Micron, la debolezza dei risultati non ci sorprende


La trimestrale del colosso dei chip per PC e smartphone Micron ha evidenziato una forte debolezza con ricavi in calo del 46,8% e tagli del 10% alla forza lavoro. Non ci aspettiamo ripercussioni su Infineon, focalizzata su chip automotive e industriale, tantomeno su Asml.


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Micron, il più grande produttore di chip di memoria, insieme a Samsung e SK Hynix, ha riportato ieri sera risultati deboli che però non dovrebbero sorprendere.

La società ha archiviato il primo trimestre dell’anno fiscale 2023 con ricavi in calo del 46,8% a $4,09 miliardi, $50 milioni sotto consensus. Gli utili per azione si sono attestati a $ -0,04 rispetto al consensus di $ -0,02.

Il flusso di cassa operativo (ossia prima degli investimenti) a $943 milioni si confronta con i $3,9 miliardi di un anno fa e con i $3,78 miliardi del trimestre precedente.

Per il trimestre in corso il management si attende ricavi a $3,8 miliardi (+/- $200 milioni) in linea con il consensus di $3,84 miliardi, margini lordi a 8,5% (+/- 2,5%), utili per azione negativi a $-0,62 (+/- $0,10) rispetto a un consensus di $-0,32.

Il management ha inoltre tagliato il 10% della forza lavoro, ossia circa 5000 dipendenti.

"A causa di un significativo disequilibrio tra domanda ed offerta ci aspettiamo che la profittabilità rimarrà debole per tutto il 2023", ha commentato l'ad Sanjay Mehrotra, aggiungendo che quando questa fase molto depressa del ciclo finirà la società tornerà ad una buona profittabita'.

La riduzione degli investimenti è stata significativa: quest'anno $7/7,5 miliardi rispetto ai $12 miliardi dell'anno scorso e per il 2024 è stato comunicato che vi sarà un’ulteriore importante riduzione.

Semiconduttori di memoria come le commodities

Il 70% degli analisti ha un giudizio positivo sull'azione con un prezzo obiettivo medio di $65.

Micron è un'azione che non abbiamo mai comprato in oltre 20 anni e così continueremo a fare, anche se il titolo ha ora perso quasi il 50% da inizio anno.

I semiconduttori di memoria rimangono per noi un segmento "commodity", ossia dove tutti i produttori vendono più o meno gli stessi prodotti senza alcun "pricing power". Inoltre PC e  smartphone rimangono i principali mercati di sbocco, attualmente entrambi deboli: in particolare i PC dovrebbero chiudere l'anno con un declino tra il 15 e il 20% rispetto all'anno scorso, e riteniamo che anche il 2023 sarà un anno stagnante per questo mercato.

Anni fa la situazione era decisamente peggiore: vi è stato un significativo consolidamento del mercato, ora concentrato su 3 aziende. I chip di memoria si sono evoluti molto dal punto di vista tecnologico e hanno trovato nuove applicazioni. Tutto ciò però non è servito a cambiare in modo sostanziale questo segmento dei semiconduttori.

Poche ripercussioni sul settore chip

Nella giornata di oggi potrebbe esserci un po' di debolezza su Infineon, come abbiamo visto più volte in questi casi. Non avrebbe senso vendere Infineon per i problemi di Micron in quanto sono due business totalmente diversi: Infineon produce chip per auto e settore industriale la cui domanda è ora piuttosto forte (in particolare nell'automotive), e continuerà ad esserlo come testimoniato anche dal grosso portafoglio ordini. Inoltre Infineon non licenzia nessuno e ha annunciato investimenti per nuove fabbriche.

La riduzione del Capex/Investimenti di Micron a prima vista può essere letta come notizia negativa per Asml, e forse lo sarebbe stata molti anni fa, ma ora l’unico problema di Asml è soddisfare la domanda esplosiva ben superiore alla capacità produttiva.

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