Moody’s stende Wall Street, trentennale USA ai massimi dal 2023

L’agenzia ha tagliato il rating del credito degli Stati Uniti mettendo in guardia dai crescenti livelli di debito pubblico del Paese pur riconoscendo i suoi notevoli punti di forza economici e finanziari.
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Wall Street oggi
Vendite a Wall Street prima dell’apertura ufficiale della Borsa di New York dopo il giudizio negativo arrivato dall’agenzia Moody’s sugli Stati Uniti che punta il dito sul suo debito pubblico. Ne fanno le spese soprattutto i titoli tecnologici: i future sul Nasdaq cedono l’1,5%, mentre i contratti sugli altri due principali indici, l’S&P500 e il Dow Jones, perdono meno, ma non di tanto, rispettivamente l’1% e lo 0,50%.
Balza il rendimento dei titoli di Stato USA a 30 anni, salito oltre il 5% e raggiungendo il livello più alto dal novembre 2023. In difficoltà il dollaro: la coppia EUR/USD sale di oltre l’1% e si assesta all’1,1273, mentre sale l’oro (+1,80%), a 3.246 dollari l’oncia (future). Calo anche per il Bitcoin (-1%), a 102 mila dollari.
Focus sulla Federal Reserve: oggi sono attesi gli interventi di almeno cinque membri dell’istituto centrale, tra cui il presidente di New York, John Williams, e il suo omologo di Atlanta, Raphael Bostic.
Il declassamento di Moody’s
Moody's ha tagliato il rating del credito degli Stati Uniti di un livello, da Aaa ad Aa1, mentre l'outlook è passato da negativo a stabile. L’agenzia ha messo in guardia dai crescenti livelli di debito pubblico USA e dal crescente deficit di bilancio della maggiore economia del mondo.
"Pur riconoscendo i notevoli punti di forza economici e finanziari degli Stati Uniti, riteniamo che questi non siano più sufficienti a controbilanciare il declino degli indicatori di bilancio", spiegava l’agenzia, prevedendo che il deficit federale aumenterà fino a quasi il 9% del Pil entro il 2035, rispetto al 6,4% dell'anno scorso, a causa dell'aumento dei pagamenti degli interessi sul debito, della spesa per i diritti e della "generazione di entrate relativamente bassa".
"Questo declassamento di un livello sulla nostra scala di rating di 21 livelli riflette l'aumento, avvenuto in oltre un decennio, dei rapporti debito pubblico e pagamento degli interessi a livelli significativamente più elevati rispetto a quelli dei titoli di Stato con rating simile", ha scritto l'agenzia.
Si tratta della prima volta nella storia in cui gli Stati Uniti non hanno un rating di credito tripla A da almeno una delle tre principali agenzie. S&P è stata la prima a privare il Paese del suo rating originale nel 2011, mentre Fitch ha fatto lo stesso nel 2023.
La view degli analisti
Secondo Yesha Yadav, professore alla Vanderbilt Law School e studioso del mercato dei titoli del Tesoro, "sebbene non sia una sorpresa, si tratta comunque di uno scossone piuttosto brutale per un mercato altrimenti teso e di un rimprovero ai decisori politici affinché si concentrino urgentemente sulle riforme necessarie per garantire che il credito statunitense mantenga il suo prestigio di asset mondiale essenziale e privo di rischi".
Andy Brenner, responsabile di NatAlliance Securities, ritiene che "il problema più grande ora non sono i dazi, ma la mancanza di progressi nei colloqui sul deficit a Washington".
La decisione “riflette una visione negativa sulla capacità dell'America di porre rimedio alla propria situazione finanziaria", ha affermato Ann Rutledge, ex analista senior di Moody's e ora ad di CreditSpectrum, che aggiunge: "questa decisione è stata presa molto tempo fa ed è un terribile avvertimento".
