Novembre ancora difficile per Stellantis: crollo del 33,3% delle immatricolazioni

La casa automobilista resta in difficoltà e continua a segnare performance inferiori a quelle del mercato italiano.
Il mese di novembre è risultato difficile anche per tutte le altre case automobilistiche e complessivamente ha visto le immatricolazioni in Italia calare del 24,6% rispetto allo scorso anno.
Il novembre di Stellantis
Ancora dati negativi per il mercato dell’auto in Italia, con la performance di Stellantis sempre inferiore a quella del mercato.
In particolare, il gruppo Stellantis ha immatricolato 36.482 auto nel mese di novembre, segnando un calo del 33,3% rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre la sua quota di mercato si mantiene al 34,9%.
Restano positivi i dati da inizio anno, con una crescita del 6,4% delle immatricolazioni (519.525 unità) e la quota di mercato al 37,9%.
Tra le altre case automobilistiche, il gruppo Volkswagen ha immatricolato 15.521 auto, con un calo del 30,3% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso e una quota di mercato che si attesta al 14,9%.
Anche nel caso del produttore tedesco, il 2021 resta positivo con un +5,1% di vendite (220.559) e una quota di mercato al 16,1%.
Calo più moderato per Renault, in flessione del 21,4% a novembre (12.180 unità) e una quota di mercato pari all’11,7%, mentre da inizio anno resta sostanzialmente in parità (-0,2%) con il 9,3% del mercato.
Il mercato italiano
La condizione del mercato dell’auto in Italia resta difficile e nel mese di novembre è proseguita l’emorragia delle immatricolazioni.
La flessione complessiva del comparto è stata del 24,6% con 104.478 unità, rispetto alle 138.612 del 2020, mentre la situazione non appare migliore se paragonata al livello precovid (-30,8% sul 2019), con oltre 400 mila unità nel 2021 rispetto al 2019 e un calo del 22,8%.
Il mercato, dunque, sembra ancora non essersi ripreso da una situazione in cui la mancanza di semiconduttori ne condiziona la produzione e allunga i tempi di consegna delle autovetture.
Le prospettive future restano negative secondo gli analisti di Bank of America, secondo i quali anche nel 2022 il ciclo economico visto in rallentamento peserà ancora sul settore automobilistico.

Una difficile transizione
A rendere ancora più difficile la situazione per il mercato è stata la fine degli incentivi, strumento necessario anche alla luce della transizione ecologica che riguarda anche le auto.
Secondo l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (UNRAE), l’esigenza di un sostegno al mercato resta fondamentale, in quanto “non si può accompagnare in modo efficace e sostenibile la transizione verso la decarbonizzazione se non si interviene sostenendo la domanda con un piano strutturale e pluriennale anche per il ricambio del parco circolante”.
Pertanto, avvisa il Presidente dell’UNRAE, Michele Crisci, “per una maggiore diffusione delle nuove tecnologie sono necessari incentivi anche a fronte di rottamazione, altrimenti vanificheremo gli effettivi benefici ambientali”.
Di fronte a questa necessità, però, l’UNRAE evidenzia “un certo disinteresse nelle Istituzioni di governo per il comparto automotive e il suo indotto, un settore produttivo che occupa 1,2 milioni di lavoratori e garantisce un gettito fiscale di 76 miliardi di euro l’anno”, conclude Crisci.
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