McDonald’s: per Oppenheimer la questione Russia è ormai prezzata
Secondo l’analista di Oppenheimer i ricavi della catena americana di fast-food beneficeranno del pricing, dei recenti piani di fidelizzazione dei clienti, della maggior disponibilità dei lavoratori e delle novità nei menu. Elementi che possono controbilanciare la chiusura delle 850 sedi in Russia.
In Russia non si mangiano più Big Mac
Tra le multinazionali che hanno sospeso le loro attività in Russia c’è anche la catena di fast food americana McDonald’s, che ha chiuso temporaneamente i suoi 850 ristoranti nel paese, oltre a 100 ristoranti in Ucraina, per un giro d'affari complessivo di circa 2 miliardi di dollari (9% dei ricavi annuali). Dalla società hanno inoltre fatto sapere che continueranno a pagare i 62.000 dipendenti in Russia.
Oppenheimer ha una visione positiva
Ieri in una nota l’analista di Oppenheimer, Brian Bittner, ha raccomandato di comprare l’azione su ogni ulteriore debolezza: “Il nostro lavoro suggerisce che l’esposizione sopra la media di McDonald’s a Russia/Ucraina è ora completamente prezzata, e identifichiamo catalizzatori (positivi) nel resto del business model”, scrive l’analista, che dopo uno studio approfondito riduce le stime di utili per azione dell’8% per il 2022 e del 3% per il 2023, assumendo che il contributo agli utili del 2023 di Russia/Ucraina scenda a zero.
Secondo Bittner i ricavi beneficeranno del pricing, dei recenti piani di fidelizzazione dei clienti, della maggior disponibilità dei lavoratori e delle innovazioni nei menu. Ragioni che lo hanno portato a esprimere un prezzo obiettivo sull'azione pari a 280 dollari, che implica un potenziale apprezzamento di circa il 24%.
La trimestrale di McDonald’s
La catena di fast food ha riportato risultati del quarto trimestre inferiori alle attese, con ricavi pari a 6 miliardi di dollari (+13% su base annua), 30 milioni al di sotto delle aspettative. Gli utili per azione a 2,23 dollari (+31% anno su anno) sono più bassi del consensus, che arrivava a 2,34 dollari.
Da sottolineare che per il 2021 le vendite tramite il sistema digitale hanno raggiunto i 18 miliardi di dollari, rappresentando circa il 25% del totale dei ricavi nei 6 mercati principali.
L’azione tratta a 22 volte gli utili attesi per il 2022, 20 volte sul 2023 e con un dividend yield del 2,5%.
Lo stato patrimoniale è molto solido, la generazione di cassa buona, con un rispettabile ritorno sugli investimenti (ROI) tra il 15 e il 16%, margini operativi aumentati gradualmente fino a raggiungere il 44,5% (41% media degli ultimi 5 anni).
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