proposta del governo da discutere, né tantomeno una richiesta di incontro per parlarne.
Le posizioni di partiti e banche
Da Fratelli d’Italia, però, non chiudono all’ipotesi e ribadiscono che “se ci sarà bisogno di fare un intervento di questo tipo lo si farà d’intesa con le banche, nelle prossime settimane avremo le proiezioni sui numeri e capiremo”.
Come già accaduto in passato, Forza Italia continua a manifestare la propria contrarietà a quella che definisce una politica dal sapore “dirigista”.
Dal fronte delle banche, un manager interpellato dal Corriere afferma che "non c’è molto da dire, se non altro perché noi abbiamo già concordato con il Governo il nostro contributo alla manovra di bilancio per il 2026". L’accordo stretto a settembre 2024 per il rinvio delle deduzioni fiscali vale infatti sia per quest’anno che per il prossimo. Con il posticipo di queste operazioni il governo ha ottenuto un beneficio di bilancio di 4,3 miliardi di euro, 2,5 quest’anno e 1,8 il prossimo.
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