Mercato del lavoro USA ancora “solido” e i future affondano

Mercato del lavoro USA ancora “solido” e i future affondano

Wall Street dovrebbe vedere un’apertura negativa dopo dati sul lavoro che hanno mostrato una creazione di buste paga non agricole superiore alle previsioni a novembre, dato tenuto sotto controllo da parte della Federal Reserve in vista della prossima decisione sui tassi di interesse.

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Il report sul lavoro USA

Era l’appuntamento macro di oggi che veniva considerato come ‘caratterizzante’ per i mercati fino al prossimo meeting della Federal Reserve, in agenda per il 14 dicembre.

Il report sull’occupazione diffuso oggi dal Dipartimento USA del Lavoro ha evidenziato la creazione di 260 mila buste paga non agricole nel mese di novembre, dato superiore alle 200 mila previste, anche minori se paragonate alle 284 mila (rivisto da 261 mila) del mese precedente.

Stabile secondo previsioni il tasso di disoccupazione (3,7%), mentre la retribuzione media oraria nel mese scorso è aumentata del 5,1% rispetto a un anno fa, oltre il 4,6% previsto.

La reazione dei mercati

Cresce, dunque, il clima di cautela sui mercati, dopo i recenti guadagni innescati dai segnali di ammorbidimento della politica zero Covid in Cina e al rallentamento nel ritmo dei rialzi dei tassi di interesse da parte della Fed annunciato dal chairman Jerome Powell.

Il risultato migliore delle aspettative conferma “che il mercato del lavoro USA rimane solido, un fattore inflazionistico che potrebbe indurre la Fed ad agire con più forza sulla politica monetaria rispetto a quanto previsto da molti investitori”, innescando “un sell-off sui mercati”, spiegano da Link Securities.

Dopo la diffusione dei dati, infatti, i future sui principali indici si tingevano di rosso dopo una mattinata passata intorno la parità, con quelli sul Nasdaq che precipitavano a -2%, quelli sul Dow Jones cedevano l’1%, mentre minore risultava il calo dei contratti sullo S&P500.

Balzo del dollaro nei confronti dell’euro, con la coppia EUR/USD che scendeva improvvisamente a 1,044 dall’1,0538 anteriore ai dati.

Tornavano a crescere anche i titoli di stati e il decennale cresceva di oltre il 2% a 3,614%, al pari del biennale, salito del 3% arrivando al 4,3793%.

L’importanza del lavoro

Il dato sull’occupazione era uno di quelli più analizzati dalla Federal Reserve in vista della prossima decisione sui tassi.

“Nel suo discorso di questa settimana, Powell aveva indicato il mercato del lavoro come il più importante motore dell’inflazione da qui in poi”, afferma George Curtis, gestore di TwentyFour AM (Boutique di Vontobel.

“Ci sono 4 milioni di posti di lavoro vacanti in eccesso rispetto al numero di disoccupati in cerca di lavoro, ma questo numero ha iniziato a ridursi di recente, dato che i posti disponibili non occupati sono diminuiti di 1,5 milioni dal picco di marzo”, aggiunge Curtis.

Invito alla prudenza

“Se in passato un dato negativo nella pubblicazione dei NonFarm Payrolls generava correzioni sui mercati finanziari, evidenziando rallentamenti economici, in questo periodo di alta inflazione risulta essere l’esatto opposto: a dati negativi corrispondono (generalmente) rialzi sui mercati, poiché riducono lo spazio di manovra aggressiva da parte della banca centrale americana”, sottolinea Gabriel Debach, market analyst di eToro.

“I mercati, provenienti dalla sbornia di mercoledì arrivata dopo le parole di Jerome Powell, hanno ieri rallentato (con lo S&P 500 perfino in territorio negativo) sulla scia di Pmi manifatturieri di novembre che, per la prima volta da maggio 2020, scendono in territorio di contrazione a 49,8 punti, riportando alla luce quelle preoccupazioni di recessione, meno vagliate da parte dei listini azionari”, prosegue l’esperto.

Tutto questo, aggiunge, “nonostante una lettura sull’inflazione positiva, con lo stesso Pmi che evidenzia allentamenti sulle pressioni nei prezzi e, soprattutto, grazie all’indicatore PCE – l’indicatore di inflazione preferito dalla Federal Reserve - sceso al 5% dal 5,2% del mese precedente, in linea con le previsioni di mercato”.

In questo momento, “i mercati si muovono con un livello di paura (VIX) sceso sotto i 20 punti, (in calo del 43% dai massimi del 12 ottobre), con i rendimenti dei Treasury a 10 anni scesi al 3,5% (poco meno di una correzione del 20% dai massimi del 21 ottobre) e con il dollaro statunitense in calo di quasi il 9% dai massimi del 28 settembre”.

Si tratta di una “situazione idilliaca alla quale si aggiunge la recente sovraperformance del Growth sul Value: il risultato è che l’attuale rally vede lo S&P 500 aver registrato un +16% dai minimi del 13 ottobre (scambiando perfino la propria media a 200 giorni). Rally importante, da seguire, ma che, alla luce degli attuali numeri, invita comunque alla prudenza”, avvisa Debach.

Notizie societarie principali

Apple: ha superato Samsung nella vendita di smartphone a livello mondiale con oltre 105 milioni di pezzi, anche se risultano in calo dell’11% su base annuale.

Blackstone: ha limitato i rimborsi da un fondo d’investimento immobiliare in seguito a un’impennata di richieste di rimborso da parte degli investitori, facendo scendere ieri le azioni della società del 7,09.

Rigel Pharmaceuticals Inc: ieri la FDA ha approvato il suo farmaco per il trattamento della leucemia mieloide acuta in pazienti con una mutazione genetica sensibile.

Marvell Technology: utili e ricavi trimestrali sotto le attese del mercato, mentre prevede nel quarto trimestre eps tra 41 e 51 centesimi di dollaro, al di sotto delle stime di 62 centesimi.

UiPath: ottimi risultati con un utile annuale nel terzo trimestre di 5 centesimi per azione rispetto ai 3 centesimi attesi da Refinitiv, mentre prevede un fatturato nel quarto periodo di 279 milioni di dollari, oltre le stime di 274,9 milioni.

Raccomandazioni analisti

Marvell Technology

Piper Sandler: ‘buy’ e prezzo obiettivo è diminuito da 80 USD a 55 dollari.

KeyBanc Capital Markets: ‘buy’ e target price fissato a 65 USD ai 75 dollari.

SalesForce.com

KeyBanc Capital Markets: ‘buy’ e riduzione del prezzo obiettivo che passa da 200 USD a 191 dollari.

Wolfe Research: raccomandazione ridotta da ‘buy’ e ‘neutral’.

Rigel Pharmaceuticals

Jefferies: ‘buy’ e target price aumentato a 90 centesimi di dollari dagli 80 centesimi precedenti.

Okta

Bernstein: ‘neutral’ e prezzo obiettivo alzato a 72 USD dai precedenti 68 dollari.

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