Niente pausa per la BCE, Wall Street vista aprire negativa

Se ieri la Fed aveva lasciato intatta la sua politica monetaria, oggi l’istituto europeo alza i suoi tassi di interesse e indica nuovi rialzi nel futuro alla luce di livelli inflazionistici ancora troppo elevati.
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Wall Street in rosso
Wall Street verso un’apertura debole nel ‘day after’ la decisione della Federal Reserve di ieri sera, ferma ai box in tema di tassi di interesse, ma che ha segnalato nuovi futuri aumenti, mentre non ci sono state pause per la BCE.
A farne le spese sembra soprattutto il contratto sul Nasdaq, in flessione di oltre mezzo punto, seguito dal future sullo S&P500 (-0,30%), mentre resta appena sotto la parità quello sul Dow Jones (-0,10%).
Vendite sul dollaro dopo la decisione della Banca centrale europea di oggi e la coppia EUR/USD torna in parità a 1,0842.
Oggi erano attesi anche i dati sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 10 giugno, risultate 262 mila, oltre le 250 mila attese.
La Fed non si ferma
Ieri la Fed ha lasciato i tassi invariati nella fascia 5%-5,25% interrompendo una serie di 10 rialzi consecutivi ma ha indicato che i costi di finanziamento potrebbero aumentare di almeno mezzo punto percentuale quest'anno, dato che l'inflazione e l’economia USA restano resistenti.
"La Fed ha dato un segnale hawkish”, secondo Mohit Kumar, chief financial economist Europe di Jefferies.
Nella conferenza stampa post decisione, “Powell ha dichiarato che il FOMC sembra sorpreso della tenuta dell’inflazione attuale, anche se il dato CPI di martedì ha mostrato un continuo rallentamento del tasso di inflazione globale”, ha commentato Charles Hepworth, investment director di GAM Investments.
“Ammettere di essere sorpresi che la politica della Fed fino ad oggi non abbia raffreddato il mercato del lavoro significa sostanzialmente segnalare che tassi maggiori sono effettivamente ancora necessari e possono essere sopportati dall’economia mentre scivola verso un atterraggio morbido”, prosegue Hepworth.
“Un’azione accomodante, ma discorsi con toni da falco”, “offrendo la massima flessibilità per rispondere ai dati in arrivo”, riassumono da ING, e si è trattata “di una decisione unanime nonostante molti dei falchi abbiano già parlato della necessità di ulteriori aumenti dei tassi”.
Prossime mosse
A questo punto, gli operatori vedono ora il 72% di probabilità di un rialzo dei tassi di 25 punti base a luglio, rispetto al 60% circa del giorno precedente, secondo lo strumento Fedwatch del CME.
Nei ‘dot plot’ pubblicati dalla Fed, ovvero il grafico a punti che registra le indicazioni degli esponenti dell’istituto centrale sul percorso dei tassi, viene indicato un tasso medio per l’anno in corso atteso al 5,6% rispetto al 5,1% delle proiezioni di marzo.
Per l’anno successivo si attende, invece, un tasso medio al 4,6% dal 4,3% indicato in precedenza e infine per il 2025 si attende un tasso al ritmo del 3,4% dal 3,1%.
“Le sintesi delle proiezioni economiche (SEP) sono state sostanzialmente hawkish”, sottolinea Martina Daga, junior macro economist di AcomeA sgr.
“Alla luce degli ultimi dati che hanno mostrato che la decrescita dell’inflazione core si mostra più lenta rispetto alle attese, anche le previsioni di inflazione core sono state riviste al rialzo per il breve termine, dal 3,6% al 3,9% a fine anno. Il dato di maggio pubblicato ieri, il primo giorno di riunione del Fomc, ha infatti mostrato che la componente dei beni core ha segnato per due mesi consecutivi una ripresa nella crescita dei prezzi dopo la decrescita iniziata alla fine dello scorso anno, e che la componente shelter fatica a rallentare”, conclude Daga.
In ogni caso, da ING si attendono che “al momento della riunione del FOMC del 20 settembre, la Fed avrà prove sufficienti per essere abbastanza fiduciosa che l’inflazione sia fermamente sulla strada del 2%”.
