Moncler, non basta la resilienza in Asia

La trimestrale della società famosa per i suoi piumini ha visto ricavi in calo e sotto le stime degli analisti che sottolineano la perdita di slancio nelle vendite del canale diretto.
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Moncler debole
Tiene la domanda asiatica ma calano i ricavi per Moncler in questo 2024, secondo quanto emerge dai conti diffusi dalla società ieri sera a mercato chiuso. Spulciando nei numeri, emerge un rallentamento delle vendite all’ingrosso del marchio principale del gruppo, trend legato a condizioni di mercato sfavorevoli e al continuo sforzo di ottimizzare la qualità della rete distributiva.
Questo elemento debole viene punito dal mercato e il titolo della società continua a cedere a Piazza Affari, dove segna un calo del 2% ancora dopo due ore di scambi, scendendo così a 51,70 euro.
I risultati al 30 settembre
Nel terzo trimestre, la società dei piumini ha registrato ricavi per 635,5 milioni di euro, in calo del 5,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e leggermente al di sotto delle stime di consenso di Bloomberg, fissate a 642,7 milioni.
Nei primi nove mesi del 2024, i ricavi complessivi sono cresciuti del 3,3% su base annua, raggiungendo 1,87 miliardi, con le vendite del marchio Moncler a quota 1,57 miliardi, segnando un aumento del 5,1% rispetto al 2022, trainate da una forte domanda in Asia (+6,5%) e in EMEA (+5,3%), mentre le Americhe hanno registrato una crescita più modesta (+0,6%).
Nei diversi canali, le vendite dirette al consumatore del marchio Moncler hanno visto una crescita significativa del 13%, mentre quello all’ingrosso ha subito una contrazione del 7%.
Per il marchio Stone Island, i ricavi si sono attestati a 292,4 milioni, in calo del 5,7% rispetto all'anno precedente, con una flessione nell’area EMEA pari al 9,4%, mentre l'Asia ha visto una crescita robusta del 18% e nelle Americhe hanno mostrato una diminuzione del 25%.
Le vendite dirette al consumatore di Stone Island hanno registrato un’impennata del 29%, mentre le vendite all’ingrosso sono diminuite del 22%.
Periodo volatile
Il settore “sta attraversando un periodo di costante volatilità, caratterizzato da condizioni macroeconomiche globali più complesse, che stanno avendo un impatto sulla fiducia dei consumatori in diversi mercati”, sottolinea nella nota Remo Ruffini, presidente e amministratore delegato di Moncler.
“Mentre entriamo nella parte finale dell'anno, ricca di rilevanti iniziative sia per Moncler sia per Stone Island, restiamo focalizzati sulla nostra strategia brand-first orientata al lungo termine, che ritengo ci permetterà di affrontare al meglio questo periodo complesso".
Linguaggio cauto
Parole dalle quali emerge un “linguaggio più cauto” secondo gli analisti di eToro, ritenendo “ormai svanito l'effetto euforico legato all'aumento nella partecipazione da parte di BlackRock e all'ingresso di Lvmh nella proprietà e i nuovi dati faticano a trasmettere quell'ottimismo che forse il mercato si attendeva”.
Gabriel Debach, analista del broker, ricorda come nel primo semestre "Moncler aveva identificato come priorità strategica la crescita del canale Direct-to-Consumer (Dtc), con risultati solidi per entrambi i marchi, Moncler e Stone Island. Tuttavia, il terzo trimestre ha mostrato una stabilità del Dtc a cambi costanti, segnalando una perdita di slancio rispetto alla crescita a doppia cifra vista nei trimestri precedenti. Dopo la peggior reazione post-utili del trimestre precedente (-3,95%), il mercato potrebbe ora dover richiedere nuova pazienza e visione di lungo termine".
Analisti tagliano il target price
Il calo delle entrate di Moncler nel terzo trimestre evidenzia che anche il produttore italiano di piumini di lusso sta affrontando difficoltà nella domanda, come i suoi concorrenti di fascia alta. James Grzinic di Jefferies (target price ridotto da 48 a 46 euro) ritiene che “il rallentamento nella crescita della vendita diretta al consumatore del marchio Moncler nel terzo trimestre si aggiunge alla decelerazione vista già nel secondo trimestre” e a questo punto “la discussione sugli investimenti si concentrerà sulla forza del marchio, mentre la gestione sembra ‘riluttante’ a indicare tendenze più favorevoli per ottobre”.
Da Bryan Garnier hanno tagliato il prezzo obiettivo da 62 a 60 euro (buy) e il suo analista Cedric Rossi rileva che le vendite del trimestre mostrano una “resilienza relativa” nonostante un calo modesto. Moncler, come altri marchi di lusso, soffre di un sentimento dei consumatori debole in Cina e di una razionalizzazione del canale all'ingrosso, sebbene il cluster cinese sia rimasto leggermente positivo nel terzo trimestre.
Per Rogerio Fujimori, analista di Stifel, non ci sono state sorprese significative nelle vendite del terzo trimestre e la società sta navigando in un contesto "turbolento," con una crescita rallentata nel cluster cinese, ma comunque positiva.
Infine, anche Deutsche Bank ha ridotto il target price su Campari, portandolo a 8,5 euro da 9,7 euro, confermando a buy il rating, in seguito ad un aggiornamento delle stime dopo conti del terzo trimestre materialmente inferiori alle attese. In particolare, la crescita organica delle vendite si è rivelata più bassa delle stime su larga scala, con tutti i segmenti che hanno registrato numeri più bassi del consensus.
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