Netflix batte le attese ma guidance deludente
Il gigante dello streaming ha ottenuto un numero di nuovi iscritti superiore alle attese ma pesa ancora la debolezza del settore pubblicitario, visto diventare significativo solo nel 2026.
Netflix supera le previsioni
Trimestrale in chiaroscuro per Netflix, che, se da un lato sorprende in positivo le previsioni per quanto riguarda i suoi risultati per il periodo aprile-giugno 2024, si dimostra prudente per il prossimo futuro.
La società di streaming ha annunciato 8 milioni di abbonati in più nel secondo trimestre, ottenuti grazie alla mossa di bloccare la condivisione delle password e al successo di nuovi titoli nel suo catalogo come ‘Bridgerton’, ‘Baby Reindeer’ e ‘The Roast of Tom Brady’, superando così i 5 milioni previsti dagli analisti. Alla fine di giugno, le nuove sottoscrizioni hanno portato il numero totale di abbonati complessivi a più di 277 milioni.
L’utile diluito per azione tra aprile e giugno è stato di 4,88 dollari, superiore alle attese del consenso di 4,74 dollari (dati LSEG), mentre i ricavi sono risultati in linea con le stime a 9,56 miliardi.
Il fatturato è salito a 9,6 miliardi di dollari, in aumento del 17% rispetto ad un anno fa ed al di sopra delle previsioni di Wall Street a 9,5 miliardi.
La debolezza della pubblicità
Mentre i risultati superavano le attese, il titolo Netflix arrivava a cedere il 2% nelle contrattazioni afterhours successive alla comunicazione della trimestrale, per poi tornare in parità al termine degli scambi post mercato.
A pesare è stata una prudente guidance fornita dalla società, in particolare per quanto riguarda la sua attività pubblicitaria, prevista diventare un motore di crescita primario per i ricavi non prima del 2026.
“La nostra attività pubblicitaria sta crescendo bene, diventando un contributo significativo al nostro business", evidenziava il management di Netflix in una lettera agli investitori, “ma per costruire un'attività da zero ci vuole tempo e, insieme alle grandi dimensioni dei nostri ricavi da abbonamento, non ci aspettiamo che la pubblicità sia il motore principale della crescita dei nostri ricavi nel 2024 o nel 2025”.
In un video successivo ai risultati, il direttore finanziario di Netflix, Spencer Neumann, ha spiegato che l'attività pubblicitaria dell'azienda sta “crescendo”, ma si basa su una base ridotta. "È un contributo significativo", ha detto Neumann, “e quando arriveremo al 2026 e oltre, potrà essere ancora più significativo, e speriamo che arrivi al punto di essere un contributore primario”.
"Continuiamo a considerare la pubblicità come un potenziale a lungo termine e non prevediamo un contributo sostanziale alle entrate fino al 2025, soprattutto considerando l'eccesso di nuove scorte in arrivo sul mercato", scrive l'analista di Bank of America, Jessica Reif Ehrlich, in una nota pubblicata prima degli utili.
L’attività pubblicitaria “non ha ancora dato prova di sé dal punto di vista dei ricavi”, secondo Jamie Lumley, analista di Third Bridge, evidenziando che se “Amazon ha fatto un salto nettamente maggiore nel mercato pubblicitario, Netflix deve continuare a lavorare sulla scala in questo segmento se vuole essere un attore importante”.
Delude la guidance
La società si attende ricavi per il terzo trimestre pari a 9,783 miliardi di dollari, cifra inferiore alle stime degli analisti (dati LSEG) di 9,86 miliardi di dollari. Inoltre, l’aumento degli abbonati nel prossimo periodo è previsto inferiore rispetto allo stesso periodo del 2023, quando aveva dato il via alla stretta sulle password, annunciando anche che nei prossimi mesi non fornirà più il numero dei nuovi iscritti. Aumentate le stime sui ricavi per l'intero anno, indicando una crescita del 14-15% rispetto al precedente range del 13-15%.
Con il titolo salito del 32% nell'ultimo anno, qualcuno ipotizza alcune prese di profitto. “Netflix è ancora la migliore e più redditizia società di streaming in circolazione, ma con i titoli tecnologici in generale in ritirata negli ultimi giorni, alcuni investitori potrebbero vendere sulle notizie positive e prendere profitto ora in attesa di un possibile punto di rientro migliore per il titolo”, spiegava Michael Ashley Schulman, chief investment officer di Running Point Capital.
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