Materie prime, boom dei prezzi. Borse in allarme

Forte aumento dell’import cinese a causa del rincaro delle commodity. In calo i mercati azionari di Shanghai e Hong Kong. Sull’inflazione la Yellen rompe un tabù: un piccolo aumento dei tassi farebbe bene all’economia. Google e Facebook d’accordo sulla tassazione minima per le multinazionali.
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La Borsa di Hong Kong scende dello 0,7%, Shangjhai -0,4%, positiva Tokio +0,3%.
Avvio di settimana debole per le Borse asiatiche, con gli investitori preoccupati per la forte crescita del valore delle importazioni in Cina. La Borsa di Shanghai scende dello 0,4%, Hong Kong arretra dello 0,7%, leggermente positive Tokio +0,3% e Seul +0,2%. A maggio il valore delle importazioni in Cina è schizzato al rialzo del 27,9% sullo stesso mese dell’anno scorso, il più grande salto degli ultimi 10 anni (ma inferiore alla previsione degli economisti che puntava su + 32,1%). Il fatto è che una parte importante di questo rialzo è dovuto al rincaro delle materie prime, dal petrolio al rame, al minerale di ferro, e il loro rincaro renderà più difficili le esportazioni.
Il petrolio stamattina è in lieve calo dopo avere segnato venerdì i massimi degli ultimi due anni: il Brent è scambiato a 71,5 dollari al barile (-0,5%), Wti a 69,3 dollari (-0,4%). Il dibattito sull’inflazione Usa ha trovato un momento di relax venerdì con il dato sul mercato del lavoro che ha mostrato una buona crescita del numero degli occupati, tale da confermare il trend di positiva espansione dell’economia, ma non un balzo così forte da fare temere che non ci sia più bisogno egli stimoli monetari. I nuovi posti di lavoro creati a maggio in America sono stati 559.000.
Venerdì Wall Street ha reagito molto bene al dato con l’S&P500 che è salito dello 0,8% e il Nasdaq in rialzo dell’1,4%, grazie al ritorno di acquisti sul settore tech.
Stabile il cambio euro/dollaro, il T-note decennale torna a un rendimento dell’1,57%.
Dopo il dato sull’occupazione il rendimento del titolo di Stato americano a 10 anni è sceso di 7 punti base a 1,57% e stamattina è stabile su questo livello.
Il cambio euro/dollaro è stabile a 1,216.
In leggero calo l’oro a 1.889 dollari l’oncia (-0,1%). Bitcoin a 36.320 dollari, poco mosso dai valori di venerdì (36.930).
Da segnalare il discorso molto franco della segretaria al Tesoro Janet Yellen, che ieri ha detto che il governo americano andrà avanti nel suo impegno per fare approvare gli ingenti piani di spesa proposti dal presidente Biden, anche se questi avranno l’effetto di fare salire l’inflazione quest’anno e in parte anche nel 2022. Un eventuale piccolo aumento dei tassi, ha aggiunto Yellen, sarebbe solo un “plus” per l’economia. Un concetto sicuramente condiviso dai banchieri, che da anni sperano in aumento dei tassi per potere aumentare i margini del lending.
Sul tema dell’inflazione, il prossimo appuntamento sarà giovedì con il dato sull’andamento dei prezzi al consumo in America nel mese di maggio. Ad aprile erano saliti del 4,2%, il maggiore rincaro dal 2008.
Non dovrebbero esserci particolari reazioni da parte degli investitori all’accordo raggiunto al G-7 di Londra per una tassazione minima del 15% condivisa a livello internazionale delle grandi società multinazionali. L’accordo è più favorevole rispetto all’aliquota del 21% inizialmente proposta da Biden. Google e Facebook hanno già commentato positivamente la novità.
Fra i titoli di Piazza Affari segnaliamo:
Stellantis - Secondo il gruppo di Singapore Flex, uno dei maggiori produttori mondiali di componenti elettronici, la carenza di semiconduttori che sta pesando su tutto il settore auto globale durerà almeno fino a metà del prossimo anno.
Alantia - Fitch ha messo in “rating watch positive” il merito di credito di Atlantia e delle controllate Autostrade per l'Italia (Aspi) e Aeroporti di Roma (Adr) dopo l'ok dei soci di Atlantia alla vendita di Aspi al consorzio guidato da Cdp.
Banca popolare di Sondrio - Amber ha ridotto la propria quota al 3% dal 6,3%.
Telecom Italia - Il ministro dell'innovazione tecnologica, Vittorio Colao, ha preso le distanze del progetto di rete unica sostenuto dal precedente esecutivo. "Il nostro compito è far giocare al meglio i giocatori che ci sono, poi, se loro non giocheranno, lo farà anche lo Stato, ma l'importante è che non ci sia un giocatore che si porta via la palla e dice gioco solo io".
Ovs - Ha in programma l'apertura di almeno 600 nuovi negozi in un triennio, di cui 400 in Italia, dice l'AD Stefano Beraldo a L'Economia del Corriere della Sera. Beraldo spiega poi che su Conbipel Ovs ha fatto offerte per una parte dei negozi, non più per tutta la rete, e aggiunge che il gruppo sta avendo altre trattative per possibili aggregazioni.
Panaria Group - Il veicolo Finpanaria ha alzato il prezzo dell'Opa sulla società a 2 euro per azione da 1,85 euro e prorogato il termine per l'adesione all'offerta.
Webuild - Cdp, azionista del gruppo con una quota del 18%, intende diluire al più presto la sua partecipazione, fino a uscirne del tutto, scrive Il Foglio sabato.
Interpump - Il Cda ha dato mandato per un programma di acquisto di 500.000 azioni proprie da effettuarsi tra il 7 giugno e il 30 settembre 2021.
Guala Closures - Investindustrial ha reso noto venerdì che le azioni ordinarie in suo possesso e quelle apportate all'Opa rappresentano complessivamente l'84% del capitale.
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