Le borse ripartono, neanche Christine Lagarde le ferma

28/06/2023 06:15
Le borse ripartono, neanche Christine Lagarde le ferma

La presidente della BCE ha detto che la stretta monetaria va avanti con il massimo impegno, ma i dati macroeconomici arrivati dagli Stati Uniti hanno ridato spinta a Wall Street ed anche all’azionario europeo. La Casa Bianca non vuole che i produttori di chip per l’intelligenza artificiale vendano alla Cina, ha scritto stanotte il Wall Street Journal: Nvidia ha girato al ribasso nel dopo borsa. UBS punta sulla Cina, anche la situazione geopolitica resta spinosa.

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Il vigoroso ed inaspettato miglioramento della fiducia dei consumatori ha riportato il toro a Wall Street, ieri il Nasdaq ha chiuso in rialzo dell’1,6%. Tesla, Nvidia e Meta Platforms, i tre grandi nomi che da qualche settimana tirano di più, hanno guadagnato oltre il 3%.

L’indice di Conference Board sulle aspettative dei consumatori è balzato sui massimi da gennaio 2022. E’ salito soprattutto l’indicatore basato sulle condizioni presenti, ma si è mosso all’insù anche quello sulle aspettative a medio termine. Quest’ultime resta di pochissimo sotto la soglia che anticipa l’arrivo di una recessione. Per la prima volta da diciassette mesi, i consumatori con aspettative di un aumento dei prezzi delle azioni superano quelli che si aspettano un calo dei prezzi.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in rialzo, il future dell’indice Dax di Francoforte sale dello 0,2%, dal +0,4% della seduta di ieri.

SINTRA

E’ entrato nel vivo il forum della BCE di Sintra. Christine Lagarde ha affermato in modo energico che la politica monetaria sarà restrittiva fino a quando l’inflazione non sarà tornata sotto il 2%: “Ci impegnano a raggiungere questo obiettivo qualunque cosa accada”. Reuters ha scritto che la maggior parte dei banchieri centrali della Bce non si aspettano un’interruzione già quest'estate della stretta monetaria.

BTP

Il decennale italiano si è leggermente indebolito, a 3,97%.

S&P Global Ratings prevede che in media il tasso del titolo di Stato decennale italiano l'anno prossimo si attesti a 4,7%, rivedendo al ribasso le proprie previsioni di inizio anno di poco oltre il 5%. Nel report "Economic Outlook Eurozone" aggiornato al terzo trimestre si prevede per quest'anno un rendimento medio del Btp a 10 anni del 4,3% e per il 2025 di 4,6%.

Il Bund decennale della Germania è visto in media quest'anno dall'agenzia di rating a 2,6%, il prossimo a 2,9% e nel 2025 a 2,7%.

EUROZONA

Un mercato del lavoro robusto, gli effetti delle misure fiscali e la prospettiva di ulteriori aumenti dei tassi inducono S&P a modificare le previsioni sul PIL della zona euro per il 2023, portandole allo 0,6% dallo 0,3% precedente, mentre le previsioni per il 2024 sono state marginalmente ridotte. S&P non prevede che l’inflazione torni al target del 2% fissato dalla banca centrale prima del 2025, anche se i venti di coda post-pandemia si stanno però affievolendo e l'aumento dei tassi di interesse sta frenando la domanda. Gli analisti non prevedono e che l'eurozona cada in una recessione grave.

L’outlook a medio termine (2025-2026) è più positivo di quello a breve termine (2023-2024) perché la politica monetaria dovrebbe aver smesso di frenare la domanda entro due anni, il mercato del lavoro potrebbe dimostrarsi più resistente rispetto a precedenti rallentamenti, e la politica fiscale fornirà un certo sostegno grazie all'attuazione del Next Gen EU fino alla fine del 2026

ASIA

Accelera nel finale di seduta la borsa del Giappone, Nikkei +1,7%. Si avvia a chiudere in rialzo dell’1% il mercato azionario dell’Australia.

Scendono le borse della Cina e della Corea del Sud.

CINA

L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Senzen perde lo 0,7%, -1% la variazione da inizio anno.

La seconda economia del pianeta sta accelerando e la People’s Bank of China (PBoC) sta perseguendo politiche espansive. L’indice MSCI China si compra a multipli più bassi di quelli di Wall Street e dell’Europa, solo 9,3 volte gli utili attesi. I risultati del primo trimestre sono stati superiori alle attese ed UBS prevede una crescita degli utili del 14% quest’anno. Ma la borsa di Shanghai, da inizio anno guadagna solo il 2%, -4% il bilancio in euro.

Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS GWM in Italia spiega in una nota di ieri che il pessimo andamento del listino cinese è da mettere in riduzione anche al fatto che la riduzione dei tassi d’interesse da parte della PBoC è stata marginalmente inferiore alle attese. Nel futuro però, già il prossimo mese, “altri tagli alle riserve di liquidità potrebbero venire annunciati. Inoltre, secondo Bloomberg e il Wall Street Journal ci sarebbero discussioni per ulteriori stimoli fiscali, probabilmente in aree come l’immobiliare residenziale e le infrastrutture. La riunione del Politburo alla finedi luglio potrebbe fornire nuovi spunti”.

Così come avvenuto in Occidente, il rimbalzo economico cinese si è rivelato molto dipendente dai consumi. Ramenghi afferma che “i servizi rimangono in buona salute e indicatori come i voli domestici e l’utilizzo delle metropolitane non mostrano cedimenti. Stanno invece rimanendo indietro il settore immobiliare e l’industria”. Secondo lo strategist, quel che preoccupa di più è la situazione geopolitica, “che resta spinosa”. La Cina piace ad UBS, ma con qualche cautela. “Nell’ambito di un portafoglio globale preferiamo quindi investire nell’indice allargato dei mercati emergenti (MSCI Emerging Markets Index), di cui la Cina rappresenta comunque circa il 30%.”.

CINA/STATI UNITI

Il Dipartimento al Commercio degli Stati Uniti potrebbe introdurre a breve delle limitazioni alle esportazioni verso la Cina dei chip al servizio dell’intelligenza artificiale, lo ha scritto stanotte il Wall Street Journal. Il provvedimento andrebbe a colpire in particolare Nvdia, in calo del 3% nel dopo borsa, anche altre aziende, potrebbero essere condizionate.

TITOLI

Eni ha firmato con Perenco l'accordo per la cessione della sua partecipazione in alcuni permessi petroliferi in Congo, marginali rispetto alla strategia nel paese. Il valore dell'operazione è pari a circa 300 milioni di dollari.

Generali. L'aumento dei tassi di interesse sta rallentando i piani di Generali di liberarsi di un portafoglio di polizze vita fino a 20 miliardi di euro, complicando le discussioni con i potenziali compratori. Lo riferiscono tre fonti vicine alla situazione.

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