"Se la storia insegna qualcosa, l'impatto delle azioni di rating è stato in genere di breve durata", evidenzia Mohit Kumar, capo economista e stratega di Jefferies International. "Detto questo, il contesto odierno è diverso. La guerra dei dazi ha già portato diversi investitori a mettere in discussione la credibilità degli investimenti negli Stati Uniti e a cercare alternative", ha aggiunto.
“Le decisioni di Moody's dovrebbero convincere l'esecutivo dell'urgenza di riforme fiscali sostanziali per affrontare la crescita del debito e dei deficit. Senza cambiamenti significativi nella politica fiscale, gli Stati Uniti potrebbero subire ulteriori pressioni sul proprio rating creditizio in futuro. A nostro avviso l'agenda della presidenza Trump non prevede tali azioni di risanamento del bilancio”, scrive Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.
Nuovi dazi cinesi
A peggiorare il sentiment è stato anche l’annuncio di nuovi dazi della Cina fino al 75% a partire da oggi sulla plastica importata da Stati Uniti, Unione europea, Giappone e Taiwan, decisi ufficialmente a seguito di un’indagine antidumping. Le tariffe colpiranno le importazioni di copolimero di poliformaldeide, una plastica comunemente utilizzata nella produzione di automobili, dispositivi medici ed elettrodomestici.
La decisione è stata preso solo dopo pochi giorni dalla sospensione per 90 giorni dei dazi reciproci USA-Cina che aveva alleviato le preoccupazioni per la guerra commerciale, rappresentando così una sorta di passo indietro nella distensione della guerra commerciale tra i due Paesi.
Intanto, la produzione industriale in Cina risulta in crescita ad un ritmo più veloce del previsto ad aprile, secondo i dati ufficiali pubblicati oggi, ma meno rispetto al mese precedente.
In particolare, la produzione industriale nella seconda economia mondiale è aumentata del 6,1% ad aprile rispetto all'anno precedente, secondo i dati pubblicati dall'Ufficio Nazionale di Statistica. Questo livello ha superato le previsioni degli economisti, ma è rimasto al di sotto del balzo del 7,7% registrato a marzo.
"L'economia nazionale ha resistito alle pressioni ed è cresciuta costantemente ad aprile", spiega una nota, pur riconoscendo "un contesto economico complesso, caratterizzato da crescenti shock esterni e molteplici sfide interne".
Notizie societarie e pre market USA
Nvidia (-2%): annunciato accordo con Foxconn per la creazione di un supercomputer AI a Taiwan.
AMD (-2%): venderà a Sanmina l'attività di produzione di infrastrutture per data center di ZT Systems, acquisita di recente, in un accordo da 3 miliardi di dollari, rendendo il produttore a contratto il suo partner per la costruzione di sistemi di calcolo AI.
Novavax (+16%): la FDA statunitense ha approvato il suo vaccino contro il Covid 19, Nuvaxovid, a determinate condizioni.
TXNM Energy (+9%): ha accettato l’acquisizione da parte di Blackstone in un'operazione da 11,5 miliardi di dollari, debito compreso, e suoi azionisti riceveranno 61,26 dollari per azione, comprendente un premio di circa il 15% rispetto all'ultimo prezzo di chiusura del titolo (calcoli Reuters).
Richtech Robotics (-8%): venerdì ha depositato un accordo di offerta di azioni da 100 milioni di dollari ATM (at-the-market) con Rodman & Renshaw, BTIG e H.C. Wainwright.
Raccomandazioni analisti
Nvidia
Fubon Securities: buy e prezzo obiettivo ridotto da 200 a 180 dollari.
Netflix
JP Morgan: da buy a neutral e target price tagliato da 1.220 a 1.150 dollari.
TD Cowen: buy e prezzo obiettivo incrementato da 1.150 a 1.325 dollari.
Pfizer
HSBC: buy e target price diminuito da 27 a 26 dollari.
Salesforce.com
BNP Paribas Exane: buy e prezzo obiettivo aumentato da 305 d 344 dollari.
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