Mps, Lovaglio: “crisi non ferma Ops su Mediobanca”

Il Ceo della banca senese ha ribadito l’obiettivo di chiudere l’operazione su Piazzetta Cuccia entro luglio e ha difeso nuovamente il prezzo dell’Ops lanciata a gennaio scorso.
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Prosegue l’Ops di Mps su Mediobanca
La guerra dei dazi non fermerà l’Offerta pubblica di Scambio lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca. A rassicurare gli investitori sulla strategia della banca in attività più antica del mondo è il suo Ceo, Luigi Lovaglio, parlando nel corso di un’intervista rilasciata alla Cnbc.
Mps “è tornata” ed è in “controllo del suo destino”, affermava il manager al sito statunitense, pertanto, “nonostante la turbolenza attualmente in corso sui mercati”, Mps “completerà l’accordo a luglio”.
Se questa situazione sui mercati “non influirà sul nostro accordo, al contrario, conferma che la dimensione conta ed è necessario diversificare i ricavi", proseguiva Lovaglio, sottolineando che se fossero già un soggetto combinato sarebbero "più forti" e avrebbero "la capacità di reagire molto più rapidamente".
Lovaglio poi ha difeso l’operazione, sostenendo che l'offerta per Mediobanca implica un "prezzo equo", non specificando se la banca potrebbe migliorare l'offerta per renderla più attraente agli azionisti di Mediobanca.
Consolidamento nel settore
L'Ops di Mps arriva in un momento caratterizzato da diversi tentativi di consolidamento attualmente in corso nel settore bancario italiano come quella di UniCredit per acquistare Banco Bpm per circa 10 miliardi di euro.
Lovaglio ritiene che queste offerte rappresentino la prima ondata di consolidamento domestico per le banche italiane. "Credo che questa sia la prima fase del consolidamento e probabilmente avremo una seconda fase tra due anni. Ecco perché, combinando Mps con Mediobanca, saremo in grado di essere nuovamente protagonisti", ha concluso il Ceo.
Downgrade di Barclays
Se l’Ops è stata accolta negativamente dal management di Mediobanca, alcuni analisti hanno avvertito delle limitate sinergie nel combinare le due banche. Ieri Barclays ha ridotto da overweight a equal-weight il giudizio sulle azioni Mps, tagliando il prezzo obiettivo da 8 a 7,4 euro rispetto ai 6,023 euro di questa mattina (+1%).
Per il broker britannico, nel caso in cui Siena dovesse decidere di “spendere di più per convincere la maggioranza dei soci istituzionali di Mediobanca, l'eccesso di capitale potrebbe ridursi”, elemento, questo, considerato di incertezza per il titolo.
Il downgrade su Mps non sorprende del tutto gli osservatori di mercato, che da settimane registrano un clima di maggiore cautela attorno al titolo. Pur reduce da un’importante fase di risanamento e ricapitalizzazione, l’istituto senese paga ancora l’incertezza strutturale e le sfide di posizionamento in un mercato sempre più competitivo.
Barclays, nel rivedere il target price, segnala come le prospettive di espansione siano più limitate rispetto ad altri istituti. L’impressione è che, in attesa di una definitiva stabilizzazione dell’assetto azionario e delle strategie di crescita, la banca debba ancora affrontare una fase di consolidamento interna prima di tornare in cima al radar degli investitori internazionali.
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