Micron, la guidance deludente affossa il titolo

L'americana Micron, il più grande produttore di semiconduttori di memoria insieme a Samsung, riporta risultati sostanzialmente buoni. A deludere il mercato è la guidance per il trimestre in corso con ricavi visti tra 6,8 e 7,6 miliardi di dollari rispetto a un consensus che li vedeva a 9,05 miliardi, utili per azione attesi tra 1,43 e 1,83 dollari, mancando il consensus di 2,62.

L'azione, che era arrivata a perdere il 9% dopo la chiusura del mercato, ora è indicata a -4/5%.

Obiettivamente si tratta di un "big miss" in termini di guidance, ossia molto al di sotto della media delle stime degli analisti.

Nel trimestre Micron ha registrato ricavi in crescita del 16,5% a 8,64 miliardi, mancando di poco le aspettative di 8,66 miliardi, mentre gli utili per azione si sono attestati a 2,59 dollari (+36%), battendo il consensus di 2,44 dollari.

Per l'ad Sanjay Mehrotra, “la domanda dell'industria dei chip di memoria si è indebolita recentemente e la società prenderà provvedimenti per ridurre la crescita dell'offerta nell'anno fiscale (agosto) 2023”. Fra le cause della debolezza, vengono menzionate le chiusure in Cina. Mehrotra rimane molto positivo sulle prospettive di termine dell'industria e sulla capacità della società di generare forti risultati finanziari.

Nel settore dei semiconduttori, il segmento dei chip di memoria è quello "più commodity", ossia caratterizzato da meno complessità tecnologica nella fase di produzione e i cui prezzi sono soggetti a maggior volatilità, riflettendo l'incontro di domanda ed offerta del momento.

Se un tempo tutto ciò era ancora più esasperato, negli anni abbiamo assistito a un consolidamento molto significativo nel settore, ora dominato da pochi grandi produttori. Ciò viene riflesso anche in una relativa bassa valutazione del business delle memorie.

Sugli utili attesi fino a ieri per agosto 2022, l'azione tratta a 6 volte dopo aver perso circa il 40% da inizio anno.

Gli analisti si affretteranno a tagliare significativamente le stime di utili, evidenziando un "earning momentum molto negativo ".