La Banca centrale europea
Se la Fed si ‘ferma ai box’ per un giro, la Banca centrale europea prosegue la sua politica monetaria restrittiva e alza di altri 25 punti base i suoi tassi di interesse, così come ampiamente previsto, e prospettando un ulteriore rialzo.
Quindi, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 4,00%, al 4,25% e al 3,50%, con effetto dal 21 giugno 2023, livello più alto da 22 anni.
Al tempo stesso, la BCE segnala che “le future decisioni del consiglio garantiranno che i tassi di interesse vengano riportati a livelli sufficientemente restrittivi per consentire un tempestivo ritorno dell'inflazione al target del 2%”, indicando così il prossimo rialzo, e secondo gli economisti, quello odierno potrebbe essere il penultimo aumento nella sua campagna di aumenti dei tassi di interesse.
La decisione è arrivata nonostante “l’inflazione si diminuita”, ma l’istituto si attende che rimanga “troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato”, mentre il consiglio direttivo resta “determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine”.
In base alle proiezioni macroeconomiche di giugno, gli esperti dell’Eurosistema hanno alzato le loro stime sui prezzi e ora si attendono che l’inflazione complessiva si attesti in media al 5,4% nel 2023, al 3,0% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.
Ora si attendono le parole della Presidente Christine Lagarde, la quale illustrerà i motivi di tali decisioni nella conferenza stampa che avrà luogo questo pomeriggio alle 14.45 (ora italiana).
Mosse cinesi
La Banca popolare cinese ha tagliato i tassi di prestito a medio termine per la prima volta in 10 mesi, intensificando così le misure di stimolo per sostenere una ripresa economica traballante.
Molti analisti si attendono che i dati macro provenienti dal paese possano aprire le porte a nuovi ulteriori stimoli, sostenendo così anche i titoli delle società cinesi nel pre-market USA.
In evidenza Alibaba (+1,5%), JD.com (+2%), Pinduoduo (+2%), Bilibili (+3%) e Baidu (+1%), a cui si aggiungono i produttori di veicoli elettrici Li Auto (+1) e Xpeng (+1,60%).
Intanto, JP Morgan ha ridotto le previsioni di crescita economica per il paese asiatico nel corso del 2023 e ora si attendono un +5,5% rispetto alla precedente stima di +5,9%.
Notizie societarie e pre-market USA
Uber (-1%): chiuderà la sua attività di consegna di cibo a domicilio in Italia e uscirà da Israele, dove non ha raggiunto una quota di mercato sufficiente.
New Relic (-3%): il direttore operativo Kristy Friedrichs ha rassegnato le dimissioni e la transizione sarà effettiva dal 31 dicembre 2023.
Editas Medicine (-7%): ha venduto ieri 12,5 milioni di azioni a 10 dollari, con uno sconto del 9,8% rispetto all’ultima chiusura (11,09), per un incasso di 125 milioni di dollari.
Aldeyra Therapeutics (+16%): il suo trattamento per una malattia infiammatoria dell’occhio ha raggiunto l’obiettivo principale di ridurre il prurito in uno studio di fase avanzata.
Raccomandazioni analisti
Netflix
Wolfe Research: ‘buy’ e prezzo obiettivo alzato a 485 dollari rispetto ai precedenti 388 USD.
Barclays: ‘neutral’ e target price in rialzo a 375 USD dai precedenti 250 dollari.
Nike
RBC: ‘buy’ e prezzo obiettivo ridotto da 145 USD a 138 dollari.
Citigroup: ‘neutral’ e target price diminuito da 125 USD a 109 dollari.
Oracle
Citigroup: ‘neutral’ e prezzo obiettivo a 121 USD rispetto ai precedenti 106 dollari.
Bank of America
Citigroup: ‘neutral’ e target price ridotto da 33 USD a 31 dollari.
Citigroup: ‘buy’ e prezzo obiettivo alzato da 55 USD a 58 dollari.
Advanced Micro Devices
HSBC: ‘neutral’ e prezzo obiettivo aumentato da 77 USD a 120 dollari.
Deutsche Bank Securities: ‘neutral’ e target price salito da 80 USD a 110 dollari.
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